ECONOMIA DOMESTICA

L'export piemontese vola,
ma con Trump cambia rotta

Dopo un anno d'oro per i commerci internazionali (+11%) i dazi annunciati dall'amministrazione americana costringeranno le imprese regionali a indirizzarsi verso nuove vie: Est e Oriente. Negli Usa i prodotti alimentari, tessile e abbigliamento

“Il 2017 è stato un anno d’oro per l'export per quasi tutte le province piemontesi e il Piemonte ora dovrà fare i conti con i dazi americani. La situazione influirà non poco nel 2018 ma crediamo che le limitazioni spingeranno le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto le costringerà a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell’Est o dell’Oriente”. Così Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Piemonte, commenta i dati sull’export. Nel 2017 in Piemonte si è registrato un aumento dell’11,2%. Tra le trentacinque province italiane con una quota superiore o uguale all’1% dell’export nazionale nei settori si riscontra una crescita a doppia cifra ad Alessandria (+27,1%), Cuneo (+14,8%), sopra alla media Vercelli (8,3%) e Biella (8,2%), in positivo Verbano-Cusio-Ossola (5,9%), Torino (4,7%) e fanalino di coda Novara (-0,4%). Per quanto riguarda l’export negli Usa il Piemonte con 0,55% si posiziona al nono posto della classifica regionale: 15,5% alimentare, 12,7% tessile, 22% abbigliamento, 3,2% pelle, 1,1% legno, 11,4% metallo, 1,6% mobili. A livello provinciale spicca Vercelli (2,82% tessile, abbigliamento) con valori più che doppi rispetto alla media (0,72%). Seguono Biella (1,42%), Alessandria (1,32%). Al di sotto della media: Novara (0,60%), Torino (0,34%), Verbano-Cusio-Ossola e Asti (0,16%).

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