TEMPI DELLA GIUSTIZIA

Crac Eurofidi, rischio prescrizione

Il gup Edmondo Pio ha stabilito il rinvio a giudizio per l'ex ad Giotti, ma il sistema informatico ha fissato l'inizio del processo a fine 2020. Intanto alla società, che ha patteggiato, è stata inflitta una sanzione di 40mila euro

È un rinvio quasi eccezionale per i tempi. Il gup Edmondo Pio ha stabilito che l’ex amministratore delegato e direttore generale di Eurofidi, Andrea Giotti, deve essere processato dal tribunale. Tuttavia il sistema informatico del tribunale ha stabilito che, in base al calendario della quarta sezione penale (che si occupa dei reati economici), la prima udienza buona per cominciare il dibattimento sarà il 26 novembre 2020, fra più di due anni, e a circa due anni dalla prescrizione dei reati. Il procedimento rischia di essere vanificato dalla tagliola del tempo.

Il sostituto procuratore Ciro Santoriello accusa Giotti, assistito dall’avvocato Luigi Giuliano, di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza per i rendiconti del 2013 e del 2014. In sostanza secondo la procura erano stati comunicati dati falsi alla Banca d’Italia per nascondere dei problemi nelle finanze di Eurofidi. Tuttavia il primo reato segue la vecchia formulazione e si prescrive in soli quattro anni, mentre il secondo, invece, si prescrive in totale nell’arco di sette anni e sei mesi. È quindi probabile che il tribunale, fissando un calendario di udienze frequenti, possa arrivare a una sentenza entro la prescrizione del reato di ostacolo alla vigilanza, ma poi tutto possa terminare con la prescrizione in appello. La quarta sezione penale potrebbe forse cercare di anticipare l’avvio del processo nell’ambito di una riorganizzazione interna, ma è una procedura complessa.

Nel frattempo, però, lo Stato incasserà almeno quarantamila euro, pari alla sanzione pecuniaria pagata dalla società Eurofidi, assistita dall’avvocato Anna Ronfani, in occasione del patteggiamento, ratificato oggi dal gup Pio. 

Questa vicenda è ciò che resta dell’inchiesta più ampia nata dalla crisi di Eurofidi, ente regionale che forniva garanzie finanziarie alle aziende piemontesi. Nell’inchiesta condotta dalla Guardia di finanza erano inizialmente indagate venti persone tra componenti del consiglio d’amministrazione e del collegio sindacale, ma per 19 di loro è stata chiesta l’archiviazione perché secondo la procura le testimonianze “hanno consentito di acclarare come la gestione della società Eurofidi fosse fortemente accentrata in capo all’amministratore delegato nonché direttore generale”, cioè Giotti, che ha lasciato la carica il 27 novembre 2014, quando la situazione finanziaria della società era critica, ma non ancora grave.

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