POLITICA & GIUSTIZIA

Migranti, nuovo match Salvini-Spataro

Il leader del Carroccio replica al procuratore di Torino: "Aprire i porti? Vuole accogliere tutta l'Africa". Nel 2016 il giudice voleva procedere contro il leader del Carroccio per vilipendio alla magistratura. Ma l'allora ministro Orlando non diede il via libera

Non si è fatto aspettare molto. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha subito replicato al procuratore di Torino Armando Spataro, “reo” di aver contestato la politica di chiusura dei porti a scapito delle norme internazionali. "Forse il procuratore capo di Torino pensa che l’intera Africa possa essere ospitata in Italia? Idea bizzarra", ha twittato il segretario della Lega. Poi, capovolgendo la questione, ha dichiarato che "bloccare i porti ai trafficanti non è un diritto ma un dovere. Se qualcuno la pensa diversamente può presentarsi alle elezioni e chiedere cosa ne pensano gli italiani”.

Illustrando le direttive della procura in tema di reati d'odio etnico-religioso e quelle sulle richiesta di asilo, definite dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando “uno strumento utile”, il magistrato tarantino (ma di scuola milanese) ha sottolineato come  “nessuno può vietare a un barcone di attraccare” perché “la convenzione di Ginevra del 1951 sui rifugiati prevede il diritto al non respingimento”: “Ragionando per assurdo - ha spiegato - se un barcone arrivasse a Torino ai Murazzi sul Po e qualcuno impedisse a chi sta sopra di scendere, avvierei degli accertamenti” sulla violazione delle norme internazionali.

Negli ultimi giorni i rapporti tra il ministro Salvini e i magistrati sono diventati più tesi, soprattutto dopo la sentenza della Cassazione che impone il sequestro di 49 milioni di euro, un tesoretto accumulato grazie a una truffa sui fondi parlamentari messa in atto dalla Lega di Umberto Bossi (e Francesco Belsito tesoriere). Ma esiste addirittura un precedente scontro a distanza tra l’attuale leader del Carroccio e il procuratore di Torino. Risale al 14 febbraio 2016, quando a Collegno, nel corso del congresso federale della Lega, Salvini definì la magistratura italiana “una schifezza”. Il ministro aveva voluto difendere Edoardo Rixi, all’epoca vicesegretario nazionale della Lega, all’indomani del rinvio a giudizio nell’inchiesta sulla Rimborsopoli ligure: “Se so che qualcuno, nella Lega, sbaglia - aveva detto - sono il primo a prenderlo a calci nel culo e a sbatterlo fuori. Ma Rixi è un fratello e lo difenderò fino all’ultimo da quella schifezza che è la magistratura italiana”. E infatti, oggi, Rixi è stato promosso sottosegretario nel governo Conte. Poi aveva continuato affermando che “ci sono giudici che lavorano molto di meno, che fanno politica, che indagano a senso unico e che rilasciano in 24 ore pericolosi delinquenti”. A quel punto Spataro avviò un procedimento penale ipotizzando il reato di vilipendio dell’ordine giudiziario e chiedendo all’allora ministro della Giustizia, Andrea Orlando, l’autorizzazione a procedere contro Salvini, all’epoca parlamentare europeo. Da Orlando non è mai arrivata l’autorizzazione neanche dopo i due solleciti inviati prima che si formasse il nuovo governo e Salvini assumesse il ruolo di capo del Viminale.