GIUSTIZIA

Askatasuna, blitz della polizia

All’alba le forze dell’ordine fanno irruzione nel centro sociale “okkupato” di corso Regina. Notificate 15 misure cautelari per gli scontri al corteo del Primo maggio del 2017. Tra i colpiti dai provvedimenti i leader storici Rossetto e Bonadonna

Blitz della polizia di Stato questa mattina a Torino al centro sociale Askatasuna, forse il principale covo dell'area antagonista di Torino. Gli agenti hanno fatto irruzione nello stabile di corso Regina Margherita per notificare 15 misure cautelari disposte dal pm Antonio Rinaudo. I provvedimenti rientrano nell’ambito di un’indagine sui tafferugli scoppiati in via Roma al corteo del Primo Maggio del 2017. Nove persone sono state messe ai domiciliari e sei sono state sottoposte all'obbligo di firma. Altri 14 manifestanti sono stati denunciati a piede libero. L'accusa è di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale. Tra gli arrestati ai domiciliari ci sono i principali leader di Askatasuna: Giorgio Rossetto, Andrea Bonadonna e Alice Scavone. Durante la perquisizione nella struttura di corso Regina Margherita e allo Spazio Popolare Neruda di corso Ciriè, la Digos, che ha condotto le indagini, ha sequestrato tre manici di piccone, una mazza da baseball, una roncola di ferro, tre coltelli, una maschera di Anonymous, un berretto di ordinanza da carabiniere. "La manifestazione del pensiero dissenziente va costituzionalmente garantita. Ma c'è un limite quando il comportamento da dissenziente diventa penalmente rilevante", spiega il questore di Torino Francesco Messina. "La polizia garantisce la libera manifestazione del pensiero da parte di chiunque, - aggiunge - ma le regole che vanno rispettate".

A svolgere le indagini è stata la Digos della questura di Torino. Gli incidenti al corteo si verificarono quando lo spezzone antagonista, composto da circa 200 persone, cercò di raggiungere piazza San Carlo, dove erano in corso i comizi dei sindacati. Gli attivisti incontrarono uno sbarramento delle forze dell’ordine e dal loro gruppo partì un fitto lancio di uova, pietre e bastoni. Sui social network Askatasuna definisce l’iniziativa della polizia una “grossa operazione repressiva” e chiama a raccolta “compagni e compagne”.

“È un segnale importante che vengano individuati e perseguiti i violenti esponenti dei centri sociali, così come sarebbe ancor più importante che si spezzasse il legame tra i professionisti della violenza e alcuni consiglieri di maggioranza che siedono in consiglio comunale” afferma il segretario torinese del sindacato di polizia Siap, Pietro Di Lorenzo. “Non dimentichiamo mai - continua Di Lorenzo - che tra quei banchi vi è chi è diretta espressione dell’area antagonista, dilettandosi in plateali manifestazioni pro cannabis, e chi oltre a partecipare tra le fila di coloro che solitamente si presentano con mazze e bastoni ai cortei ha, anche in quella occasione, approfittato del ruolo istituzionale per accusare le forze dell’ordine di non essere state capaci di gestire la piazza”. Il riferimento evidente è a consiglieri del Movimento 5 stelle di Torino, tradizionalmente legati ai centri sociali come Maura Paoli, la stessa che come si legge nell'ordinanza del gip Adriana Cosenza avrebbe fatto da intermediaria con le forze dell'ordine. Di Lorenzo aggiunge: “Le modalità virulente messe in atto in quella come in mille altre occasioni non possono trovare giustificazioni e i centri sociali come Askatasuna devono essere chiusi”.

Sulla questione interviene anche il ministro Salvini con un post sui social: “Centro sociale (non capisco cos’avrà poi di così sociale?) Askatasuna di Torino, 15 arresti e 29 perquisizioni per episodi di violenza. Complimenti alla polizia, nell’Italia che ho in testa nessun delinquente deve rimanere impunito”.

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