LE REGOLE DEL GIOCO

Legge elettorale, le quote rosa riaprono i giochi sulla riforma

"Sì alla doppia preferenza di genere ma vogliamo anche l'abolizione del listino". Così il capogruppo Pd in Regione Ravetti apre alla proposta di LeU sottoscritta da alcune consigliere dem: "Non siamo a rimorchio di nessuno". E Boeti sonda la "volontà politica"

“Sulla legge elettorale non saremo a rimorchio di nessuno” avverte il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti. Quello che appare come un chiaro distinguo rispetto alla proposta di modifica per l’inserimento della doppia preferenza di genere presentata dai tre consiglieri di LeU (Silvana Accossato, Valter Ottria, Marco Grimaldi) insieme ad alcune colleghe del Pd (Nadia Conticelli, Valentina Caputo, Enrica Baricco) e all’ex M5S Stefania Batzella, non ne boccia tuttavia l’obiettivo. Piuttosto, il numero uno dem alza la posta: “Sì alla doppia preferenza, ma vogliamo anche l’abolizione del listino”. Quanto al tema più spinoso e sinonimo di tempi lunghi che renderebbero assai difficile avere la nuova legge in tempo per le elezioni della prossima primavera, ossia il ridisegno dei collegi, Ravetti premette: “Se questa modifica risultasse ostativa all’iter, i collegi non si toccheranno e il premio di maggioranza lo si attribuirà comunque anche senza listino” e non modificando l’attuale geografia del Piemonte al voto.

Un rilancio, quello del Pd sull’abolizione del listino, che se da un lato risulta coerente con un impegno assunto fin dall’inizio della legislatura e ribadito più volte dallo stesso Sergio Chiamparino, dall’altro farà suonare nuovamente i campanelli a segnalare il rischio di impasse tra chi dietro intravvede il pericolo di un ennesimo nulla di fatto, come accaduto fino ad oggi, dopo quattro anni di tira e molla. La decisione di limitare all’intervento sulla doppia preferenza è derivata, nei proponenti del progetto di modifica, proprio dalla volontà di togliere di mezzo ogni possibile ostacolo o appiglio per chi non è riuscito a celare del tutto il proposito di non cambiare nulla.

Bocciare questa proposta minimale, ma di sostanza e dal forte significato anche simbolico, sarebbe oggettivamente difficile. Tanto più dopo l’endorsement ricevuto dalla capogruppo della Lega, Gianna Gancia, il sostanziale via libera dai Cinquestelle e una posizione di Forza Italia che il nuovo capogruppo Andrea Fluttero spiega di dover ancora discutere con i colleghi (tutti uomini), ma assai più chiaramente espressa una delle donne azzurre che sono state fino a pochi mesi fa a Palazzo Lascaris, come Claudia Porchietto. Oggi in Parlamento ricorda di essere “da sempre favorevole alla doppia preferenza di genere”.

Un’altra donna, stavolta del Pd e ancora in Consiglio regionale di cui è una dei vicepresidenti, a sua volta appoggia una proposta assai più radicale, qual è quella di Uncem (l’unione dei piccoli Comuni e delle Comunità montane). “Sono d’accordo con la doppia preferenza, a patto che si modifichino i collegi” spiega l’astigiana Angela Motta, facendosi interprete di quel vulnus che penalizza le province più piccole come la sua, quella di Biella e del Verbano-Cusio-Ossola.

Si troverà una quadra alla ripresa dell’attività del parlamentino piemontese dopo le vacanze? Già, perché l’approdo in commissione della proposta di cui è prima firmataria la Accossato è previsto a settembre. “Se passerà in commissione, il testo approderà in aula, altrimenti non se ne farà nulla. I tempi ci sono, servono i numeri e la volontà politica che fino ad oggi sono mancati” spiega il presidente del Consiglio Nino Boeti, il quale appena subentrato a Mauro Laus (altro fervente sostenitore, non del tutto disinteressatamente, del ticket uomo-donna) aveva mantenuto l’impegno e provato a sciogliere la matassa, ma si era ben presto dovuto arrendere.

“La presentazione del progetto di legge per l’attuazione della parità di genere - aveva osservato nei giorni scorsi, pur nel suo “ruolo di arbitro”, ma fautore di una nuova legge elettorale - potrebbe riaprire una partita apparentemente chiusa”. E così, in affetti è stato. “Ho ripreso in mano in questi giorni la nostra proposta, cui intendo apportare degli elementi migliorativi” annuncia il capogruppo del Pd Ravetti, il quale dovrà anche far chiarezza su quelle che appaiono più e differenti posizioni in seno alla pattuglia consigliare che presiede.

Certo è che un tema, come quello di una nuova legge elettorale, tra gli obiettivi di inizio legislatura e che poi pareva orma finito (non senza soddisfazione di alcuni) nel dimenticatoio entra pure nel dibattito e nelle dinamiche sulla scelta del possibile candidato alla presidenza, dopo la rinuncia di Chiamparino.

Con un post su facebook, la presidente della commissione regionale Pari Opportunità, Maria Peano, che ha da subito sostenuto la proposta sulla doppia preferenza di genere si rivolge direttamente al compagno di partito Daniele Valle. “Credo sia doveroso da parte di un consigliere regionale che aspira a diventare presidente, adoperarsi perché la nostra Regione semplicemente si adegui ad una legge nazionale che oggi chiede a tutte le Regioni di intervenire sui propri sistemi elettorali per favorire l’equilibrio di genere e molte lo hanno già fatto. Oltretutto, mi chiedo, quale credibilità possono avere i nostri legislatori regionali se sono i primi a non rispettare le leggi?”. Infine, agita un'esca. "La tua giovinezza poi – dice Peano a Valle - dovrebbe darti lo slancio naturale per queste battaglie giuste, doverose e che guardano avanti. Pertanto ti chiedo di mettere anche la tua firma su quella proposta presentata anche da alcune tue colleghe del nostro partito, così la tua candidatura sarà più forte e troverà il sostegno anche di noi donne”.

Stavolta non è la femme da cercare, ma una soluzione. Tutta in casa del Pd.

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