VERSO IL 2019

Tira un'aria "sinistra" in Regione

Il passo indietro di Chiamparino crea subbuglio nella coalizione. La componente orlandiana del Pd studia una contromossa alla candidatura di Valle e getta nella mischia Pentenero. Altolà di Leu: "Prima il programma, poi chi dovrà realizzarlo"

Tira un’aria sinistra su piazza Castello e non solo per quei sondaggi più o meno segreti che prevedono nuove disfatte del centrosinistra. Con il passo indietro (si vedrà se e quanto sarà di lato) di Sergio Chiamparino, l’unico punto di riferimento della coalizione viene meno ed ecco soldati e colonnelli iniziare a muoversi in ordine sparso. “È saltato il tappo” sintetizza chi è vecchio di questi boschi e non è certo quello dello champagne. C’è poco da festeggiare, piuttosto il clima è quello del si salvi chi può.

Così, dopo la lettera aperta con cui Daniele Valle annuncia la volontà "qualora toccasse a me" di raccogliere "con tutto l'entusiasmo e l'impegno di cui dispongo" la sfida del ricambio generazionale, nell’ala più a sinistra del Pd si pensa a un’alternativa. Una proposta che si starebbe materializzando nella figura di Gianna Pentenero. Fallita la corsa al seggio parlamentare nella sua Chivasso, seppur allettata dalle sirene europee, l'attuale assessore a Lavoro e Istruzione avrebbe trovato in due esponenti di punta della corrente orlandiana i suoi principali sponsor. A una sua discesa in campo starebbero, infatti, lavorando al momento ancora sottotraccia il deputato cuperliano Andrea Giorgis e la vicepresidente del Senato Anna Rossomando. I due osservano le mosse di Valle – giovane avvocato di estrazione cattolica (ma non baciapile), moderato di conio riformatore – con diffidenza, nonostante la benevolenza nei suoi confronti dimostrata dallo stesso Chiamparino.

A ventiquattrore dall’annuncio del governatore la Rossomando ancora sembrava non credere a quel che stava accadendo: “Verifichiamo le sue reali intenzioni” dichiarava. E poi se proprio non dovesse cambiare idea “il Pd non può proporre una candidatura alla presidenza del Piemonte in solitaria. Il nome non può che nascere da un percorso politico di coalizione”. Parole che in molti hanno letto come un altolà al golden boy dem, accompagnate da una richiesta a Chiamparino di dare “una mano”. Una mano, forse, a stoppare le ambizioni di Valle, che finora il presidente della Regione e reggente del Pd piemontese si è ben guardato da offrire. Anzi, a voler essere maliziosi, con la mossa di anticipare a prima della pausa estiva una decisione che invece era stata fissata in calendario a metà settembre, Chiamparino potrebbe aver scelto consapevolmente di aprire la bagarre interna, costringendo forze politiche e potenziali successori a scoprire le carte.

Nulla di inatteso, dopotutto nel Pd da tempo c’è chi prefigura il rischio di candidature in serie che potrebbero culminare con primarie fratricide che vedrebbero protagonisti anche esponenti degli alleati (Mimmo Portas, leader dei Moderati, ha già sollevato il polverone lanciando la “sua” Carlotta Salerno, per preparare il solito mercanteggiamento). Da vecchio bersaniano di complemento, lo stesso Portas avrebbe stretto un asse con la componente di sinistra della coalizione, i fuoriusciti dal Pd oggi riuniti in LeU. Rumors riferiscono di intensi contatti con l'ex sindaco di Settimo Torinese Aldo Corgiat. "Non siamo preoccupati delle legittime discussioni all'interno dei partiti della coalizione - scrivono in una nota i consiglieri regionali di LeU - però il programma e chi lo potrà rappresentare nel modo migliore saranno decisi dalla coalizione e non dal congresso del Pd". E così tra veti e controveti dissimulati dietro grandi proclami ideali e più o meno convincenti piattaforme programmatiche la corsa al voto è iniziata.

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