VERSO IL 2019

Portas in faccia al Pd

Il leader dei Moderati pronto ad annunciare la propria candidatura a presidente della Regione. Corsa solitaria, fuori dalla coalizione di centrosinistra, oppure ha deciso di competere alle primarie? Forse un bluff per alzare la posta, as usual

A Sergio non gliel’ha ancora perdonata. La decisione di Chiamparino di non ricandidarsi, Giacomo “Mimmo” Portas l’ha digerita peggio di qualsiasi piddino. Forse perché lui non lo è, vien da dire pensando male. Subodorando la marcia indietro del presidente e le pronte corse in avanti di aspiranti successori, il leader dei Moderati nei giorni precedenti l’annuncio di Baveno aveva rilanciato uno dei suoi avvertimenti: “Se il candidato non è Sergio, andremo da soli”, perché continuava a dirsi convinto che “lui è l’unico in grado di poter conservare il governo del Piemonte al centrosinistra”. Poi sulla sponda del lago Maggiore era arrivata la parola definitiva e il deputato torinese, venerdì sera, aveva la faccia di chi ha perso l’ultima corsa del traghetto per colpa della moglie che ha cincischiato fino all’ultimo.

Abituato a navigare facendo spesso suonare la sirena dell’abbandono nave – come quando nell’ultimo scampolo della precedente legislatura annunciò addirittura le dimissioni da parlamentare – e riuscendo comunque, con il suo brand e il suo bagaglio a mano di voti, ad approdare sempre dove ha previsto di farlo, il fondatore di quello che i detrattori hanno spesso, a torto, liquidato come una sorta di partito dei contadini polacchi per il Pd, dopo il gran rifiuto di Chiamparino ha dovuto cambiare rotta. Nella concitazione ha rischiato di andare dritto negli scogli, quando pur con la generosità del leader, ha indicato la presidente di circoscrizione Carlotta Salerno, così come l’assessore regionale allo Sport Giovanni Maria Ferraris o il ciellino Silvio Magliano, quali possibili candidati.

Incombente il pericolo di bruciarli in un’alzata di spalle di chi nel Pd ha perso voti, ma non la sicumera. Diversamente da chi, come l’ex senatore Stefano Esposito ancora recentemente ha rammentato che “Mimmo, un po’ sorprendentemente, viene spesso messo quasi a lato, ma l’importanza di questi 15 anni di alleanza con i Moderati non è un fatto di marketing come qualcuno vuole descrivere. Costituiscono un pezzo di società non rappresentata da altri partiti”. E non è un caso, forse, che proprio l'ex senatore sia il candidato "segreto" di Portas, cui riconosce capacità e competenza, ma soprattutto la notevole esposizione mediatica ("va sempre in televisione con lui ce la potremmo giocare").

Aggiustata la rotta, “Mimmo” prepara lo sbarco, su quella spiaggia che va affollandosi di aspiranti candidati alla presidenza della Regione. Non sarà certo un D-Day, ma lunedì dovrebbe essere il giorno in cui Portas annuncerà la candidatura ufficiale dei Moderati. Ovvero, la sua. Ci sta ragionando dopo la sparata dei suoi uomini (e donne) di punta, avendo forse maturato l’idea che quelle sarebbero state pallottole spuntate non solo e non tanto di fronte ad altri nomi che circolano, ma soprattutto rispetto al suo.

Mettersi in gioco personalmente avrebbe un peso diverso sugli alleati, ammesso che restino tali. Già, perché, questo è il primo nodo da sciogliere, la prima domanda cui cercare di dare risposta: Portas intende correre da solo, rischiando di fare la fine di Enrico Costa alle precedenti elezioni, ovvero non conquistando neppure un seggio a Palazzo Lascaris, oppure il suo nome – come più logicamente probabile – entrerà nel novero dei papabili alla candidatura della coalizione di centrosinistra? In quest’ultimo caso l’orizzonte prospetta quelle primarie che il fondatore dei Moderati ha sempre contestato come metodo, rifiutando la partecipazione degli esponenti del movimento. Continuerà su questa strada, dovendo a quel punto imboccare quella obbligata solitaria, oppure rivedrà una posizione che fino ad oggi è parsa indiscutibile?

Mimmo, il bersaniano di complemento che potrebbe aprire a mosse tattiche (anche) con la sinistra del suo amico Pierluigi come contatti con l’ex sindaco di Settimo Torinese, Aldo Corgiat, lascerebbero supporre, è uomo dalle mille soprese. E dal gioco al rialzo che, comunque, insieme all’inopinabile lealtà verso il Pd gli è valso – insieme al bacino di voti sempre meno vasto di un tempo, confermando un trend negativo che lo lega a quello generale del centrosinistra – una difesa della posizione (compresa quella sua di parlamentare blindatissimo) di cui l’alleanza che cercherà di resistere all’attacco del centrodestra proverà a reggere a ulteriori rilanci. Potrà la coalizione fare a meno dell'apporto programmatico e ideale, nonché privarsi di personale politico dal dimostrato livello di questo non-partito privo di tessere, congressi, organismi e gerarchie? Certo l'ironia non basta a liquidare un fenomeno che, volando spesso rasoterra, ha consentito a Mimmo il postino di spiccare il volo dalle retrovie di Forza Italia verso i più ampi orizzonti dem.

Ha preso male, Mimmo, il definitivo diniego dell’amico Sergio, ma non ha certo accolto meglio la disponibilità a correre per la presidenza del giovane consigliere regionale dem Daniele Valle. Raccontano addirittura che sia stato irritato dal fatto che Valle non abbia concordato con lui della sua candidatura, pur se tale di fatto ancora non è. Anche se la principale ragione dell'originaria diffidenza verso Valle sia in realtà l'amicizia con l'"odiato" Mario Giaccone, capo di quella lista Monviso che Portas vede come fumo negli occhi. Vero? Verosimile trattandosi di un impolitico. Si sa che tra coloro che non hanno mai smesso di pensare ai Moderati come a un’utile stampella ogni occasione è buona per darne un'immagine un tantino caricaturale. Lui, tira dritto, come ha sempre fatto forte delle sue convinzioni e di sondaggi, spesso commissionati dai suoi stessi eletti, dimostrando il "valore aggiunto" dei Moderati. Stampella, certo, pronta alla pugna elettorale, senza per questo arrivare a fare l’Enrico Toti verso le truppe piddine. Più probabile un ennesimo avvertimento, da lanciare al momento opportuno. Quello che Portas annusa con il fiuto che raramente lo tradisce.   

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