Tav tra costi e benefici

Premesso che le Grandi Opere hanno rappresentato un grande momento di crescita economica e sociale dalle strade consolari dei romani, al Primo Traforo ferroviario del Fréjus che spinse la crescita economica del nostro Paese e che qualsiasi modifica al progetto Tav dovrà essere approvato dal Parlamento e lì sarà decisivo se il voto dei Parlamentari della Lega sarà maggiormente condizionato dal programma elettorale concordato con il centrodestra o dall’accordo di Governo Lega-5 Stelle.

Premesso che la Francia non mette assolutamente in discussione il nuovo Tunnel.

Premesso che anche per l’Italia decisiva è la costruzione del Tunnel di base unico modo per trasferire una quota importante del trasporto merci dalla strada alla rotaia.

Premesso che Cavour non fece l’analisi costi benefici del Primo Traforo del Fréjus nel 1857 ma sapeva che noi avevamo un pil 1/4 rispetto agli inglesi e 1/3 rispetto ai francesi e ne capiva l’importanza per il futuro. Ebbe ragione Cavour. Ma allora gli oppositori non buttavano le bombe sugli operai che lavoravano al cantiere.

Premesso che per un Paese come l’Italia che ha un costo da congestione del traffico quasi doppio rispetto alla media europea trasferire il trasporto merci, a partire dal trasporto di merci pericolose, sulla rotaia diminuisce la possibilità di incidenti gravissimi come quello di Bologna.

Premesso che per un Paese che cresce molto poco e ha tanti disoccupati costruire la Tav vuol dire essere dentro la rete di trasporto del futuro significherà avere più crescita e più lavoro.

In ogni caso l’analisi costi e benefici non può limitarsi alla Tav o al duo Tav e Terzo Valico perché la Tav fa parte di una rete europea composta di ben 9 corridoi ferroviari che sono collegati a una cinquantina di porti e a una decina di aeroporti. La Tav è lo snodo del corridoio mediterraneo, uno dei due corridoi trasversali, quello cioè che mette in rete nella parte Sud europea ben 4 Corridoi Sud-Nord (quello francese, la Genova-Rotterdam, il Palermo-Brennero-Berlino-Scandinavia, l’Adriatico-Baltico).

Senza la Tav non ci sarebbe il corridoio mediterraneo e quindi salterebbe la rete europea e l’obiettivo strategico di trasferire il trasporto merci e passeggeri dalla strada alla rotaia verrebbe molto ridimensionato.

Ecco perché l’Europa avrebbe diritto di urtarsi molto con l’Italia e la Francia se rimettessero in discussione il tunnel Torino-Lione. Ma ciò che rende oggi molto più importante la Tav è lo sbocco con la Via della Seta ferroviaria perché il percorso più breve dall’Est asiatico e europeo per raggiungere i mercati di Gran Bretagna, Francia Spagna e Portogallo è quello rappresentato dal corridoio mediterraneo.

L’analisi costi e benefici la possono pertanto fare, insieme ai tecnici europei, i tecnici del Ministero delle Infrastrutture che per conto del Governo Berlusconi il 19.10.2011 lavorarono alla decisione europea che assegnò all’Italia il passaggio di ben 4 corridoi europei. Tra loro ricordo il viceministro Roberto Castelli della Lega.

Marco Ponti e i suoi collaboratori che hanno sempre osteggiato la Tav, al contrario della maggioranza dei docenti della Bocconi, e mai speso una parola a favore di un progetto che mira a ridurre l’inquinamento, che ogni anno causa la morte di 400.000 europei, e a ridurre la congestione del traffico in Europa che causa ogni anno oltre 100.000 morti nel continente, sono i meno obiettivi. Ma nel fare l’analisi costi benefici non ci si dovrà limitare a calcolare i soldi spesi sin qui e quelli che dovremmo spendere per annullare le gare di appalto che hanno assegnato i lavori a imprese che per effettuarli hanno assunto centinaia di lavoratori. La cifra di gran lunga più importante è quella relativa al mancato sviluppo economico e occupazionale del futuro che sicuramente varrà decine e decine di miliardi. Le grandi opere si ripagano nei decenni ma saranno motori di sviluppo anche nel prossimo secolo.

Uno sviluppo che avrà ricadute su tutta la economia della Val di Susa, di Torino, del Piemonte e del Paese perché le ricadute sul commercio, sui servizi, sul sistema pensionistico e sull’ambiente saranno sicuramente molto importanti. Ecco perché sarebbe stato importante che la Regione avesse portato avanti in questi anni gli accordi sulle compensazioni al territorio, creando maggiore consenso all’opera. Oggi Chiamparino si muove molto ma la sua Amministrazione non ha saputo rilanciare l’economia piemontese e per la Tav non ha fatto tutto quello che avrebbe potuto.

*Mino Giachino, già sottosegretario ai Trasporti

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