ISTITUZIONI A RAMENGO

Inetti a governare fomentano l'odio

Anche sulla tragedia di Genova la maggioranza pentaleghista mostra la sua inadeguatezza. Attacco allo stato di diritto e ignoranza istituzionale. Malan (FI): "Toninelli dovrebbe dimettersi". Laus (Pd): "Sciacalli in perenne campagna elettorale"

“È chiaro che di fronte a una tragedia come quella di Genova c’è rabbia, ma non puoi manifestarla quando sei ministro. Altrimenti ti dimetti, lasci il posto a qualcuno che il ministro lo sappia fare e tu vai a fare le manifestazioni di piazza. Al Governo ci vogliono persone che non facciano proclami, ma atti”. Se poi quei proclami di cui parla il senatore di Forza Italia Lucio Malan - primo tra tutti l’annuncio (poi stemperato e quindi ribadito in rincorrersi di dichiarazioni) della revoca delle concessioni autostradali – finiscono come era ampiamente prevedibile per avere effetti sui mercati finanziari, se “ad ogni dichiarazione dell’esecutivo c’è qualcuno che tenta di guadagnare senza fatica decine di milioni con operazioni in borsa”, per il parlamentare azzurro la conclusione è una sola: “chi non si rende conto di tutto ciò dimostra di non essere adatto a governare”.

Una tra le accuse più dure al ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli e al M5s sull’atteggiamento del Governo dopo il crollo del viadotto sul Polcevera, arriva proprio da un politico che certo non può essere neppure lontanamente indicato come tenero nei suoi giudizi nei confronti delle concessionarie delle autostrade, tantomeno un difensore dell’accordo fatto a suo tempo dallo Stato con le società. E non da oggi. Malan ha sempre denunciato l’atteggiamento “estremamente favorevole” e le ancor più favorevoli condizioni con cui ai grandi gruppi imprenditoriali e finanziari è stata affidata pressochè tutta la rete. Proprio da questa posizione, tuttavia, il senatore forzista replica con durezza alle accuse mosse nei confronti del suo partito dalla deputata del M5s Marialuisa Faro che ha affermato come “le priorità di Forza Italia non riguardano milioni di italiani che hanno il diritto di attraversare un ponte in totale sicurezza, pagando peraltro i pedaggi più alti d'Europa, ma sono Atlantia e gli azionisti”.

“Un partito di governo dovrebbe tenere un minimo di sobrietà di fronte a una tragedia come quella di Genova, ma a tanti, come l’onorevole Faro, questo proprio non riesce” ribatte il senatore piemontese, il quale pone invece l’accento sull’inadeguatezza del Governo anche di fronte a questa situazione, rimarcando la posizione che da anni ha sulle concessioni: “È chiaro, e non lo dico certo per la prima volta adesso, che c’è stato un atteggiamento di estremo favore verso i concessionari, tanto da fare sembrare che loro siano super partes e il governo faccia il loro interesse. Altrettanto chiaro che abbiano avuto guadagni spropositati”. Questo “trattamento di estremo favore”, tuttavia, per Malan non si rimedia con “gli annunci di questi giorni che servono solo, si spera inconsapevolmente, ad alimentare proprio la speculazione che a parole i Cinquestelle dicono di esecrare”.

“Se ci sono delle decisioni utili e giuste da prendere, vanno prese anche se danneggiano gli azionisti, ovviamente. Ma prima dei proclami ciascuno deve fare il proprio dovere. Il ministro Toninelli, ad esempio, deve chiarire, come chiesto dall'onorevole Giorgio Mulè, cosa sa il ministero da lui guidato sulle condizioni di quel ponte, che è di proprietà dello Stato. Io stesso – aggiunge il senatore –  ho sottolineato che la società concessionaria è la prima a dover chiarire per le grosse responsabilità che le competono, ma subito dopo c'è il ministero che dovrebbe anche rendere noti tutti i dati utili sulla convenzione con Autostrade per l’Italia, non limitarsi a chiederlo, non si capisce a chi. Chi è così rapido a chiedere le dimissioni altrui – dice rivolto a Toninelli – dovrebbe essere più rapido nel fare fronte alle proprie responsabilità".

Sull’annuncio della revoca delle concessioni fatto non solo dal titolare del Mit, ma anche da Luigi Di Maio e dallo stesso premier Giuseppe Conte (con un Matteo Salvini che concorda, ma apre con il sottosegretario leghista Edoardo Rixi a una possibile trattativa), Malan è netto: “Molti aspetti delle dichiarazioni di Toninelli sono anche giusti, ma quando sei ministro più che affermazioni devi fare atti e una cosa sono le considerazioni generali, altro è dire revochiamo. Sono cose che se le chiede qualcuno esterno all’esecutivo ci possono anche stare, ma quando sei al Governo ti prendi un’enorme responsabilità. Non credo Toninelli abbia speculato ma sono sicurissimo che altri lo abbiano fatto”.

E se per il parlamentare di Forza Italia dietro i proclami governativi c’è la consapevolezza che “piacciono alla gente e vanno a rispondere a una sete di vendetta” alimentata anche dalle stesse esternazioni dei politici oggi al governo del Paese, mentre “c’è bisogno di giustizia senza sconti per nessuno”, un suo collega anch’egli piemontese, dai banchi del Pd di Palazzo Madama si trova in questo sostanzialmente sullo stesso punto di vista.

“I responsabili vanno individuati, devono pagare severamente, senza guardare in faccia a nessuno. Credo non ci sia nessuna forza politica che non chieda questo”, premette il senatore Mauro Laus, anch’egli aspramente critico nei confronti del Governo. “È sconvolgente ascoltare dal presidente del consiglio e dai due vicepremier affermazioni sul superamento del lavoro della magistratura che fanno saltare lo Stato di diritto, fare annunci che provocano conseguenze sull’economia, senza peraltro che nessun giurista proferisca parola. Sono professionisti e produttori di odio e di rabbia. Ma chi sta al Governo, invece deve fare come un buon padre di famiglia: prima di parlare deve pensare”.

L’ex presidente del consiglio regionale del Piemonte sottolinea come “In un momento di grande dolore per le vittime, tutti gli italiani vogliono che i responsabili paghino penalmente e civilmente. Per quale motivo le forze che governano vogliono creare una divisione? Perché sono degli sciacalli in continua campagna elettorale. Di questo se ne accorgeranno anche i cittadini che li hanno votati, ma potrebbe essere troppo tardi per il Paese”.   

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