VERSO IL 2019

"Lega fedifraga e noi di Forza Italia cornuti e mazziati"

La fuitina di Salvini e i Cinquestelle inizia a preoccupare l'alleato. Porchietto: "Se non ci diamo una mossa consegniamo il nostro elettorato a Chiamparino". E per le Regionali la coalizione di centrodestra è sempre più una chimera

“Ha deciso di farsi l’amante e adesso dice pure ai quattro venti che stanno bene insieme e che la storia durerà a lungo. E noi? Cornuti e mazziati?”. Beautiful versione centrodestra. Il tradimento consumato o alle viste nel tormentato e logoro rapporto tra Lega e Forza Italia, anche se non pronunciato, salta comunque fuori. Come da copione, direbbe chi aveva capito che tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio la cosa avrebbe funzionato. Non certo chi, invece, continua ad essere convinto e, soprattutto, sperare che la fuitina sia breve e resti tale. Ma i presagi indicano il contrario. Non solo quelli: il leader della Lega continua a ripetere che con i Cinquestelle si va d’amore e d’accordo e il Governo durerà.

Parole che se qualche orecchio azzurro ha fatto finta di non sentire, ne hanno fatto fischiare altri sempre tra i berluscones, sempre guardando al presente ma non di meno al futuro ovvero alle prossime elezioni, le europee ma anche le concomitanti regionali della prossima primavera. “Mi chiedo cosa pensa di fare davvero la Lega, in futuro. E quel che vedo non mi fa pensare bene per il centrodestra” dice Claudia Porchietto, deputata piemontese di Forza Italia. Più che come un sibilo le parole del vicepremier leghista alle sue orecchie sono arrivate come una sirena di allarme, una sveglia che altri continuano a far finta di non sentire aspettando di svegliarsi con accanto Matteo, come da lui promesso.

L’ha presa proprio male, onorevole Porchietto, questa storia dell’idillio di Governo.
“E come la si dovrebbe prendere? Il rapporto tra Salvini e Di Maio si va rinsaldando velocemente e a scapito dei valori della coalizione del centrodestra che ha vinto le ultime elezioni, il leader della Lega dice che questo Governo durerà a lungo, ancora l’altro giorno ha dato un segnale forte, né il primo né, presumo, l’ultimo in tal senso".

Molti nel suo partito, anche in Piemonte, continuano a dirsi sicuri della lealtà della Lega e sembrano passare sopra al fatto che l’asse con i Cinquestelle sia sempre più solido, ben oltre il contratto di Governo. Lei invece…
“Io so che sono preoccupata, anzi non so se si può dire…”

Dica.
“Sono incazzata”.

Stia serena, pardon tranquilla, si ascolta ben di peggio. Con chi ce l’ha e perché?
“Tra otto mesi si voterà in una regione come il Piemonte che ha grandi difficoltà e mi infastidisce, a dir poco, che si lasci a Sergio Chiamparino lo spazio in un mondo che è nostro. L’appello che ha lanciato la scorsa settimana, sinceramente avrei voluto lanciarlo io, non come Claudia Porchietto, ma come esponente di Forza Italia, come persona che ha scelto di candidarsi nel centrodestra da imprenditore, da professionista perché ritiene che i valori miei siano rappresentabili dal centrodestra”.

Invece è arrivato prima lui. Astuto e rapido Chiamparino o lenti voi?
“Io mi so che mi ritrovo adesso un pezzo del centrodestra che ha deciso di fare una strada diversa con chi assolutamente non ha nulla da sparire con come i Cinquestelle. So di esser saldamente nel centrodestra, ma loro i leghisti dove sono? Vorrei capirlo. In Piemonte abbiamo problemi pesanti, non ci hanno aiutato sulle Olimpiadi, non ci stanno aiutando sulla Tav, non c’è una prospettiva di costruire un rilancio”

E nel frattempo Chiamparino apre a un fronte largo e si rivolge a quello che storicamente è stato un vostro elettorato. Pensa che con la politica dei due forni, al Governo con i grillini e in coalizione con il centrodestra nelle regioni, Salvini vi tenga con le mani legate?
“Ammetto che mi fa rabbia vedere che per un senso di lealtà nei confronti della Lega, noi perdiamo posizioni perché in questo frangente pur  non riconoscendoci su non pochi temi che loro condividono con il M5s, noi ci troviamo in difficoltà a poter rispondere. In più se guardo il quadro nazionale, le loro dichiarazioni, della Lega intendo, non mi fanno presagire nulla di buono. Detto questo, ribadisco sentirmi a pieno titolo di centrodestra e di certo non vado a cercarmi altre case”.

Però potrebbe farlo una parte del vostro elettorato. Non crede?
“Questo si, lo temo. Anche perché ogni giorno parlando con rappresentanti del mondo dell’impresa, del commercio, delle professioni ci viene chiesto quando noi torneremo a rappresentarli. Sanno benissimo che stiamo facendo battaglie parlamentari per sostenere principi liberali, i loro valori e le loro istanze, ma si chiedono il motivo per cui noi non vogliamo esprimerlo in modo chiaro”.

E qual è?
“A molti diamo l’impressione di non voler disturbare il manovratore. E questo elettorato si guarda attorno, è naturale”.

Torniamo alle elezioni regionali, manca meno di un anno, la Lega inizia a seminare qualche dubbio sulla tenuta della coalizione. Anzi, addossandovi la colpa di un eccesso di critica verso il governo adombra una vostra intelligenza con il Pd. Che abbiano un po’ di ragione quelli che nel suo partito non parlano male o lo fanno sottovoce della liason, per voi dangereuse, tra Lega e Cinquestelle per non disturbare il manovratore?
“Ammetto di non aver capito cos’abbia davvero in testa Salvini, di sicuro tante situazioni cambieranno ancora nei prossimi mesi. So che il Piemonte è una regione ai margini di qualsiasi logica nazionale, che ha bisogno di politiche di sviluppo, di infrastruttire, di un governo efficiente e con le idee chiare. Io sono impegnata per questo, sono legata ai miei territori, poi viene tutto il resto. Ognuno si assuma le proprie responsabilità”.

E il manovratore?
“Non disturbarlo può andare bene se lui segue la strada che vogliamo fare tutti insieme, ma se deraglia o cambia binario cosa faccio? Sto sul treno e poi magari lui mi scarica prima di arrivare in stazione?”

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