Il Governo delle chiacchiere

Il governo gialloverde ha superato i tre mesi di vita e si appresta a varare la finanziaria, vero banco di prova della sua azione. In questi mesi il suo Salvini-Di Maio è riuscito a conquistare le prime pagine dei giornali con proclami e dichiarazioni roboanti, ma senza che a questi siano seguiti azioni concrete. Di fatto l’azione del governo appare concentrata sul problema dei migranti e inesistente sul resto. Al contrario di molti commentatori bisogna riconoscere che il problema dei clandestini è piuttosto sentito nell’opinione pubblica italiana e pertanto è normale che il governo se ne occupi. Anche gli strappi diplomatici con l’Europa, per quanto forse eccessivi e poco producenti nell’immediato, non devono per forza essere visti negativamente, come fanno anche tanti liberali. Purtroppo molti confondono un’area di libero scambio con la costruzione di uno stato continentale che replica a livello più grandi i difetti degli stati nazionali con l’aggravante di essere ancor più lontano dai cittadini. La speranza di alcuni è di trasformare l’Unione Europea in una sorta di maestrina severa che redarguisca i cattivi politici italiani dimostrando di avere un’idea distorta di democrazia e fin troppo fiducia in burocrati che non rispondono a nessuno delle loro azioni. La costruzione europea è a un bivio e ridiscuterne scopi e strumenti non può che fare bene e anche modi approssimati possono essere utili, piuttosto dell’immobilismo.

A parte ciò, l’azione del governo pare inesistente. Sul fronte economico l’ISTAT ha registrato un rallentamento dell’economia nel secondo trimestre e pare che l’argomento non riscuota interesse nel governo che continua a baloccarsi con annunci roboanti. Nei scorsi giorni l’agenzia di rating Fitch ha modificato l’outlook da stabile a negativo, ma mantenendo allo stesso livello il rating a significare che bisogna porre attenzione all’azione del governo al momento non decifrabile. Lo spread continua ad essere alto, ciò comportando un aumento della spesa per interessi per finanziare l’enorme debito pubblico italiano. Per ora il governo sembra concentrato sul problema dei migranti e dell’economia sembra non importagli. Verrebbe il sospetto che tutto l’azione mediatica del governo serva a coprire l’inazione sul fronte economico. Ai membri del governo piace affermare che vengono prima gli interessi degli italiani, ma aumentare la spesa per gli interessi e il debito pubblico non mi sembra il modo migliore per farlo; come se si volesse aiutare una persona indebitata addossandogli più spese e più debiti. È facile in questi casi dare la colpa ai mercati come se quest’ultimi fossero dotati di vita propria e non fossero altro che l’insieme di una miriade di scambi che avvengono fra milioni di operatori composti da investitori professionali e risparmiatori. Ci sono sicuramente operatori più importanti capaci di una certa influenza, ma non si può pensare come capita di sentire, di essere in presenza di un complotto. Obiettivamente, chiunque, sentendo la promessa del reddito di cittadinanza e della flat tax, avrebbe dei dubbi sulla tenuta dei conti italiani. Ci si può lamentare quanto si vuole, ma se si è pieni di debiti non è colpa degli altri e il fatto che i creditori facciano pressioni affinché si continuino a pagare i debiti rientra nella normalità delle cose. Risulterebbe molto strano se un creditore non si preoccupasse vedendo il proprio debitore entrare in un casinò. Se il debito pubblico italiano fosse ridotto anche le reazioni dei mercati sarebbero minori o inesistenti.

Sarebbe ora che il governo si preoccupasse veramente degli italiani occupandosi dell’economia piuttosto che mettersi ad accusare altri per giustificare la propria inadeguatezza. Del rallentamento dell’economia qualcuno se ne vuole occupare? La decrescita non è felice.

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