CINQUE CERCHI

Un tridente nel fianco di Appendino

Il Coni conferma: i sindaci montani mi hanno chiesto di sostituire Torino. Chiamparino sente Marin (Sestriere)e torna a chiedere un tavolo a tre. Giorgetti: "Il governo ci sta a patto che tutti accettino il nostro protocollo d'intesa"

Liquidata come ipotesi “inesistente” da Sergio Chiamparino, il tentativo del Piemonte di rientrare nel tridente della candidatura olimpica escludendo Torino è invece assai concreto. A rivelarlo è Giovanni Malagò che da Bologna dov’è in corso la giunta del Coni conferma  l’iniziativa intrapresa dai Comuni della Vialattea. «Ho parlato con Chiamparino. I sindaci delle comunità montane mi hanno scritto che vogliono sostituirsi alla Città di Torino nella candidatura italiana. Questo è encomiabile da parte loro», ma l’operazione pare piuttosto complicata. Anzitutto per il profilo del capoluogo: «La forza di Torino, come vediamo oggi, è proprio l’eredità lasciata dai Giochi dei 2006 – ha spiegato il numero uno dello sport italiano –. Non a caso la città ora ospita la finale dei Mondiali di pallavolo. È l’unica città in Italia a poter accogliere una gara simile». Una esclusione che il governo non sembra tenere in considerazione, almeno a leggere le ultime dichiarazioni del sottosegretario Giancarlo Giorgetti.

E che qualcosa si stia muovendo è confermato dal fatto che lo stesso governatore rende noto di aver «sentito Valter Marin», il sindaco di Sestriere e capofila dei colleghi della zona, il quale «ha concordato con la richiesta di riaprire un tavolo a tre». Assente, almeno per ora, Chiara Appendino. Per Chiamparino la strada è quella «di riprendere da dove eravamo, dal tridente». L'auspicio del presidente piemontese è infatti che a Roma venga riconvocato un tavolo per provare a riportare avanti la candidatura Torino-Milano-Cortina. «Si può provare poi non è detto che vada in porto così com’è. Comunque il tempo c’è ancora, per ora non c’è nessuna candidatura ufficiale perché le candidature si decidono a gennaio». Una richiesta che trova porte aperte nel governo: «Sarei l’uomo più felice del mondo se potessi riunire le tre città attorno allo stesso tavolo per riprendere il discorso sulle Olimpiadi», conferma Giorgetti. «Ma questo può accadere - avverte - solo se Torino, Milano e Cortina accettano la bozza di protocollo inviata la scorsa settimana sulla loro candidatura unitaria. Ogni altra strada che volesse l’appoggio del governo non è percorribile». Non è chiaro quale sarebbe la posizione dell'esecutivo se a rappresentare il Piemonte ci fossero solo i comuni olimpici della Valsusa.

Perché nessun atto ufficiale del Coni per sancire il cambio dalla candidatura a tre (Milano-Torino-Cortina) a quella a due senza il capoluogo piemontese? Spiega Malagò: «È successo tutto repentinamente e siamo persone serie. Se fino a pochi istanti fa abbiamo lanciato un appello dicendo “siamo sicuri che non c’è la possibilità di rimanere tutti insieme?” E la Regione Piemonte e sindaci e rappresentanti delle comunità montane» ci chiedono di aspettare e valutare «secondo me non è serio ed elegante dire “adesso cambiamo subito pagina e non proviamo quantomeno a recuperare chi oggi sta fuori”». Insomma, la partita è ancora aperta: «Poi nelle prossime ore e nei prossimi giorni – ha aggiunto – se tutto questo verrà ancora una volta confermato, il compito del Coni è quello di sostenere una nuova ipotesi di candidatura che, non lo nascondo, fa molto piacere che esista e sia sul tavolo. Nel caso di Roma questa alternativa non esisteva».

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