PALAZZO CIVICO

Un rimpasto fuori menù

Appendino alle prese con la sua maggioranza, tra musi lunghi e diserzioni. Solo una decina di consiglieri accoglie l'invito della sindaca a un pranzo domenicale con la giunta. E c'è chi pensa a una mozione di sfiducia contro l'assessora Patti

I consiglieri pentastellati di Torino hanno marcato la loro distanza da Chiara Appendino e dalla sua giunta disertando il pranzo conviviale organizzato, su impulso del capo di gabinetto Mauro Marinari, nel Quadrilatero Romano: dovevano discutere di progetti per rilanciare la città e invece in tanti hanno preferito dedicarsi ad altro perché, dice uno di loro “la politica è condividere scelte e percorsi e non comunicare decisioni già prese”. Con buona pace della sindaca.

Il piatto forte naturalmente sono state le Olimpiadi, tema su cui alla prima cittadina non è stato concesso neanche di riaprire la discussione, costringendola a sfilarsi appena ha preso quota l’ipotesi del tridente con Milano e Cortina, ma non è il solo argomento oggetto di frizione. La maggioranza resta in fibrillazione, soprattutto per quel che riguarda il rapporto con alcuni assessori. La più debole e l’unica che Appendino considera “sacrificabile” – un termine che lei mai si sognerebbe di utilizzare – resta la titolare delle deleghe all’Istruzione, Federica Patti. Insomma dall'impasto degli gnocchi alla bava, tecnica in cui si è ben destreggiata nella sfida al Salone del Gusto contro il presidente di Iren Paolo Peveraro, al rimpasto di giunta?

Una fronda all’interno del gruppo M5s la vorrebbe fuori perché “non ha preso un voto per essere lì” e soprattutto “non ha dimostrato le competenze di un tecnico”. Tra coloro che si agitano più di tutti c’è Federico Mensio, assessore all’Ambiente in pectore, poi capogruppo in pectore e ora chissà: addirittura vorrebbe promuovere contro di lei una mozione di sfiducia, ma si starebbe scontrando con le resistenze di una parte della maggioranza, senza poter contare sulla sponda (che pure ha chiesto) delle opposizioni. La Appendino sul tema non si pronuncia, anzi formalmente continua a difendere tutta la sua giunta, ma è cosa risaputa che prima dell’estate ci fossero stati dei contatti con l’ex deputata Silvia Chimienti, profonda conoscitrice di argomenti scolastici, insegnante e strenua oppositrice dai banchi di Montecitorio della Buona Scuola di Matteo Renzi. Allora chiese di pensarci su e chissà che intanto i tempi non siano maturi per un avvicendamento che troverebbe anche il favore della base. Un altro nome che circola è quello di Barbara Azzarà, laurea in matematica e docente di scuola superiore.

Intanto, tra diserzioni e voci di rimpasto, l’opposizione coglie la palla al balzo per infierire su una maggioranza, quella grillina, che il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli definisce “tramortita e traballante”. Per l’esponente azzurro Appendino dovrebbe “sbaraccare” questa maggioranza “che ha sempre bloccato l'azione amministrativa, di per sé già non esaltante” con i suoi “No a tutto”. “Torino ha estremo bisogno di rivitalizzare un’azione amministrativa ogni giorno più confusa e allo sbando. Il sindaco trovi il coraggio di immettere energie fresche in giunta, chiami i rappresentanti delle categorie e delle associazioni che conoscono la città. Deve farlo, anche se fuori tempo massimo. Se non lo fa, saranno gli elettori quanto prima a voltare pagina”.

A tentare di ricucire lo strappo ostentando ottimismo è la capogruppo grillina Valentina Sganga: “Se qualcuno dall’opposizione pensa di giudicare la stabilità di una maggioranza da un pranzo conviviale evidentemente è in difficoltà di argomenti”. Per la numero uno pentastellata della Sala Rossa “non sono certamente questi i momenti in cui elaborare le future basi dell'amministrazione”. 

print_icon