SANITA'

Medici e infermieri sul piede di guerra

Alleanza tra Anaao e Nursind sulle carenze del personale nel sistema sanitario regionale: "I dati di Asl e Aso non registrano il reale fabbisogno". E a livello nazione il sindacato dei camici bianchi annuncia "uno o due giorni di sciopero" nel mese di ottobre

"È un momento particolarmente critico per il Servizio sanitario nazionale, che è in una situazione di grave sottofinanziamento. Le notizie che arrivano dal Governo su questa problematica non sono rassicuranti”. Per questo motivo il segretario nazionale di Anaao Assomed, Carlo Palermo, ha annunciato “una o più giornate di sciopero” dei camici bianchi nel mese di ottobre.

Un quadro non certo migliore quello rappresentato, per quanto riguarda il Piemonte, sempre da Anaao che in un documento congiunto con una delle più importanti sigle sindacali degli infermieri, il Nursind, sottolinea le pesanti criticità in fatto di personale che contraddistinguono in maniera negativa e con ripercussioni sui pazienti la sanità regionale.

Ricordando come la Regione lo scorso 2 agosto abbia richiesto alle aziende sanitarie l’invio dei piani del fabbisogno triennale di personale e le risorse finanziare destinate all’attuazione, i sindacati dei medici e degli infermieri giudicano “i dati forniti dalle Aziende insufficienti e non rispondenti alle reali esigenze di personale”.

Sempre secondo Annao e Nursind, la carenza di medici in Piemonte è stimabile in circa 300 unità: a mancare sono soprattutto pediatri, medici dell’urgenza, anestesisti, ortopedici. E la carenza è diffusa su tutto il territorio. Numeri che sono destinati a crescere, osservano i sindacati, “se consideriamo che l’età media dei medici è di 54 anni, contro una media di età di 46,6 anni per la Francia e di  43,9 Germania”. Stimando che nel prossimo quinquennio 2018-2022 andrà in pensione il 20-25% dei medici e quindi dovrà essere sostituito e senza neppure considerare l’esodo verso il privato, le fughe all’estero e i passaggi alla medicina di famiglia, il quadro già oggi preoccupante è destinato ad aggravarsi.

Tutto ciò, già ora, comporta un aumento di carichi di lavoro per i medici ospedalieri e gli infermieri cui concorrono, in Piemonte, ulteriori fattori tra i quali il progressivo invecchiamento della popolazione: “Nella nostra regione – osservano Chiara Rivetti, segretario regionale Anaao e Francesco Coppolella suo omologo per Nursind -  il tasso di ospedalizzazione per acuti in regime ordinario è nella popolazione under 65 di 81 su 1000 abitanti l’anno, mentre dai 65 ai 75 anni cresce a 162 e oltre i 75 anni arriva a 240 ricoveri l’anno ogni 1000 abitanti. E l’eccesso di carico di lavoro è evidenziato dalle lunghe attese, sia nei pronto soccorso,  sia per le prestazioni ordinarie”.

Ben il 40% del personale infermieristico è costretto ad effettuare straordinari. Dai dati richiesti alle aziende, solo nel 2016 gli infermieri piemontesi hanno maturato più di un milione di ore straordinarie e oltre 200 mila giornate di ferie residue. Inoltre molto spesso i turni sono coperti da un eccessivo utilizzo della pronta disponibilità. E anche per gli infermieri l’età media è piuttosto elevata: di 51 anni.

Come peraltro già spiegato nei giorni scorsi dall’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, il Piemonte presenta carenze di personale e un non ottimale rapporto tra numero di medici e quello degli infermieri a causa delle imposizioni del piano di rientro cui la sanità è stata sottoposta per alcuni anni, uscendone solo recentemente.

Per questa ragione, i sindacati ribadiscono come “una seria analisi del fabbisogno non può prescindere dall’ingente perdita di personale determinatasi negli anni di blocco del turn over. È inoltre indispensabile una seria valutazione di alcune variabili strategiche: ad esempio la progressiva cancellazione di migliaia di posti letto e la riconversione di alcuni presidi ospedalieri hanno determinato importanti cambiamenti nella rete ospedaliera che imporrebbero necessariamente una riorganizzazione del territorio e la rideterminazione del personale dei Dea, ora esposto a costante iperafflusso di pazienti”.

Annunciando l’intenzione di chiedere un tavolo alla Regione “in cui venga esplicitata una informativa chiara, precisa e puntuale circa il fabbisogno di personale medico e infermieristico nel prossimo triennio per tutte le unità operative di tutte le aziende sanitarie” Anaao e Nursind, criticando i dati forniti da Asl e Aso , chiedono “un metodo di calcolo del fabbisogno che garantisca una distribuzione adeguata e omogenea delle dotazioni organiche, senza il quale l’unico criterio rimarrebbe esclusivamente il vincolo economico”.

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