TRAVAGLI DEMOCRATICI

Congresso Pd appeso al Nazareno

La Direzione rinvia la decisione sulla data della conta regionale e attende di conoscere quella delle primarie nazionali. Lo scopo dichiarato è evitare due chiamate ravvicinate alle urne, ma permangono i timori di un flop di partecipazione

Lo scopo dichiarato è quello di evitare di chiamare alle urne due volte a distanza magari solo di qualche settimana, iscritti ed elettori. Quello più realistico e neppur troppo nascosto è cercare di scongiurare un flop di partecipazione. Comunque sia, la direzione regionale del Pd oggi ha deciso di non decidere la data del congresso con cui dare, dopo ormai sette mesi dalle dimissioni di Davide Gariglio, un nuovo segretario al partito piemontese. E’ dunque prevalsa la linea tracciata l’altra sera nella cena romana della componente renziana, allargata anche ad altre anime del partito.

Accolta la proposta del coordinamento (di fatto in comitato di reggenza che sostituisce dalla primavera scorsa la segreteria) presieduto da Giuliana Manica, che si era riunito poco prima per approfondire la questione: attendere le decisioni del Nazareno sul congresso nazionale per poi stabilire quando fissare quello regionale e le primarie (a meno di una candidatura unitaria al momento non pare profilarsi).

Tuttavia, nel caso l’assise nazionale dovesse essere fissata troppo a ridosso dell'appuntamento piemontese con le elezioni regionali della primavera (fatto, peraltro difficilmente verificabile se le amministrative coincideranno con le europee), il Pd piemontese fisserà in autonomia il proprio congresso, e per questa remota eventualità si è parlato di dicembre. Mentre la direzione ha fissato la prossima riunione per lunedì, appare sempre più realistico lo scenario di un congresso regionale abbinato a quello nazionale.

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