La ricchezza degli italiani

Ciclicamente qualcuno fa notare che la ricchezza privata degli italiani è molto elevata e mette subdolamente questo valore in relazione con l’ammontare del debito pubblico italiano, facendo intuire che tutto sommato si potrebbe aggredire la ricchezza degli italiani per ripianare i conti dello stato italiano. La ricchezza privata degli italiani a valori correnti è stimata in 8000 miliardi, cifra imponente, ma come per altre statistiche si tratta di stima e pertanto valore teorico. La gran parte è formata da immobili, perché l’80% degli italiani è proprietario di casa. Parliamo di valore teorico proprio perché buona parte di questa ricchezza è bloccata: se nella casa una persona ci abita non può venderla e andare a vivere in tenda. Non solo. Se si mettesse in vendita una porzione significativa degli immobili posseduti dagli italiani, oltre evidentemente a non trovare acquirenti, si avrebbe una discesa decisa dei valori con conseguente deprezzamento di tutto il patrimonio immobiliare italiano compresi gli immobili non in vendita. Stesso discorso si può applicare al patrimonio mobiliare. Brevi considerazioni che dimostrano come quel valore immenso sia teorico.

La parte orribile di chi tira fuori questo discorso è che considera la proprietà privata dei cittadini italiani a disposizione dello stato italiano. In parte ciò è vero perché lo stato per sua stessa definizione ha il potere di coercizione e pertanto può estorcere dal cittadino quello che vuole: è sufficiente che il parlamento voti una legge apposita. Il fatto che il debito pubblico italiano trovi sempre dei finanziatori è in parte dovuto al “collaterale”, ovvero alla garanzia offerta in maniera indiretta dalla ricchezza privata degli italiani. Gli investitori sono ben coscienti che è sempre possibile un prelievo coattivo dai conti correnti degli italiani nottetempo come è già successo nel 1992.

Questo evidenzia come la proprietà privata sia a rischio nelle moderne democrazie mancando di qualsivoglia tutela. Riflessione merita anche il fatto che lo stato italiano ha un’immensa patrimonio fra immobili, aziende, partecipazioni azionarie, terreni demaniali, edifici storici, collezioni e opere d’arte. Perché chi pensa di aggredire il patrimonio privato degli italiani tralascia questo dato? Perché togliere agli italiani, quando lo stato potrebbe vendere i suoi beni per pagare i debiti?

Altra considerazione fatta da chi accusa gli italiani di essere troppo ricchi è di esserlo diventati a scapito della ricchezza statale. La cosa sarebbe avvenuta tramite l’evasione fiscale. Ovviamente è un’assunzione molto forte che serve a giustificare una qualche forma di imposta patrimoniale, ma che non ha riscontro nella realtà. Il debito pubblico è nato e cresce per il costante aumento della spesa pubblica e non per colpa dell’evasione; anzi, le entrate fiscali crescono costantemente e non si capisce dove fa a finire questo immenso fiume di denaro, visto che i servizi ai cittadini sono sempre più scadenti. Infine da quando è un obiettivo avere uno stato ricco? Lo stato dovrebbe erogare dei servizi ai cittadini che li ripagherebbero con le tasse, avendo un bilancio in pareggio. Il fatto che gli italiani abbiano, forse più in passato che adesso, una ricchezza privata elevata è un fatto positivo, non qualcosa da combattere.

print_icon