TEMPI MODERNI

Ai tassisti la concorrenza non piace, interviene l'Antitrust

L'autorità garante apre un procedimento contro Radiotaxi Torino per abuso di posizione dominante nei confronti della app Mytaxi. Casi analoghi anche a Milano e Roma

Ai taxi la concorrenza non piace. Che sia quella di Uber, contro cui la categoria bloccò per giorni le principali città italiane, o quella di Mytaxi, l’applicazione del gruppo tedesco Daimler che offre servizi innovativi operando secondo un modello di piattaforma “aperta”, la musica è sempre la stessa. Ma questa volta, la musica in onda su Radiotaxi Torino è finita sotto la lente dell’Antitrust, dopo che già a Roma e Milano, dove Mytaxi è arrivata prima, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, era stata costretta a intervenire con una sentenza del luglio scorso in cui stabiliva che le clausole di esclusiva imposte ai tassisti da alcuni operatori di radiotaxi sono anticoncorrenziali e quindi devono essere eliminate.

Ora pure nel capoluogo piemontese è stata aperta un’istruttoria per possibile abuso di posizione dominante nei confronti della Società Cooperativa Taxi Torino, cui aderisce oltre il 90% dei tassisti attivi a Torino. Lo rende noto la stessa Antitrust in una nota in cui precisa che, contestualmente, è stato avviato un procedimento cautelare per valutare la possibilità “per l’adozione di una misura provvisoria volta ad impedire che proseguano le condotte attribuibili alla cooperativa”. Il procedimento riguarda le clausole dello statuto della Società Cooperativa Taxi Torino che individuano obblighi di non concorrenza per gli aderenti alla cooperativa, e le esclusioni di alcuni tassisti soci che hanno violato detti obblighi. Insomma, o con Radiotaxi Torino o con Mytaxi, queste le condizioni della cooperativa. Oggi funzionari Antitrust con l’ausilio del Nucleo Speciale della Guardia di Finanza, hanno eseguito le ispezioni nelle sedi della cooperativa ritenuta in possesso di elementi utili ai fini dell’accertamento.

Gli obblighi di non concorrenza contenuto nello statuto di radio Taxi Torino, si legge nella nota Antitrust, sono volti ad impedire l’utilizzo simultaneo da parte dei tassisti aderenti alla cooperativa di più intermediari per la fornitura di servizi di raccolta e smistamento della domanda di taxi, vincolandoli a destinare tutta la propria capacità (in termini corse/turno) alla cooperativa stessa. In quanto applicati ad una percentuale maggioritaria dei tassisti in un dato ambito territoriale (come accade a Torino), appaiono idonei a impedire o ostacolare l’accesso e lo sviluppo di altri fornitori e, in particolare, del nuovo operatore.

Con 100mila tassisti iscritti in 150 città europee, Mytaxi è arrivata in Italia nel 2015. Prima a Milano, poi a Roma (2016) e infine a Torino (2017). Il tassista si iscrive e mette a disposizione un certo numero di corse. Il passeggero scarica la app sullo smartphone, vede qual è la macchina più vicina e la prenota, pagando con carta di credito. Nel luglio dello scorso anno, una sentenza dell'Antitrust che stabilisce – senza comminare sanzioni – che le clausole di esclusiva imposte ai tassisti da alcuni operatori di radiotaxi sono anticoncorrenziali e quindi devono essere eliminate.

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