MONTECITORIO

Sul decreto Genova grillini dalla lingua biforcuta

A parole si scagliano contro Autostrade per l'Italia ma poi approvano un provvedimento per consentire alla società di ottenere i lavori di demolizione del ponte Morandi. Deroghe anche sul codice Antimafia. La denuncia di Gariglio (Pd)

Un emendamento al decreto Genova presentato all’ultimo momento e approvato in fretta e furia dalla maggioranza durante la seduta congiunta delle Commissioni Trasporti e Lavori pubblici a Montecitorio. Ma perché tanta solerzia? Il provvedimento (è il numero 1.100) individua le attività che il commissario per la ricostruzione, cioè il sindaco di Genova Marco Bucci, può affidare a operatori economici che non abbiamo partecipazioni in società concessionarie autostradali. A spiegare meglio quello che ha tanto il sapore di escamotage è il deputato del Pd Davide Gariglio: «In origine era previsto che i lavori di ricostruzione del ponte dovessero essere affidati a società diverse da Autostrade per l’Italia e lo stesso dicasi per quelle opere “propedeutiche e connesse”. Poi, con l’emendamento appena votato è stata soppressa la parola “propedeutiche”. In questo modo, si affida ad Autostrade per l’Italia il compito di abbattere il ponte, opera propedeutica per la ricostruzione”». Nulla di scandaloso, ci mancherebbe, ma certo questa scelta stride un po’ con l’operazione tabula rasa che il governo aveva annunciato non tanto nei confronti di quel che resta del ponte Morandi, ma di chi lo aveva gestito in tutti questi anni, Autostrade per l’Italia, appunto.

«Non scandalizza la scelta in sé – prosegue Gariglio - che può essere dettata da ragioni di urgenza, ma è evidente che, mentre a parole ci si abbandona a invettive contro le società autostradali, sottobanco si tratta con loro e ci si scambiano favori». Pochi minuti dopo, la maggioranza ha respinto un altro emendamento che prevedeva che, in caso di omesso versamento da parte di Autostrade delle somme necessarie per la ricostruzione del ponte, si potesse procedere alla revoca della concessione. «È la doppia morale di Cinquestelle e Lega. Duri nei toni, morbidi nei comportamenti di governo».

«All’insegna di questa doppia morale anche un’altra scelta: quella di respingere gli emendamenti di Pd e di tutti gli altri gruppi di opposizione per impedire al Commissario di Governo di derogare alle norme antimafia – conclude Gariglio -. Infatti, per la prima volta, col decreto Genova si consente di non rispettare la normativa antimafia, fatto al quale il presidente dell’Autorità anticorruzione Cantone ha chiesto di porre rimedio. Proprio il sottosegretario Vito Crimi, che, in passato, ha sempre cavalcato le battaglie antimafia, oggi, seduto sui banchi del Governo, è stato risolutamente contrario a inserire il rispetto del Codice antimafia tra gli obblighi del Commissario per la ricostruzione. Ma, si sa, con i grillini al governo e Matteo Salvini ministro dell’Interno, la mafia non è più un problema».

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