FIANCO DESTR

Forza Italia nella morsa sovranista

Vecchio centrodestra addio. Fratelli d'Italia e i fittiani danno vita alla seconda gamba della coalizione. In arrivo Toti e alcuni ex berlusconiani come Rosso. E in Piemonte saltano i giochi e la designazione del candidato governatore si complica non poco

Il cuore che Giorgia Meloni, meno di un mese fa parlando dal palco di Atreju, ha detto di voler lanciare oltre l’ostacolo mettendo insieme conservatori e sovranisti, potrebbe diventare un sasso che rotola tra i piedi di Forza Italia lungo l’impervio sentiero, per gli azzurri, verso le regionali di primavera in Piemonte.

Arrivano da più parti i mattoni per la nuova casa politica progettata dalla leader di Fratelli d’Italia da edificare sullo stesso terreno in cui continua a crescere la Lega, ma con stile diverso e diversi inquilini. Senza il rischio di apparire una villetta a schiera in miniatura rispetto a quella di Matteo Salvini con il quale l’alleanza non è minimamente messa in discussione, nonostante l’opposizione al Governo gialloverde.

Destra tradizionale e sociale, liberali, conservatori e soi-disant patrioti, le categorie. Oltre alla Meloni e i suoi, l’ex ministro e già governatore della Puglia Raffaele Fitto con il suo ossimorico Conservatori e Riformisti, il governatore siciliano Nello Musumeci e, sempre più probabile, pure il suo collega ligure Giovanni Toti così come l’ex deputata Nunzia De Girolamo, i primi nomi.

Ai quali va aggiunto, osservando le probabili ricadute piemontesi del progetto meloniano, il fittiano Roberto Rosso, più volte parlamentare, sottosegretario con Silvio Berlusconi e oggi consigliere comunale a Torino, oltre che vicesindaco nella sua Trino Vercellese.

L'idea prospettata è quella di evitare di farsi chiudere nell'angolo da Salvini, mettendo in campo un progetto che avrà probabilmente la sue prova tecnica alle europee, ma potrebbe far sentire il suo peso negativo sul partito di Berlusconi soprattutto alle amministrative dell’anno prossimo, passaggio non ininfluente per l’obiettivo dichiarato ancora dalla Meloni: “Quando saremo pronti potremo liberare Salvini dall'abbraccio con M5s e ridare all'Italia un governo frutto non di un accordo posticcio dopo le elezioni, ma di una battaglia condotta insieme in campagna elettorale”.

Un’idea che piace a Rosso il quale, pur restando per ora strategicamente cauto sulle elezioni in cui il centrodestra punta, con i numeri attuali dalla sua, a impedire un Chiamparino-bis, non nega che proprio guardando al voto in Piemonte “il soggetto, sia una federazione tra forze politiche o un partito nuovo, che potrebbe nascere già entro novembre. Un’offerta politica agli elettori di quel mondo liberale che non si riconosce più in Forza Italia per mille ragioni, ma non è disponibile a delegare tutto a Salvini”.

L’ex parlamentare ricorda l’esperienza di Gianfranco Fini con la costituzione di Alleanza Nazionale, “quando Forza Italia con percentuali ben oltre il 30 presidiava il centrodestra”, insomma con un partito del Cav rispetto a quale quello attuale non pare più neppure la sua ombra. “E Fini ebbe un’intuizione che si rivelò azzeccata”, afferma Rosso che ebbe una fugace infatuazione per l’ex presidente della Camera arrivando ad aderire a “Futuro e libertà”, una meteora nel panorama elettorale.

Non meno azzeccata, a parere del fittiano piemontese, l’intuizione della leader di Fratelli d’Italia: “La Meloni, intelligentemente, ha capito che il solo elettorato di destra è si ben presidiato, ma non può espandersi oltre, rischiando semmai di consumarsi a favore della Lega. Lei, con Salvini che raddoppia tiene i suoi voti, quasi un miracolo, mentre Forza Italia continua a calare”. E proprio la costante discesa dei consensi, insieme a un palese nervosismo degli uomini del Capitano per gli attacchi al Governo, pongono una seria ipoteca non solo sull’assegnazione del candidato presidente a Forza Italia – ipotesi che pare allontanarsi ogni giorno di più, senza neppure le smentite assai poco convincenti del Carroccio – ma addirittura sulla proposizione di un centrodestra nel suo assetto classico.

Quale centrodestra? si chiede l’eurodeputato di Forza Italia Stefano Maullu, eletto del Nord Ovest, un altro dato in rapidissimo avvicinamento alla nuova formazione del tridente che avrebbe Toti al Nord, Meloni al centro e Fitto al Sud, presentando il suo convegno sabato 27 ottobre a Milano dal titolo Italia Avanti e annunciato da un manifesto che nei caratteri tipografici pare uscito dal Ventennio.

E quale centrodestra, con noi o senza di noi?, si chiedono senza ammetterlo molti berluscones con un orizzonte delle regionali piemontesi sempre meno nitido. Che sia la Lega a dare le carte e a decidere come si gioca la partita ormai è chiaro. Se poi deciderà di far sedere al tavolo un nuovo compagno di gioco, sarà l’ennesimo problema in casa azzurra.

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