PALAZZO CIVICO

Sindaca a Dubai, maggioranza in panne sulla Tav

Appendino lunedì non sarà in Sala Rossa, ma i consiglieri grillini tirano dritto: "L'approveremo anche senza di lei". Cade l'ipotesi rinvio dell'odg contro l'alta velocità. Lavolta (Pd): "Così sembra che scappi da un provvedimento che la imbarazza". Anche la Lega si smarca

Alcuni dei firmatari neanche sapevano della defezione della sindaca e hanno fatto fatica a celare il loro imbarazzo. Nel giorno in cui la Sala Rossa dovrebbe votare l’ordine del giorno contro la Tav, Chiara Appendino sarà a Dubai per la sessione del Global Islamic Economy Summit. La maggioranza grillina prova a blindare i confini torinesi, rinchiudendo Torino nell’angusta cinta daziaria, e la prima cittadina vola dall’altra parte del mondo per stringere accordi internazionali con fondi e investitori stranieri, in una delle capitali della globalizzazione turbofinanziaria. Probabilmente nessuno dei due riuscirà nel proprio intento.

La notizia della missione di Appendino è stata rivelata oggi durante la conferenza dei capigruppo a Palazzo Civico dal presidente del Consiglio Fabio Versaci dando la stura alla polemica delle opposizioni: “Così facendo la sindaca dà l’impressione di scappare da una discussione che evidentemente le crea più di qualche imbarazzo” rivolta il coltello Enzo Lavolta, vicepresidente Pd dell’aula. Messi di fronte al fatto compiuto, i rappresentanti del Movimento 5 stelle, dopo un confronto interno, hanno escluso ogni ipotesi di rinvio, come richiesto dall'opposizione. "Non ci sarà nessun rinvio - si legge in una nota ufficiale del gruppo grillino -. Lunedì prossimo, anche senza la sindaca l'ordine del giorno sarà approvato". "La sindaca - affermano i consiglieri della maggioranza - è sempre stata No Tav e non ha mai messo in discussione questa posizione. L'atto che abbiamo presentato è frutto di un percorso di condivisione con lei". 

Un testo (LEGGI), quello redatto dgli esponenti pentastellati, dai soliti e stantii contenuti ideologici e demagogici che prevede, oltre al blocco dei bandi per l’opera, alla destituzione di Mario Virano da Telt e di Paolo Foietta dall’Osservatorio (le cui attività dovrebbero essere sospese così come quelle del Commissario di Governo, ruolo da “abolire”) e una congerie di altre amenità, anche l'impegno a “destinare i fondi attualmente previsti dal Governo per la Torino Lione (…) per la mobilità collettiva e sostenibile” nell’area della Città Metropolitana e sul resto del Piemonte. Come se l’esecutivo, quand’anche decidesse di far saltare la Tav, lasciasse sul Piemonte miliardi di euro per far fare ad Appendino tante belle piste ciclabili. A firmarlo non solo gli esponenti dell’ala massimalista (Viviana Ferrero, Maura Paoli, Damiano Carretto, Marina Pollicino e Daniela Albano), ma pure i cosiddetti “istituzionali”, Andrea Russi, Carlotta Tevere, Francesco Sicari, Barbara Azzarà e Massimo Giovara.  

Chi certamente non voterà il documento è il capogruppo leghista Fabrizio Ricca: “La Lega resta favorevole all’opera, al contrario del Movimento 5 stelle”. Un filo sottile quello su cui provano a tenersi in equilibrio gli esponenti piemontesi del Carroccio, dopo la nota ufficiale dei due deputati torinesi Elena Maccanti e Alessandro Benvenuto che confermavano il pieno sostegno a Toninelli e l’attesa per l’analisi costi-benefici. “Un conto – conclude Ricca – è attendere questo studio e valutare come migliorare eventualmente l’opera, altro è utilizzarlo come grimaldello per far saltare tutto, come stanno facendo i Cinquestelle”.

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