SFASCISMO

Tav, braccio di ferro M5s-Lega

Toninelli: “Ci metteremo d’accordo per non farla”. Molinari: “Rispettiamo il contratto ma per noi va realizzata”. E il premier Conte prova a mediare: “Attendiamo l’esito dell’analisi costi/benefici”

L’analisi costi-benefici sulla Tav, annuncia il premier Giuseppe Conte, è in arrivo. Chissà su quale binario. E auspica in una “sintesi” che però all’interno della maggioranza pare piuttosto lontana. Da una parte c’è il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che a meno di ventiquattr’ore dal voto in Consiglio comunale di Torino, pare convintissimo del No e spiega: “Ci metteremo d’accordo con la Francia per non fare la Tav”. Dall’altra parte la Lega risponde per bocca di Riccardo Molinari, capogruppo del Carroccio a Montecitorio e segretario piemontese: “Noi vogliamo rispettare il contratto perché capiamo che il M5s ha un sensibilità diversa dalla nostra. Ma per quanto ci riguarda, riteniamo che sia anche questa una infrastruttura strategica fondamentale e che vada realizzata“.

Dopo l’ordine del giorno approvato in Sala Rossa, l’esponente di governo del M5s più coinvolto nella decisione sull’Alta velocità Torino-Lione torna sull’argomento: “Mi risulta che Macron l’abbia esclusa dalle priorità infrastrutturali proprio dopo aver valutato costi e benefici. E non ha stanziato risorse per finanziare il percorso dalla galleria a Lione”, dice Toninelli a Bruno Vespa, contestando anche la tesi del commissario di governo per la Tav, Paolo Foietta, secondo cui il blocco dell’opera costerebbe all’Italia oltre 2 miliardi di risarcimento danni. “Tutto sbagliato. Dalle prime avvisaglie direi che non è assolutamente una cifra che sta in piedi”. La Lega, che lunedì ha bollato come “una ideologica fuga in avanti” l’approvazione dell’odg con il capogruppo Fabrizio Ricca, ricorda che “per la Tav nel contratto di governo è previsto che si rifletta sull’analisi costi-benefici di questa grande opera“, si legge nella nota del capogruppo alla Camera Molinari.

Il premier Conte da Nuova Delhi prova a mediare: “Sulla Tav stiamo ultimando l’analisi dei costi-benefici, è in dirittura di arrivo. Nel contratto, l’esecutivo si impegna a rivedere quest’opera. Stiamo cercando di curare tutti i dettagli, tra un po’ ci sarà una sintesi. È lo stesso metodo usato per la Tap“, afferma. Pur sottolineando come ciò non voglia dire “necessariamente che la decisione sia la stessa” del gasdotto, la parola “sintesi” – tenendo conto delle posizioni più volte espresse dal partner di governo – lascia intravedere la necessità di un confronto.

Toninelli, in attesa delle risposte dei tecnici, sottolinea come “sulla Tav si dovevano fare soltanto gallerie esplorative per la ricerca geognostica in modo da valutare i materiali necessari all’opera” e “invece hanno fatto un buco grande quanto il tunnel“. Ma “in ogni caso la geognostica è costata all’Italia soltanto 617 milioni. Il rimborso di due miliardi? Lo vedremo”, dice il ministro.

Molinari aggiunge: “Attendiamo anche le scelte della Francia: i francesi stanno prendendo tempo per ragionare come realizzarla. Va bene prendere tempo per analizzare i costi-benefici ma il progetto finale per quanto ci riguarda non deve esser messo in discussione“. Il capogruppo leghista esclude anche uno “scambio” tra Tap e Tav. “Il via libera al Tap sta nelle cose, perché da questa opera dipende l’autonomia energetica dell’Italia. Anche il premier Conte lo aveva detto: l’opera è strategica al di là delle penali“. Lunedì, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti aveva ribadito che “le opere vanno fatte tutte” e il compagno di partito Ricca, in consiglio comunale, era stato chiaro: “La Lega è sempre stata e continua ad essere a favore dell’opera perché il Piemonte non può permettersi di restare isolato commercialmente”.

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