POLITICA & GIUSTIZIA

Finpiemonte, "processate Gatti"

La procura chiede il rinvio a giudizio per tutti gli indagati, tra cui figurano, oltre all'ex presidente della finanziaria regionale, anche Piccini, Picchetti e Cirillo. Le accuse vanno dal peculato aggravato alle false attestazioni

La procura di Torino ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti dell’ex presidente di Finpiemonte Fabrizio Gatti, di due imprenditori, Pio Piccini e Massimo Picchetti, e di Francesco Cirillo, direttore della filiale di Zurigo della banca Vontobel. Insieme a loro rischiano di finire a processo anche  l’ex direttrice generale della finanziaria della Regione Piemonte, Maria Cristina Perlo, due presunti prestanome Giuseppe Arabia e Giuseppe Colucci e Massimo Santoro, commercialista incaricato dalla società di Gatti, la Gem Immobiliare, di redigere una relazione destinata al tribunale fallimentare. Gatti, Piccini, Pichetti, Cirillo e le due presunte teste di legno sono indagati di peculato aggravato in concorso. Nei confronti di Perlo l’accusa è di aver omesso i controlli. Il commercialista è invece indagato per false attestazioni. Il tribunale dovrà fissare una data per l’udienza preliminare.

L'indagine della polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, coordinata dal sostituto procuratore Francesco Pelosi, ruota attorno all’apertura di un conto di Finpiemonte presso la filiale di Zurigo della banca Vontobel su cui furono versati circa 50 milioni di euro. Da quel conto, che avrebbe garantito alla finanziaria tassi di interesse maggiori dei conti italiani, erano partiti tre bonifici da circa 6 milioni di euro destinati alle società di Pichetti e Piccini i quali, a loro volta, erano impegnati nel salvataggio della Gem Immobiliare di Gatti, società che versava in cattive acque per investimento non andato a buon fine.

Sia Gatti (difeso dai legali Luigi Chiappero e Luigi Giuliano), sia Piccini (assistito dall’avvocato Manlio Morcella), sostengono che si sia trattata di una truffa ai danni del primo, una versione a cui gli inquirenti non danno credito.

Il caso era emerso nell’autunno di un anno fa quando l'attuale presidente dell'ente di galleria San Federico, il professore Stefano Ambrosini, decise di denunciare alla procura e alla Banca d’Italia le operazioni del suo predecessore. L’inchiesta portò all'arresto di Fabrizio Gatti il 6 aprile. Dopo un periodo di detenzione e uno ai domiciliari, l’ex presidente di Finpiemonte è tornato libero il 16 luglio scorso, pochi giorni prima della chiusura dell’indagine.

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