Regionali tra civismo e partiti

L’ormai prossima consultazione per il rinnovo del Consiglio regionale del Piemonte, al di là del risultato finale, si gioca anche nella capacità di mettere in campo soggetti politici nuovi e più articolati rispetto ai partiti e alle tradizionali coalizioni. Del resto, le stesse alleanze di centrodestra e di centrosinistra hanno subito una pesante metamorfosi rispetto al quadro politico che è scaturito dal voto del 4 marzo scorso. È appena il caso di ricordare che dell’ex centrodestra non c’è più nulla perché ormai grazie all’intelligenza politica di Salvini quella coalizione ruota esclusivamente attorno alla Lega. Per quanto riguarda il centrosinistra, invece, la progressiva ed inarrestabile caduta di credibilità e di consensi del Partito democratico cambia oggettivamente il profilo e la natura dell’alleanza. Anche se, come ovvio, non si può prescindere dal Pd per costruire una coalizione di governo e, possibilmente, plurale.

Ma la vera sfida delle prossime elezioni regionali può anche essere quella di riscoprire e far vivere politicamente il cosiddetto “civismo”. Un civismo territoriale, amministrativo, culturale e sociale che può fare la differenza rispetto al risultato finale. Un rilancio del civismo che è anche la concreta conseguenza della crisi dei partiti tradizionali e della scarsa disponibilità dei cittadini - anche di quelli che sono più sensibili all’impegno politico - a farne parte. E questo per un motivo molto semplice. Nei partiti, di fatto, l’ingresso è quasi impossibile. E l'alternativa è secca. O la piena fedeltà al capo senza alcuna possibilità di dissenso o di confronto libero e democratico nel partito. Oppure la presenza massiccia di correnti e di bande che, di fatto, certificano come il partito non è nient’altro che la sommatoria di quelle correnti e di quelle bande. Con un dibattito politico che è regolato e disciplinato solo ed esclusivamente dalle tessere o da patti di potere.

Ecco perché il civismo può e deve giocare un ruolo politico decisivo nella futura competizione elettorale piemontese. Ed è anche per questo motivo che “Rete Bianca”, il movimento politico e culturale che è nato recentemente a livello nazionale per ricomporre l’area cattolico democratica, popolare e sociale, parteciperà alle prossime elezioni piemontesi con altre formazioni civiche che hanno già dimostrato di avere radicamento territoriale, personalità politica e precisa e sperimentata competenza amministrativa.

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