Piazza Castello, chi incassa?

Sì Tav, chi incassa elettoralmente? C’è una domanda che serpeggia, squallida ma serpeggia, su chi incasserà elettoralmente la protesta di Piazza Castello. Certo, tutti sappiamo che si è trattato di una manifestazione apartitica, trasversale, senza bandiere, senza padrini politici e di contenuto. Eppure, già alcuni minuti dopo la manifestazione assistevamo alle dichiarazioni di alcuni buontemponi che davano abbastanza per scontato che tutto ciò avrebbe favorito e rafforzato il proprio partito. Tra tutti, il segretario pro tempore del Pd Martina.

Ora, è indubbio che, al di là del balletto sui numeri, un dato è certo: quella piazza non può essere incasellata organicamente con nessuno dei partiti attualmente in competizione. Visto il profondo pluralismo che la componeva. Certo, un altro dato è altrettanto certo ed inequivocabile: quella piazza ha delegittimato sotto il profilo politico ed amministrativo il sindaco di Torino per le scelte fatte in questi anni e non per un pregiudizio ideologico. Del resto, era appena sufficiente vedere chi c’era concretamente in quella piazza per rendersene conto. E, come sempre capita, è sempre arduo tracciare parallelismi e confronti con altre marce e altri momenti simbolici che hanno caratterizzato le grandi partecipazioni popolari del passato a Torino. Qualche simpaticone, anzi più d’uno, si è gianduiescamente avventurato in questa operazione, salvo poi trovarsi in un clamoroso imbarazzo quando, da sinistra, si equiparava la marcia dei cosiddetti 40 mila della Fiat con quella di sabato scorso. Ma tant’è.

In un clima di crescente confusione tutto è permesso e tollerabile. Comunque sia, se è abbastanza evidente che chi ha fretta di incassare elettoralmente e rapidamente le ricadute di Piazza Castello può prendersi qualche mese di ferie per evitare di avere brutti risvegli, è altrettanto vero che la protesta Sì Tav può contribuire a cambiare la geografia politica nel nostro paese. Come, ad oggi, nessuno lo sa. E non solo per il rafforzamento, o meno, di alcuni partiti a danno degli altri ma anche, e soprattutto, per il potenziale decollo di nuove esperienze e nuovi soggetti politici. Ovviamente civici e dichiaratamente post ideologici. E, forse, al di là delle stesse intenzioni e della volontà degli stessi promotori della bella manifestazione di Piazza Castello.

Dunque, nessuna strumentalizzazione e quasi nessuna possibilità per tutti coloro che sono già pronti ad incassare politicamente la proposta, la protesta e i desideri di migliaia di cittadini che liberamente e convintamente sono scesi in piazza per dire Sì alla Tav, Sì allo sviluppo, Sì al lavoro e Sì al futuro. La discussione su questo può essere interessante solo per le chiacchiere dei politicanti da quattro soldi.

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