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Cerea Appendino, le "madamin" non hanno tempo da perdere

Niente canapè. La sindaca invita a Palazzo civico le sette organizzatrici della manifestazione di sabato scorso, ma loro vogliono prima vedere Mattarella. La prima cittadina vola a Roma da Di Maio cui chiede una mano per uscire dall'isolamento

La sindaca di Torino Chiara Appendino avrebbe voluto incontrare venerdì prossimo le organizzatrici della manifestazione di sabato “Sì, Torino va avanti”. «Alla luce dalle istanze emerse dalla manifestazione di sabato scorso e ai richiami all’operato dell’amministrazione di Torino – ha scritto la prima cittadina, in una lettera alle sette madamin organizzatrici della protesta – desidero invitarvi ad un primo confronto il 16 novembre a Palazzo Civico». Un concreto gesto dopo l’“apertura” annunciata nelle ore successive alla manifestazione, ma che le dirette interessate accolgono con una certa freddezza.

Al momento le sette promotrici del gruppo “Sì, Torino va avanti” e della mobilitazione – Simonetta Carbone, esperta di pubbliche relazioni e comunicazione; Roberta Castellina, architetto; Donatella Cinzano, copywriter; Roberta Dri, art director; Patrizia Ghiazza, cacciatrice di teste; Giovanna Giordano, informatica; Adele Olivero, avvocata – non hanno tra le priorità l'incontro con la sindaca. Il documento da inviare al presidente della Repubblica è pronto: “è lui il nostro primo interlocutore”, affermano, non la sindaca Appendino, men che meno i partiti. Se il M5s di governo apre alla Tav ben venga, “l’importante è che si faccia”.

Al Capo dello Stato il Comitato chiederà di farsi garante del fatto “che qualsiasi decisione sulla Tav sia frutto di giudizi non di parte o espressione di pregiudizi ideologici,  che le valutazioni si basino su considerazioni di carattere tecnico, tenendo presente che c’è già una grande mole di studi effettuati dai quali emerge chiaramente la validità dell’opera”. “Sì, Torino va avanti” solo dopo l’incontro col presidente della Repubblica chiederà colloqui con tutte le istituzioni torinesi e piemontesi per illustrare il Manifesto dei Sette Sì. “Sette Sì, a cominciare da quello per la Tav, perché Torino continui a essere una grande città della manifattura, delle imprese innovative, un polo di attrazione turistico e culturale. Una grande città del lavoro e della solidarietà, della ricerca, dell' università, con un respiro europeo e internazionale", hanno spiegato. “Siamo disposti a dialogare con chiunque ce lo chieda e voglia ascoltarci – puntualizzano le sette promotrici – ma la priorità rimane l’incontro col Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, cui porteremo le istanze dei 40 mila di Piazza Castello, espressione della Torino che non si rassegna, che vuole andare avanti, che vuole costruire un futuro di progresso e di benessere per la città e per il Piemonte”.

Piccata la replica di Appendino: "Le organizzatrici della manifestazione dei 7 sì, rispondono subito con un no a una proposta di incontro. Un brutto segnale di chiusura. Ma la mia porta rimane comunque aperta".

Questa mattina, inoltre, la sindaca è stata a Roma per un incontro con Luigi Di Maio. Al vicepremier Appendino ha sostanzialmente chiesto una mano a uscire dall’isolamento mandando segnali di attenzione verso Torino. Secondo alcune indiscrezioni, nel colloquio, sarebbe stata valutata la possibilità di inserire il capoluogo piemontese nelle aree industriali in crisi “complessa”, cosa che permetterebbe alla città di usufruire di opportunità finanziarie e fiscali agevolate. Al termine della visita al Mise, arriva anche la mano tesa del vicepremier: “Oggi ho incontrato Appendino e abbiamo parlato anche del Tav - scrive Di Maio in un post su facebook -. Nei prossimi giorni con il premier Giuseppe Conte, il ministro Danilo Toninelli e altri rappresentanti del Governo del Cambiamento vogliamo incontrare i rappresentanti della manifestazione di Torino. Per loro, come per tutti i cittadini, le porte delle istituzioni sono aperte per un dialogo costruttivo”. Che le istituzioni siano aperte “ve lo dice uno iscritto a un movimento che in piazza c’è nato, ma che per anni è rimasto inascoltato dai vecchi governi. Le porte sono sempre aperte. A tutti!”.

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