RETROSCENA

Forza Italia in piazza per la Tav, raduno che il Cav. non voleva

Domani la manifestazione davanti al Comune di Torino. Berlusconi aveva deciso di annullarla, poi mercoledì sera un caminetto con Cirio e Ghedini ha evitato una magra figura al neo coordinatore Zangrillo

Salvare capra e cavoli sulla sponda della Tav. All’impresa, che pare almeno in parte riuscita, Silvio Berlusconi e una ristrettissima task force riunita mercoledì sera a Palazzo Grazioli ha dedicato una mezzora buona prima della cena con i parlamentari e i consiglieri regionali azzurri del Piemonte. Già, perché prima di baci, abbracci e barzellette, il clima nella dimora romana del Cav non era proprio così disteso: l’idea di tornare in piazza a Torino, una settimana dopo l’oceanica manifestazione, non piaceva al Capo. Lui, come i molti che nelle fila azzurre piemontesi davanti all’idea pervicacemente sostenuta dal  neo coordinatore regionale Paolo Zangrillo avevano aggrottato entrambi i sopraccigli, non si era nascosto un bel po’ di perplessità tali da indurlo, almeno inizialmente, a dire che quella replica non s’aveva da fare.

Berlusconi al quale non si può certo imputare un difetto di abilità nel maneggiare l’immagine, catalizzare le folle e utilizzare al meglio i sistemi e i tempi per farlo, la manifestazione in formato mignon e nel più ristretto spazio davanti a Palazzo di Città, non l’avrebbe fatta. Lo si capirà bene leggendo con attenzione una delle dichiarazioni ufficiali diramate da Palazzo Grazioli dopo una lunga e meticolosa limatura e si noterà una parola, “proposta”, attribuita alla kermesse di domani in senso consequenziale e non alternativo, tantomeno rafforzativo, della folla chiamata in piazza Castello dalle madamin.

Un passaggio dalla protesta alla proposta era stato perorato da parecchi parlamentari e pure consiglieri comunali nell’esortazione rivolta a Zangrillo affinché domani si svolgesse un convegno anziché una miniatura di sabato scorso. Niente da fare. Il coordinatore ha tenuto duro.

Una sua sconfessione da parte di Berlusconi sarebbe stata ancor più bruciante visto che Zangrillo quel ruolo ha appena incominciato a svolgerlo, sia pure senza suscitare un tripudio tra i forzisti del Piemonte. Tuttavia, al Cav. era ed è chiaro come oltre all’inevitabile paragone in termini numerici con la precedente, la discesa in piazza di domani avrebbe potuto irritare inutilmente l’ancora alleato (soprattutto per le prossime regionali) leghista. Un conto è essere andati a dire Sì Tav insieme a tutti gli altri, parlamentari del Carroccio compresi, altro è farsi una manifestazione propria.

Le valutazioni finiscono sul tavolo della sala in cui, attorno alle 20, si trovano Berlusconi, Zangrillo, l’eurodeputato Alberto Cirio e il fidatissimo avvocato-consigliere del Cav, Nicolò Ghedini. Un incontro imprevisto, ma che sarebbe stato la conseguenza di una richiesta di aiuto rivolta a Cirio da Zangrillo, allarmato dalle voci per nulla infondate che gli riferivano di un orientamento contrario alla manifestazione da parte del Capo.

Salvare il coordinatore regionale fresco di investitura, ma anche quella di gran parte del partito contraria alla manifestazione, così come evitare di incrinare ulteriormente il già non facile rapporto con la Lega. Questo si legge tra le righe della dichiarazione con cui Silvio benedice la piazza azzurra di domani: «Forza Italia, da sempre a favore della realizzazione della Tav, ha deciso di raccogliere la protesta dei torinesi e trasformarla in "proposta", scendendo in piazza sabato prossimo davanti al municipio di Torino con i nostri amministratori, i nostri militanti, i nostri simpatizzanti».

Per il leader di Forza Italia «la battaglia sulla Tav è anche una battaglia simbolica, che vede da una parte quelli come noi che credono nello sviluppo del nostro Paese, nella crescita attraverso gli investimenti e le infrastrutture, in un’integrazione con l’Europa anche dal punto di vista dei collegamenti e delle grandi reti, dall’altra parte ci sono i grillini, con la loro cultura del No, le loro deliranti teorie sulla decrescita, il tentativo di isolare l’Italia politicamente ed anche fisicamente dagli altri Paesi europei».

Domani in piazza alle 11 a Torino ci sarà anche il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, il quale un paio d’ore prima sarà a Novi Ligure per incontrare i lavoratori della Pernigotti davanti ai cancelli dell’azienda di cui la proprietà turca ha annunciato la chiusura. Tajani a Torino incontrerà anche il commissario governativo della Tav Paolo Foietta e, dopo la manifestazione, i rappresentanti regionali del tessuto industriale e produttivo alle Ogr.

Appuntamenti per discutere, dopo la protesta, di proposte. Quello che si sarebbe potuto fare in un convegno come suggerito, anche con forza, da molti esponenti azzurri. Ma Zangrillo non ha voluto cambiare la sua rotta. E a Berlusconi è toccato salvare dalla tempesta capra e cavoli. 

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