CENTRODESTRA

"Cirio è il candidato presidente", per ora solo di Forza Italia

A sorpresa, in un contesto sbagliato (la modesta manifestazione No Tav), Tajani rilancia il nome dell'europarlamentare albese. Gelmini irritata: "Non è all'altezza", avrebbe affermato l'altro giorno a Montecitorio parlando con un alto esponente leghista

“Forza Italia vuole che Alberto Cirio sia il candidato del centrodestra unito alla presidenza. Siamo convinti che in Piemonte il centrodestra debba andare unito alle elezioni”. Il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, usa la manifestazione pro Tav di Forza Italia, a Torino, per rilanciare la candidatura dell’europarlamentare di Alba alla Regione. “Il nostro candidato, come ha detto più volte anche Silvio Berlusconi negli incontri con gli alleati, si chiama Cirio”, ha sottolineato il presidente del parlamento europeo pur ammettendo che un’intesa sul nome dell’ex assessore della giunta Cota ancora non c’è. “Su questo lavoreremo, convinti che si potrà trovare un accordo su Cirio, perché ha esperienza di amministrazione regionale e di Europa. Le Regioni non possono non essere connesse a Bruxelles”, ha concluso Tajani. Certo, secondo la trattativa stipulata qualche mese a Palazzo Grazioli il Piemonte spetta a Forza Italia, ma di qui a mettere la mano sul fuoco che davvero sarà un berlusconiano a cercare di contendere a Sergio Chiamparino l'ufficio al piano nobile di piazza Castello ce ne corre. Quindi, prudenza.

Un endorsement che ha preso alla sprovvista gli stessi maggiorenti azzurri presenti in piazza, già particolarmente insoddisfatti dalla scarsa partecipazione – solo qualche centinaia di persone, per lo più truppe cammellate fatte arrivare con i pullman dalle province (circa 300) – all’iniziativa che lo stesso Berlusconi fino all’ultimo voleva cancellare. La più infastidita è parsa Mariastella Gelmini, la capogruppo dei deputati azzurri che non ha mai fatto mistero di non considerare Cirio all’altezza del ruolo (“Un provincialotto”, l’ha definito qualche giorno fa in un colloquio a Montecitorio con un interlocutore leghista). Qualche problema per Cirio potrebbe presentarsi dall’inchiesta sulla Rimborsopoli bis a Palazzo Lascaris nella quale risulta indagato, dopo che il tentativo di derubricare l’accusa di peculato in “semplice” abuso d’ufficio – blitz messo in atto nottetempo in commissione alla Camera da parte della Lega – è fallito tra le proteste delle opposizioni. “È il candidato di Forza Italia perfetto per Salvini”, commenta un alto esponente della Lega, riferendosi non tanto all’originaria militanza di Cirio nel Carroccio, quanto ai recenti ammiccamenti attraverso il governatore Giovanni Toti, il forzista più leghista, cui il politico langhetto avrebbe affidato la “gestione” della sua candidatura. La palla ora è nelle mani di Matteo Salvini che intende tenerla ben ferma fino a marzo, facendo ancora rosolare per un po’ di mesi l’alleato. Se lo sarà ancora.

print_icon