DIPLOMAZIE

Dodici caffè per far digerire la Tav (agli "amici" grillini)

Salvini invita al Viminale i rappresentanti delle organizzazioni riunite lunedì alle Ogr di Torino sventolando la bandiera dell'alta velocità e dello sviluppo. Una mossa per marcare la distanza dall'alleato M5s

I leader delle 12 associazioni del fronte delle imprese che lunedì scorso hanno protestato a Torino per il sì a Tav e contro la manovra incontreranno domenica il vicepremier Matteo Salvini e il sottosegretario Giancarlo Giorgetti. L'invito, arrivato informalmente dal ministero, è per un incontro alle 11 al Viminale. Nell'ambiente delle imprese già lo hanno ribattezzato “l'incontro dei 12 caffè”: un riferimento al botta e risposta di martedì scorso tra Salvini ed il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia.

Lunedì scorso dodici associazioni di imprese hanno riunito a Torino tremila imprenditori: una iniziativa per il sì alla Tav e più in generale per il rilancio delle infrastrutture che, di fatto, è stata anche l’espressione del malessere del mondo delle imprese sulla politica economica del Governo, a partire dalla manovra. Questa mattina alle segreterie delle rispettive presidenze è arrivata la telefonata con l’invito a incontrare Salvini e Giorgetti al ministero. Interpellate dall’Ansa lo confermano diverse delle associazioni coinvolte spiegando che nella telefonata arrivata dal ministero è stato chiarito che l’invito è rivolto a tutte le dodici associazioni.

Rappresentano 3 milioni di imprese ed il 65% del Pil italiano: dagli industriali al commercio, dai costruttori, agli artigiani, dall'agricoltura alle Coop. Con Confindustria, Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Confartigianato, Cna, Confagricoltura, Confapi, Ance, Legacoop, Confcooperative, Agci.

All’indomani della protesta di Torino il botta e risposta tra il vicepremier Matteo Salvini ed il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia. Dal leader della Lega la stoccata: “C’è qualcuno che è stato zitto per anni quando gli italiani, gli imprenditori e gli artigiani venivano massacrati. Ora ci lasciassero lavorare e l’Italia sarà molto migliore di come l’abbiamo trovata”; ma anche una apertura: “Le porte del ministero e del governo sono sempre aperte, penso che questo sia il governo che ascolta di più e che passa dalle parole ai fatti. Dunque se Boccia vuole, lo incontro anche domani e gli offro un caffè”. Ed il leader degli industriali, Vincenzo Boccia, aveva replicato: “Un caffè non basta, questa volta ce ne vogliono dodici”, sottolineando così che l’invito a un confronto andava rivolto non solo a Confindustria ma a tutto il fronte delle imprese che aveva protestato con una sola voce il giorno prima a Torino. Invito che si è poi concretizzato per 12 caffè” domenica mattina al Viminale.

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