VERSO IL 2019

Centrodestra, l'anti Chiamparino in un sondaggio

Berlusconi vuole testare i candidati alla presidenza del Piemonte. Nella rosa, oltre a Cirio e Porchietto, anche uno o più esponenti della società civile. Dopo la rilevazione sceglierà il nome secco da offrire agli alleati. La melina della Lega

Il Cav pensa a un sondaggio. E questa sarebbe la non-notizia per antonomasia, visto che ancor prima della discesa in campo dalle parti di Arcore era da un bel po’ che si viveva (bene) a pane e sondaggi e in menù non è mai cambiato in oltre vent’anni. All’inizio venne Gianni Pilo, il re delle rilevazioni di quello che oggi si dice sentiment, che diventò il beniamino di Silvio Berlusconi (e di Marcello Dell’Utri), azzeccandole tutte fino alla celebre disfatta celebrata dalle bandierine azzurre messe in tutto lo Stivale da Emilio Fede sui dati di Pilo e crollate, nella notte del 25 aprile del 95, insieme alla fama e al futuro del sondaggista.

Ma non sempre, anzi quasi mai, è andata storta così. E il culto del sondaggio è rimasto nel rito berlusconiano, nella buona e nella cattiva sorte. Detto ciò, la notizia, però stavolta, c’è. “Voglio fare un sondaggio” ha detto pochi giorni fa il Cav al suo numero due nel partito e numero uno al Parlamento Europeo, Antonio Tajani. Non si sa quale sia stata la reazione di quest’ultimo. Già, perchè la rilevazione sarà fatta anche in Piemonte dove il presidente dell’europarlamento ha, di fatto, più volte incoronato quale candidato alla presidenza della Regione il suo collega parlamentare a Bruxelles Alberto Cirio.

Un nome, il suo, che piace a Silvio, tanto da averlo pronunciato sia pure un po’ di sfuggita ancora nell’ultimo incontro con deputati, senatori e consiglieri regionali del Piemonte ospiti a Palazzo Grazioli. Un nome, che però a questo punto, non pare così scontato e unico. Soprattutto, pare non rassicurare appieno il presidente visto la perdurante ombra dell’inchiesta su Rimborsopoli che vede Cirio indagato e che potrebbe risultare un inciampo non da poco per gli azzurri, già alle prese con una maretta crescente tra alleati, in primis sul fronte dei Fratelli d’Italia.

Una Giorgia Meloni imbufalita per la bocciatura dell’intera sua rosa di candidati alla guida dell’Abruzzo, facendo sobbalzare il tavolo della spartizione regionali, pochi giorni fa minacciò: “E allora io metto in discussione i vostri, incominciando da Alberto Cirio”.

Parole che avevano trovato un Berlusconi determinato a tenere il punto guardando al possibile effetto positivo del ricordo del suo intervento in un’Aquila terremotata, ma che potrebbero averlo indotto a ragionare con maggiore attenzione sul Piemonte, prevedendo un piano B rispetto a quello C come Cirio in grado di affrontare eventuali asperità nella rivendicazione della candidatura presidenziale.

Da qui e da altre valutazioni anche rispetto all’arrembante alleato leghista pronto a calare in qualsiasi momento la sua golden share di azionista di maggioranza della coalizione, la decisione di sottoporre a un campione di elettori piemontesi alcuni nomi.

Quali siano, ovviamente, per ora non si sa. Scontato quello dell’eurparlamentare, assai probabile quello della deputata Claudia Porchietto sempre in lizza come eventuale competitor di Sergio Chiamparino, magari pure quello della collega Daniela Ruffino la quale nona aveva perso un istante nel dirsi pronta nel caso sfumasse l’ipotesi Cirio e, chissà, anche quelli di altri parlamentari e dirigenti di lungo corso del partito (dal senatore Lucio Malan, in passato indicato da rumors arcoriani come papabile al neocoordinatore regionale Paolo Zangrillo, viste le ambizioni sfrenate del fratello del medico personale del Berlusca). Ma il fatto nuovo nella vecchia pratica del sondaggio, di cui nessuno prevedeva l’utilizzo per le prossime regionali nell’ultima regione del Nord governata dal centrosinistra, è un altro: l’inserimento nella rosa proposta agli elettori che saranno contattati di una figura della società civile.

Anche questo, si dirà, è un vecchio pallino del Cav: guardare al mondo delle imprese e delle professioni, oggi con ancor più attenzione in Piemonte, dopo che proprio questo mondo ha picchiato più di un pugno sul tavolo in difesa della Tav – quindi perfettamente in linea con Forza Italia, sul fronte centrodestra – e per lo sviluppo dell’economia e la crescita, altri must irrinunciabili per Berlusconi.

Se poco si sa dei nomi dei politici che saranno sondati, ancor meno si scopre questa figura che probabilmente il leader di Forza Italia ha già in mente, magari anche più di una. E se l’esito della rilevazione del sentiment, della fiducia e delle aspettative premiasse l’outsider? Certamente per evitare di vedere crollare le bandierine azzurre nel Piemonte, è facile immaginare un Berlusconi pronto a far crollare prima i sogni di qualcuno. Intanto il Cav ne avrebbe sempre un altro pronto da regalare.     

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