FINANZA & POTERI

Nel risiko Intesa spunta la Mattioli

Nella partita sui nuovi assetti della banca entra in gioco l'attuale numero due della Compagnia: per lei sarebbe pronta la poltrona di vicepresidente di Ca' de Sass qualora Torino fosse costretta a rinunciare al vertice. Il (doppio) gioco di Profumo

Non saranno un partito, come Francesco Profumo ha tenuto a precisare in una recente intervista al Sole 24Ore parlando delle fondazioni azioniste – in primis quella che lui presiede – di Intesa Sanpaolo, ma il clima che si respira in vista della nomina del presidente della banca pare quello di un congresso, con correnti in lotta e candidati che spuntano, spariscono e rispuntano.

Capita di tutto. Anche che la poltrona data ormai come più che traballante e non più disponibile a continuare ad accogliere, in un secondo mandato, Gian Maria Gros-Pietro, finisca per essere puntellata e, magari, riservata per quanto possibile all’attuale titolare grazie alle attenzioni (alla propria) del ceo Carlo Messina, a sua volta non certo tranquillizzato dalle voci ricorrenti circa l’idea cullata da Giuseppe Guzzetti di piazzare alla presidenza dell’istituto bancario l’ex numero uno di Cassa Depositi e Prestiti, il milanese e bocconiano Claudio Costamagna.

Un po’ risiko, un po’ gioco dell’oca, la partita per la presidenza di Intesa e, degna di altrettanta attenzione, quella non slegata della successione di Guzzetti al vertice di Acri, è non solo tutt’altro che chiusa ma pare addirittura destinata a riservare ancora colpi di scena.

Un colpo basso, sia pure ammantatato di fair play, nel frattempo, è parsa la risposta che nella già citata intervista ha dato il numero unodella Compagnia di San Paolo richiesto di un giudizio sul presidente di Intesa: “Il consiglio ha lavorato bene”, ha detto Profumo, senza né citare per nome, né dire una sola parola di più su Gros-Pietro.

Tanto basta, ma probabilmente non c’è solo quello, a suffragare i rumors secondo i quali a succedere all’attuale presidente della banca punterebbe lo stesso ex ministro e già rettore del Politecnico di Torino. Un incarico, quello in scadenza, che prassi consolidata vuole sia ricoperto da un torinese, normalmente bilanciato da un amministratore delegato di espressione milanese, come accade ora con il ticket tra Gros-Pietro e Messina. Una coppia rodata, senza tensioni. Cosa che sarebbe difficile riconfermare a priori nell’eventualità che alla presidenza arrivasse il dinamico e arrembante Costamagna, figura assai diversa dal 76enne Gros-Pietro e per questo guardata con più di un motivo di sospetto e forse preoccupazione dall’attuale ceo, il cui incarico non è in discussione.

In questo continuamente mutevole scenario resta da capire anche il perché di quello che appare un abbandono o pur solo un disinnamoramento del vecchio leone della finanza bianca per quello che pareva il suo candidato in pectore per la banca: l’attuale vice, Andrea Colombo. Per il manager lombardo dal curriculum prestigioso e con passati appoggi da parte degli allora ministri Giulio Tremonti e Domenico Siniscalco e presenti ottimi rapporti con l’eminenza grigia (e potentissima) leghista Giancarlo Giorgetti, si tratterebbe di una promozione e un trasloco da una stanza all’altra. Ma Guzzetti non sembra più convintissimo di questa soluzione, ammesso che lo sia mai stato.

L’ottuagenario dominus di Cariplo (dove, in vista dell’abbandono di Guzzetti sembrano scendere le quotazioni di Giovanni Gorno Tempini, altro buon amico di Giorgetti) non smette di stupire e, secondo alcuni, di celare le sue vere intenzioni anche per quanto concerne la sua successione al vertice dell’associazione tra le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio. È vero che le sue parole nei confronti di Profumo – “è una persona più che adeguata per fare il presidente” – sono state lette quasi come un viatico, ma resta il quasi. E rimangono anche quegli equilibri territoriali tra Piemonte e Lombardia a rendere più difficile incasellare i nomi. Nel tourbillon c’è pure quello dell’attuale vicepresidente di Confindustria Licia Mattioli.

L’imprenditrice torinese è la vice di Profumo in Compagnia e, raccontano in corso Vittorio Emanuele, non disdegnerebbe di trasferirsi a Ca' de Sass, magari come numero due. Tra lei e l’ex ministro non c’è quel che si dice un grande feeling. Ma il problema non si porrebbe nell’eventuale nuova veste di uno o dell’altra. Una soluzione che decreterebbe la perdita di Torino della poltrona più alta in Intesa (dopo quella di ad, ovviamente). Così, se prevalesse la linea di Guzzetti e si interrompesse la prassi della presidenza a un torinese, per la donna cui Vincenzo Boccia ha affidato il settore dell’internazionalizzazione in viale Astronomia, le possibilità potrebbero aumentare. A quel punto la questione con il numero uno della Compagnia non sarebbe certo di feeling.

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