LA SACRA RUOTA

"Con Fca serve un'alleanza"

Anziché puntare il dito contro il colosso automobilistico, la politica dovrebbe cercare una strategia comune. Lo dice il segretario della Fim di Torino Chiarle, che boccia l'ecotassa del governo

Non serve a nulla recriminare, né puntare il dito su Fca accusandola di badare ai suoi interessi. L’industria automobilistica e il suo indotto, proprio in virtù delle profonde trasformazioni che investono il settore a livello mondiale, richiede una visione politica di ampio respiro, che sappia guardare all’oggi – evitando di penalizzare la produzione nazionale – e contemporaneamente allo sviluppo futuro. «Anziché le ecotasse fuori tempo servirebbe da questo Governo un piano nazionale concordato con le imprese per creare le infrastrutture utili ad accogliere una svolta verso l’elettrico della mobilità almeno nelle grandi città» scrive in una nota Claudio Chiarle, segretario generale Fim-Cisl Torino e Canavese, in merito all’emendamento alla Legge di Bilancio sull’acquisto di auto.

Sulla scelta di Fca di non partecipare ai consigli congiunti aperti di Regione Piemonte e Comune di Torino, proprio come conseguenza del provvedimento partorito dall’esecutivo, che potrebbe mettere in discussione il piano di investimenti del gruppo in Italia, Chiarle invita «la politica nostrana a essere capace di cambiare registro, di passare dal richiamare e accusare Fca alle proprie responsabilità a proporre un’alleanza per il territorio. E l’azionista è il principale riferimento; se si vuole tenere Fca sul territorio bisogna “legare” in un patto reciproco l’azionista al territorio chiedendogli di coinvolgersi, insieme, nella progettualità futura». Per il sindacalista, infatti, «il rilancio di Torino e dell’area metropolitana passa dall’industria come capofila di un progetto globale in cui occorre avere volumi produttivi per garantire volumi occupazionali vincolati all’innovazione tecnologica del prodotto e del processo produttivo».

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