GLORIE NOSTRANE

Confcommercio, cacciata la Coppa

Sangalli mette alla porta la presidente dell'Ascom, accusata di aver tramato alle sue spalle utilizzando il presunto sexygate che ha coinvolto i vertici nazionali. Ma anche a Torino una fronda interna mira a sostituirla con Ramondo, leader dei grossisti

Sesso, soldi, potere, poltrone. Gli ingredienti, ben mescolati, non mancano nel romanzone un po’ giallo e un po’ rosa con protagonisti i massimi vertici di Confcommercio. E, naturalmente, non poteva mancare il colpo di scena, seppure prevedibile, con ribaltamento di ruoli e odor di vendetta tutt’intorno.

Difficile non leggere anche così la cacciata dal ponte di comando della potente organizzazione di categoria di uno dei vicepresidenti, la torinese Maria Luisa Coppa che nella sua città e provincia guida (anche qui non si sa per quanto ancora) l’Ascom. È stata "dimissionata dal presidente" come riferisce lei stessa, senza voler commentare oltre, almeno per ora, un fatto a dir poco eclatante.

Come nei romanzi d’appendice, non si possono saltare le puntate precedenti, almeno quelle cruciali. E qui le cinquanta sfumature di grigio sono quelle dei capelli del presidente Carlo Sangalli che mesi addietro finisce al centro di uno scandalo, non si sa quanto orchestrato ma certamente da qualcuno prontamente cavalcato.

“Ho dovuto subire proprio dal mio massimo superiore – scriverà l’ex segretaria di Sangalli –  un’atroce attenzione sessuale diventata giorno dopo giorno una vera e propria ossessione alla quale con tutte le mie forze mi sono ribellata. Ho cercato di ragionare con lui, ho pianto davanti a lui, l’ho supplicato di lasciarmi stare. Sono arrivata a dovermi difendere fisicamente da lui per togliere le sue mani che tentavano l’approccio sul mio corpo”.

Sangalli nega, ammette che sono passati di mano dei soldi, adombra il ricatto, ma ci vuol poco perché la faccenda esploda e faccia traballare la poltrona presidenziale, con tutt’attorno chi si schiera con il numero uno e chi ne chiede senza indugio le dimissioni.

Tra questi ultimi c’è la Coppa, insieme a uno degli uomini storici di Fabrizio Palenzona nel mondo dei trasporti, e pure lui come lei vice di Sangalli: Paolo Uggè, il quale però è stato risparmiato dall'epurazione. Una presenza, quella del leader degli autotrasportatori, fedelissimo di Fabrizio Palenzona, che secondo alcuni rafforza l’ipotesi della trama ordita ai danni del presidente.

Ma nel consiglio generale di metà novembre Sangalli non si dimetterà. Però viene eliminata la figura del direttore generale, il posto dove stava Carlo Rivolta, coinvolto nella vicenda delle molestie sessuali, visto che l'ex segretaria di Sangalli Giovanna Venturini aveva raccontato a lui quanto sarebbe accaduto e lui a sua volta aveva fatto da mediatore, assistendo anche alla donazione di 216mila euro fatta da Sangalli a Venturini nel gennaio scorso. Poi il presidente aveva presentato un esposto alla magistratura per accusare la segretaria e lo stesso Rivolta di aver architettato un complotto contro di lui, portando come prove le indagini di un investigatore privato che sostenevano l'esistenza di una relazione tra i due, smentita da entrambi. Da lì la decisione di licenziare Rivolta.

Una svolta che aveva lasciato immaginare come gli accusatori probabilmente avrebbero finito per passare a loro volta nel mirino del numero uno e di quelli schierati con lui. Facile, insomma, leggere in questo ribaltamento dei ruoli una delle ragioni, se non l’unica, dell’uscita di Coppa dal board della potente associazione.

Non l’unica se si dà credito a rumors sempre più diffusi a Torino in base ai quali anche la poltrona casalinga dell’arrembante e ambiziosa presidente, che siede pure nel cda della Fondazione Crt, sarebbe oggetto di mire da parte di Edoardo Ramondo, nome di peso nel settore agroalimentare, membro del cda di Caat, terza generazione di produttori ortofrutticoli, cinquantenne che a soli 21 anni aveva già creato una catena di negozi, che vanta un curriculum fitto di incarichi nelle associazioni di categoria. E poi, si sussurra, un’ottima amicizia con l’assessore comunale al Commercio, Alberto Sacco, notoriamente non proprio in buoni rapporti con la Coppa. Insomma, per l'ex braccio destro di Pino De Maria, il compianto leader dei negozianti torinesi, sembra sia cambiato il vento.

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