La manovra del popolo (bue)

Dopo vari tira e molla con l’Europa la legge di bilancio è stata varata con sommo gaudio dei due vicepremier che non smettono di pavoneggiarsi per i risultati ottenuti. Non ci soffermeremo sull’impianto generale che abbiamo già criticato in altre occasioni, ma su alcune norme particolari. Intanto come da tradizione anche questa legge di bilancio è stata infarcita da articoli e commi che ne hanno inficiato ogni tentativo di organicità. Per quanto questo governo si autodefinisca del cambiamento, il vizio di inserire nella manovra finanziaria di tutto e di più non è cambiata.

Per far tornare i conti si è tagliato un po’ dappertutto senza incidere sulla spesa improduttiva e senza diminuire le tasse, che anzi sono aumentate. A rimetterci saranno sempre i più deboli. Si è deciso di aumentare l’Ires sulle organizzazioni no profit, che nonostante a volte possono essere gestite non correttamente, rimangono una delle realtà positive dell’Italia. Non mi pare che lo stato riesca a intervenire, per esempio, a favore dei barboni nonostante le immense risorse che preleva dalle tasche dei cittadini. Sono le associazioni di volontariato che intervengono fornendo un pasto caldo, una coperta o un tetto per dormire. Hanno dichiarato che volevano colpire le pensioni d’oro, ma hanno anche bloccato la rivalutazione all’inflazione delle pensioni di circa 1.500 euro che non sono pensioni da dirigenti o alti funzionari statali, ma di impiegati e operai.

Fra i vari emendamenti c’è anche quello che destina 80 milioni di euro in due anni in più alla Rai, che dopo il canone in bolletta voluto da Renzi, non sembra che abbia bisogno di ulteriori risorse. Si taglia volontariato e pensionati per avere qualche fiction in più nella tv statale. Un ottimo proposito per la manovra del popolo: Pippo Baudo in tv e meno soldi in tasca.

Fra le varie pieghe della legge finanziaria c’è un emendamento proposto dai 5 Stelle veramente terrificante: chi per 36 mesi in dieci anni abbia svolto attività in ospedale automaticamente acquisisce il titolo di infermiere o altra professione paramedica. Per il semplice fatto che si è assistito a dei prelievi o alla somministrazione di una terapia o all’esecuzione di una lastra o altro, magicamente si acquisisce la capacità di operare professionalmente come paramedico. Il ministro della Salute si è difeso affermando che si tratta di una sorta di condono per tutte quelle persone che esercitavano senza avere i titoli. Insomma una sanatoria per chi esercitava abusivamente una professione. Non abbiamo simpatia per gli albi professionali a cui preferiremmo delle associazioni in concorrenza, ma come si può pensare di realizzare una sorta di “tana libera tutti” sulla salute delle persone? O si afferma che l’albo non serve a niente e si trovano altri sistemi per testare la professionalità degli operatori o se viene considerato utile perché fare una simile sanatoria?

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