ALTA VELOCITA'

Tav, la Lega "aspetta" l'analisi costi-benefici fatta di fretta

La babele continua. Il Carroccio boccia la richiesta del Pd di sbloccare i bandi dei lavori. Il professor Ponti confessa che per la valutazione "servivano più tempo e risorse". E dopo Toninelli pure il collega Bonafede dà i numeri a casaccio

Sulla Tav la maggioranza gialloverde allunga il brodo anche in Parlamento evitando una decisione. L’unica assunta da Lega e M5s, oggi, infatti è stata quella di bocciare in aula a Palazzo Madama la richiesta delle opposizioni di calendarizzare questa settimana le mozioni sulla Torino-Lione. Si prende tempo, insomma.

E altri tempi sono stati citati dal professor Marco Ponti, il tecnico chiamato dal ministro Danilo Toninelli a coordinare l’analisi costi benefici: "sono stati esaminati tutti i dati e documenti disponibili, soprattutto quelli dell'Osservatorio sulla Torino-Lione. Ma servivano più tempo e più risorse", ha spiegato parlando a margine della presentazione a Roma del libro Trasporti. Conoscere per deliberare di cui lo stesso Ponti è coautore insieme al torinese Francesco Ramella, altro membro del team. "Ma la politica ha i suoi tempi e le sue esigenze e i tecnici fanno i salti mortale. E noi – ha spiegato Ponti, tallonato nella capitale dal madaMino Giachino – avevamo il termine della fine dell'anno. Dipende poi se si trovano dati più o meno buoni". Massimo il riserbo sull'esito dell'analisi. "Non posso entrare nel merito del progetto. Abbiamo un vincolo di riservatezza che mi sembra giusto mantenere", anche se ormai quello sull’esito dello studio sembra sempre più il segreto di Pulcinella.

Intanto, i toni della vicenda di alzano di ora in ora, così come la posizione della Lega – a favore della Tav, ma morbida con l’alleato di Governo – finisce per diventare sempre più cruciale, oltre che bersaglio delle opposizioni.

“Bastava che al Senato fosse data la possibilità di votare la mozione del Pd per sbloccare l'impasse sulla Tav. La Lega invece decide di schierarsi con i No-Tav. E dire che Salvini sabato scorso era in piazza a Torino", scrive su twitter il capogruppo dem a Palazzo Madama Andrea Marcucci.

Lo stesso senatore torinese Mauro Laus, tra i primi a chiedere di imboccare la via parlamentare per stanare Matteo Salvini, spiega come "la scelta di non calendarizzare la mozione con cui il Pd chiede al governo parole chiare sul destino del progetto Tav Torino-Lione è persino più eloquente di un voto. Ci dice che la contrarietà all'opera è una posizione che la Lega non ha scartato e che non ha il coraggio di scartare perché non può affrancarsi dalle contraddizioni del patto scellerato con l'alleato M5s, che vale più dell'interesse dell'Italia”.

Ed è un berluscones, il deputato torinese Osvaldo Napoli, ad attaccare i Cinquestelle e in particolare il Guardasigilli sul tema dei costi. “Bonafede è in malafede”, dice il parlamentare confessando di aver "provato sincero imbarazzo nell'ascoltare le affermazioni del ministro della Giustizia. Si è lanciato in una serie di affermazioni temerarie, false e palesemente infondate, ma ripetute più volte, sui costi della Tav, a conferma del pregiudizio ideologico del mondo grillino verso l'alta velocità". Per Napoli "la cantilena sull'analisi costi-benefici è una miserabile copertura”. E a Bonafede torna a replicare con durezza il presidente della Regione Sergio Chiamparino: “Devo rettificare l'ulteriore dichiarazione dei costi sulla Tav del ministro Bonafede che, essendo sicuramente in buona fede, è stato male informato".

Chiamparino ricorda, quindi, che "il costo della parte transfrontaliera dell'opera e' di 8,6 miliardi, valuta 2018, di cui 3,039 di competenza italiana. La parte nazionale dell'opera e' di 1,7 miliardi, in tutto la Tav costa all'Italia 4,7 miliardi". Ed ancora: "la parte francese non è di 7,7 miliardi. il vecchio progetto del 2011, ma è di 0,7 miliardi del progetto 2017, l'ultima versione. La Francia - aggiunge - sta poi discutendo se aumentare gli interventi nella sua tratta, ma per ora i costi sono questi". In totale, dunque, riferisce ancora il presidente, "considerando tutti i costi, per la Tav bisognerà spendere ancora 11 miliardi, di cui 4,7 a carico del governo italiano. Una cifra dimezzata rispetto ai conti del ministro. Se si vogliono poi considerare le spese già compiute, si tratta di 387 milioni a carico dell'Italia. In tutto, dunque, - conclude - per il nostro paese il costo della Tav, compreso il già pagato, è di poco superiore ai 5 miliardi".

Nel dibattito interviene anche l’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli, secondo il quale “la Tav e ormai diventato un simbolo di qualcosa. Il sì e il no non è detto sulla base dell'analisi costi-benefici", ha detto intervenendo anch’egli alla presentazione del libro di Ponti. "Tutto questo – per Cottarelli – ha delle conseguenze: le decisioni saranno prese senza tener conto dei numeri. Questo screditerà l'analisi costi-benefici per le nuove opere in futuro e si dirà che l'analisi viene usata per fini politici".

Domani intanto è prevista in commissione Trasporti daella Camera l’audizione del commissario di Governo per la Tav Paolo Foietta. Quello “licenziato” da Toninelli senza sapere che prima di dargli il benservito avrebbe dovuto trovare un sostituto.

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