SUPER (DI)PARTES

Ponti consulente di partito, summit con i Cinquestelle

Il presidente della task force incaricata dell'analisi costi-benefici sulla Tav pizzicato da Gariglio mentre esce dagli uffici del gruppo M5s della Camera. Al termine dell'audizione di Foietta ha incontrato i componenti grillini della Commissione

Cosa ci faceva il professor Marco Ponti, nel primo pomeriggio appena terminata l’audizione del commissario di Governo per la Tav Paolo Foietta, negli uffici del gruppo parlamentare dei Cinquestelle? Ma, ancor prima, perché il tecnico chiamato dal ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli a comporre e guidare la commissione per l'analisi costi-benefici sulla Torino-Lione incontra in quegli uffici i membri grillini di un’altra commissione, quella parlamentare che ha appena audito l’ingegnere torinese incaricato dai due governi precedenti di seguire la grande opera osteggiata dal M5s?

Il professor Ponti riferisce al ministero che lo ha incaricato come esperto “indipendente” (pur essendo nota la sua posizione contro la Tav), oppure (anche) al partito di Grillo e Casaleggio, tramite i suoi parlamentari? L’interrogativo è più che legittimo, soprattutto tenendo conto di alcuni aspetti di una vicenda che s’intorbidisce ogni giorno di più. Non serve riavvolgere di molto il nastro della giornata in cui la commistione tra tecnici presentati come super partes e politica sembra saltare fuori in maniera a dir poco imbarazzante.

In mattinata, come noto, in Commissione Trasporti della Camera viene audito Foietta. “Per promuovere la Torino-Lione, sciorinando cifre a volte prodotte da soggetti non terzi e che hanno interesse a realizzare l'opera. È intervenuto da politico e non da tecnico”, diranno i commissari del M5s, gli stessi che appena dopo incontreranno, certi di non essere scoperti, il deus ex machina della costi-benefici.

Non è, però, quella del commissario di Governo l’unica audizione richiesta dai partiti di opposizione: da tempo era stato chiesto di ascoltare anche proprio il professor Ponti. Tentativo mai riuscito, visti gli impegni del “capo” della costi-benefici e i malcelati tentativi dei grillini di tenerlo lontano dalle domande dei commissari.

Uno scudo protettivo che, insieme alle mai nascoste idee negative di Ponti sul trasporto tramite ferrovia e in particolare contro la Tav, non poteva che avvalorare la tesi delle opposizioni – dal Pd a FdI passando per Forza Italia – e di quel vasto fronte a favore dell’opera secondo cui l’analisi null’altro sarebbe che un copione con finale noto in partenza per la messinscena grillina al fine di bloccare la Tav.

Ma il bello, si fa per dire, doveva ancora venire: mentre le agenzia rilanciano dichiarazioni velenose dei Cinquestelle contro Foietta, al quarto piano del palazzo dei Gruppi in via degli Uffici del Vicario, a due passi da Montecitorio, Ponti arriva – probabilmente convocato in fretta e furia – per incontrare i componenti grillini della commissione che ha da poco terminato di ascoltare il commissario di Governo.

Un’audizione “privata”, quella di Ponti con i deputati del M5s? E a che titolo? Quale l’eventuale ragione di un incontro di un tecnico incaricato dal Governo con parlamentari di una forza politica, in una circostanza che di ufficiale e pubblicamente noto non ha nulla?

Probabilmente se il deputato piemontese del Pd Davide Gariglio, anch’egli membro della Trasporti, non avesse incocciato un, in quel momento, a dir poco imbarazzato professor Ponti in uscita dalla riunione nessuno avrebbe saputo nulla. Lo conferma il fatto che nessuna nota e nessuna indiscrezione cita quella riunione segreta.

“Nulla di illecito”, osserva Gariglio che però coglie l’occasione per ribadire la richiesta di audire in commissione il professore che oggi ha parlato solo con i Cinquestelle. “Sarebbe inaccettabile se un confronto non avvenisse nella sede ufficiale della commissione e, soprattutto, a breve” osserva il parlamentare dem. Il quale ricorda che “il professor Ponti è un consulente del Governo, non di un partito”.

Avrebbe forse voluto dirglielo quando lo ha incontrato, per caso, all’uscita degli uffici del gruppo Cinquestelle. Ma il tecnico pare andasse parecchio di fretta, limitandosi al un imbarazzato saluto. Avrà pensato ai costi-benefici di quella riunione che sarebbe dovuta rimanere segreta.

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