HONESTA'

Casa popolare alla deputata grillina, non ha segnalato il super reddito

La vicenda di Celeste D'Arrando, pizzicata (e diffidata) dall'Atc per l'alloggio in cui vive con la mamma. Da più di due anni dichiara meno di quanto guadagna. Il caso emerso dopo un controllo incrociato con la banca dati dell'Inps

La casa è popolare, i redditi un po’ meno. Rischia di scoppiare un nuovo “caso Taverna” anche a Torino, o meglio a Collegno, dove la smemorata risponde al nome di Celeste D’Arrando, deputata del Movimento 5 stelle. L’onorevole grillina è stata pizzicata dall’Agenzia della casa di Torino per aver omesso negli anni 2016 e 2017 di informare una “mutata situazione reddituale”: dichiarati poco più di 7.500 euro, percepiti oltre 13mila. È quanto emerso in uno dei tanti controlli a campione che i tecnici dell’ente svolgono incrociando i dati comunicati dagli inquilini con quelli dell’Inps. Un errore veniale, probabilmente una dimenticanza. Che tuttavia non viene sanato nel 2017 e nemmeno nel 2018, anno in cui D’Arrando diventa parlamentare, incrementando ulteriormente le proprie entrate. 

A rimetterci è stata la mamma dell’onorevole grillina, inquilina di un alloggio a Collegno, nel quale vive assieme alla figlia con cui costituisce un nucleo familiare. La signora, nei giorni scorsi, si è vista recapitare a casa una diffida dell’Atc nella quale si annuncia l’incremento del canone di locazione da 155 a 180 euro e la richiesta degli arretrati per i due anni precedenti, che ammontano a oltre mille euro.

Celeste D’Arrando ha 33 anni, è di Collegno, proprio come la sottosegretaria Laura Castelli di cui è amica e sodale politica; ed è stata lei a espugnare la cintura rossa di Torino alle scorse politiche, conquistandosi lo scranno a Montecitorio. Prima di diventare “portavoce” lavorava in un call center dal quale si è licenziata subito dopo essere stata eletta. Come si legge nel suo curriculum fa parte dal 2003 dell’Associazione inquilini Villaggio Leumann di cui è stata anche vicepresidente con la delega di mantenere i rapporti con il Comune e con l’Atc. Insomma, di certi temi dovrebbe essere avvezza.

Il regolamento dei canoni di locazione stabilisce che l’assegnatario è tenuto a comunicare tempestivamente all’ente gestore ogni variazione della propria situazione economica così da consentire l’adeguamento del canone di locazione. Possibile che la deputata pentastellata non ne fosse a conoscenza? Per il momento i rilievi fatti dall’Agenzia si riferiscono ai redditi del 2016 e del 2017 (emersi dalle dichiarazioni del 2017 e del 2018) e ancora non tengono conto di quelli dello scorso anno, anche se negli uffici di Atc è saltato all’occhio come in quasi un anno di mandato parlamentare, D’Arrando non abbia ancora comunicato un’ulteriore (presumibile) scatto reddituale. E' noto, infatti, che i deputati hanno un’indennità lorda superiore agli 11mila euro al mese, senza contare i vari rimborsi e al netto di eventuali restituzioni come sancito dal regolamento interno del Movimento 5 stelle. Di tutto ciò, però, non v’è traccia nelle comunicazioni che la D’Arrando avrebbe dovuto fare all’Atc. E non è escluso che con un reddito tanto alto nei prossimi mesi la mamma della parlamentare rischi addirittura di perdere i requisiti per l’alloggio popolare.

Interpellato dallo Spiffero, il presidente dell’Agenzia torinese Marcello Mazzù prima prova a derubricare la questione – “Facciamo 10mila controlli all’anno” – poi ammette: “Ero a conoscenza di questa vicenda visto la delicatezza legata alla persona coinvolta. Di più non posso e non voglio dire”.

Durante questi primi nove mesi di mandato i riflettori si sono accesi su D’Arrando perché, da capogruppo M5s in Commissione Sanità (incarico figlio evidentemente della sua qualifica da operatrice socio-sanitaria), avrebbe provveduto materialmente alla schedatura di alcuni degli scienziati dell’Istituto superiore della Sanità considerati oppositori del governo gialloverde. In campagna elettorale dichiarava: “Mi batto per il diritto alla casa per tutti”.

La replica della deputata Celeste D'Arrando

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