VERSO IL VOTO

Sanità, "Chiamparino ha già perso"

Ospedali, Parco della Salute, liste d'attesa: il centrodestra mette il dito nella piaga dell'amministrazione. Intervista al capogruppo di Forza Italia Fluttero: "La narrazione ottimistica della giunta è smentita dal vissuto quotidiano dei piemontesi". Partita la campagna elettorale

“Ci sono le infrastrutture, c’è lo sviluppo, ma c’è anche la sanità”. Come se qualcuno nel centrosinistra lo avesse dimenticato o cercasse di farlo, dal centrodestra arriva una dose massiccia di fosforo che sa tanto di avviso al navigante Sergio Chiamparino: la tempesta che negli anni scorsi ha attraversato tutto il Piemonte, complice la gestione del comparto che cuba oltre l’80% del bilancio regionale, avrà la sua onda lunga nella campagna elettorale e possibili effetti nelle urne. E di un avvio di campagna elettorale non può che avere l’aria la stessa conferenza stampa indetta per oggi dalle forze del centrodestra – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e Movimento Sovranista – dall’inequivocabile tema: “La sanità di Chiamparino e Saitta al collasso purtroppo non è una fake news”.

Andrea Fluttero, lei è arrivato in consiglio regionale da poco meno di un anno e presiede il gruppo di Forza Italia, quindi non era ancora nei banchi di Palazzo Lascaris nel periodo della tanto contestata delibera per la riorganizzazione della rete ospedaliera. Diciamo che s’è perso, dal vivo, un passaggio cruciale?
“Riorganizzazione? Quello non è un progetto, è un copia incolla di situazioni locali neppure omogenee nell’assemblaggio. Leggendola non può che emergere una sommatoria di processi locali determinati magari da potentati sanitari o politici, con provvedimenti che spesso se non sempre hanno scontentato i cittadini e senza risolvere i problemi. Anzi”.

Veniamo ad oggi, che c’entrano le fake news con la sanità in Piemonte?
“Perché dire che la sanità è al collasso, come diciamo, non è falso. Intendiamoci: abbiamo eccellenze e professionalità ad ogni livello invidiabili”.

E allora?
“Allora il problema, i problemi stanno in chi governa e neppure accetta le critiche. Prendiamo le reazioni di Saitta e Chiamparino: sono spropositate. Noi abbiamo espresso dei punti di vista, sollevato obiezioni su questioni importantissime, che possono anche non essere condivisi, ma non si possono etichettare come falsità”.

Questione degli ospedali Sant’Anna e Regina Margherita, voi avete lanciato l’allarme per la riduzione dei posti letto nell’ambito della riorganizzazione che ci sarà con il nuovo Parco della Salute. Chiamparino e Saitta hanno smentito. Il problema non è risolto?
“No. E il problema non è solo quello. Partiamo da due posizioni diverse: noi non condividiamo la loro posizione di non volere ospedali monospecialistici puntando a distribuire nei vari ospedali eccellenze che se invece restano raggruppate conservano il loro valore e la loro efficacia. L’esempio dell’Oftalmico è chiarissimo: un’eccellenza come poche nel Paese che si è voluto smembrare. Ecco la pensiamo esattamente all’opposto”.

Ma il Parco della Salute non via piace?
“Il problema è che si tratta di un progetto, fino ad oggi quasi tutto urbanistica ed edilizia, in cui manca il contenuto sanitario. E per tornare alla questione dei due ospedali non si trovano elementi che rassicurino sul mantenimento del Sant’Anna-Regina Margherita”.

Chiamparino ha detto: basta fake news o salta il Parco della Salute. E lo ha detto a voi.
“Non vorrei che quello di Chiamparino sia un mettere le mani avanti rispetto al timore di non trovare possibili investitori. Mi auguro di no, ma se dovesse accadere la colpa sarebbe di chi ha realizzato male un progetto, non certo di chi lo critica sull’organizzazione sanitaria”.

Voi criticate anche altro della politica sanitaria. Indichi un errore di fondo, a suo avviso, della Regione su questa materia.
“Il non aver saputo adeguare la sanità a una regione che cambia, anche e soprattutto per età. Se la popolazione invecchia e ci sono 35mila persone in lista d’attesa per avere o assistenza domiciliare o ricovero in Rsa vorrà ben dire qualcosa. E se 7mila sono a Torino è un dato allarmante, vuol dire non aver adattato la struttura sanitaria a questo mutamento. E poi Chiamparino all’inizio della legislatura sosteneva la necessità di una forte informatizzazione: siamo ancora con ospedali non in rete, che non comunicano. Un paziente deve portarsi dietro la cartella clinica”.

Il centrodestra però, ha lasciato in eredità il piano di rientro e questa giunta ha portato il Piemonte fuori.
“Resta il fatto che se fosse stato sufficiente rientrare sarebbe bastato mettere un ragioniere, dare la delega all’assessore al Bilancio, non ne sarebbe servito uno alla Sanità. L’abilità del politico sta nella capacità di rimettere a posto i conti, ma anche di rimodulare il sistema. Sento Saitta che snocciola dati di magnifici risultati, poi esci fuori e parli con la gente e non mi sembra ci sia tutto questo entusiasmo. È vero, ci sono ottime professionalità, ma poi ci sono le liste d’attesa. Che non basta ridurre per una prestazione se poi il paziente deve aspettare per quella successiva. Il problema va affrontato come somma dei tempi, in maniera strutturale. E anche questo fino ad oggi non lo abbiamo visto”.