POLITICA & SANITA'

Centrodestra in piazza contro il nuovo ospedale

Presidio il 9 febbraio di Lega, Forza Italia, FdI e Mns. "Chiamparino taglia i posti letto di Regina Margherita e Sant'Anna". La replica di Saitta: "Non vogliamo ridurre i servizi ma migliorare le prestazioni"

Sulla Sanità s'infiamma lo scontro tra centrodestra e centrosinistra in un acceso anticipo di campagna elettorale. Nel mirino finisce quello che per Sergio Chiamparino doveva essere il fiore all'occhiello dei suoi cinque anni alla guida del Piemonte, il progetto del Parco della Salute, di cui a fine mese partiranno i primi bandi. L’asse verde-azzurro, composto da Lega e Forza Italia con il supporto di Fratelli d’Italia e del Movimento sovranista si riscopre unito contro il nuovo ospedale previsto a Torino e annuncia una mobilitazione per il 9 febbraio davanti alle Molinette.

“Respingiamo al mittente le accuse di fake news arrivate da Chiamparino” affermano in conferenza stampa, a margine dei lavori dell'aula, tutti i capigruppo della coalizione: Andrea Fluttero (FI), Gian Luca Vignale (Mns), Roberto Ravello (Fdi), Gianna Gancia (Lega), più il consigliere azzurro Andrea Tronzano, promotore di una raccolta di firme contro il previsto taglio di posti letto che è arrivata a sfiorare le 75mila sottoscrizioni. Il centrodestra annuncia inoltre un ordine del giorno sul tema da presentare a Palazzo Lascaris. “Non siamo contro l’idea del Parco della Salute – è l’excusatio non petita dei presenti – ma contro questo progetto della giunta Chiamparino”. L’accusa al governatore è di essere “più attento agli aspetti edilizi, urbanistici e finanziari che a quelli sanitari”. Il progetto prevede la nascita di un nosocomio all'avanguardia che tratterà solo i casi di alta complessità. È previsto un investimento da 400 milioni per una struttura che sorgerà nell'area ex Avio-Oval.

“Non siamo di fronte a congetture politiche ma davanti ad atti che parlano chiaro: nel Parco della Salute del futuro ci saranno 921 posti letto in meno” attacca Vignale. E in particolare “per la degenza pediatrica ce ne saranno solo 90”, molti meno degli attuali 286. Quel che non dice il centrodestra è che una parte di questi posti letto saranno assorbiti da altre strutture come il Cto, che diventerà un ospedale di territorio a medio-bassa intensità, e in parte da altri nosocomi della rete torinese.

La querelle nasce dopo la denuncia dei sindacati della riduzione dei posti letto per gli ospedali Regina Margherita e Sant’Anna, che tuttavia, ha spiegato a più riprese Chiamparino, sarà compensata da una riorganizzazione generale di tutta la rete, a partire dal nuovo ruolo del Cto. “Noi vogliamo salvaguardare questi brand di eccellenza a fronte di un progetto che inserisce la pediatria nelle sottoaree, non strumentalizzare i bambini”. “In Italia – hanno detto ancora – non esistono ospedali costruiti con la modalità che è stata scelta, il dialogo competitivo per coinvolgere i privati. Temiamo che chi si troverà a governare il Piemonte dopo le elezioni si ritroverà con un iter avviato, visto che le gare partiranno a fine mese, ma con enormi difficoltà a portarlo avanti”.

Accuse cui è tornato a replicare in aula l’assessore alla Sanità Antonio Saitta. “Saranno salvaguardate tutte le eccellenze e le specificità della Città della Salute. Le sedi non saranno vendute o dismesse. Costruire il Parco non vorrà dire smantellare o chiudere i vecchi ospedali, ma questi potranno lavorare a sistema e in sinergia tra loro. Ci sarà un polo materno infantile a misura di bambino e tutte le specialità e le eccellenze attuali”. Secondo Saitta occorre evitare gli errori fatti in passato che hanno portato in certi casi a “strutture ospedaliere sovradimensionate” e che non “tengono conto dei cambiamenti dal punto di vista tecnologico che stanno avvenendo nelle cure” grazie ai quali si sta progressivamente riducendo il tempo medio dei ricoveri. “Se non sono ben dimensionati gli ospedali rappresentano un costo, cioè i soldi anziché essere dedicati alla cura e ai pazienti servono per coprire degli errori. L’obiettivo del Parco della Salute è creare un nuovo polo di eccellenza alla pari dei maggiori centri internazionali, che si occupano di cura, ricerca e innovazione della salute e che attraggono investimenti e nuove energie”.

“Oggi si spendono 50 milioni all’anno di manutenzione, parliamo di grosse cifre. Soldi che non valorizzano l’alta complessità, cioè professionisti diversi che lavorano assieme. È questo il futuro della medicina” ha osservato Saitta. “Per quanto riguarda i posti letto complessivi bisogna tenere presente che i vecchi ospedali ospiteranno attività sanitarie. Occorreranno i letti per l’alta complessità e il resto verrà distribuito tra Cto e Asl To5. Ci sarà tempo poi di discutere come riorganizzare il servizio. Noi non vogliamo ridurre i servizi offerti, ma migliorare la qualità delle prestazioni”.

Tutto il percorso che porterà alla realizzazione dell’opera sarà seguito da medici e professionisti della Città della Salute, “un gruppo, per evitare che ci sia il prevalere delle esigenze di qualcuno”. “Ci sarà una commissione della stazione appaltante fatta da professionisti della Città della Salute, che daranno attuazione alle indicazioni dello studio di fattibilità. Si avvierà un percorso per la costruzione di un progetto più adeguato agli obiettivi. Nel frattempo con il potenziamento del Cto e la realizzazione dell’ospedale Torino 5 verrà avviato il lavoro di ricollocazione e di miglior utilizzo dei posti letto”. Un percorso che durerà sette o otto anni. 

Chiamparino attacca, invece, sull’eredità lasciata dal centrodestra nella Sanità: “È il caso di ricordare ai consiglieri di centrodestra che la sanità che ci ha lasciato la giunta guidata dal leghista Roberto Cota nel 2014 era di fatto commissariata e sull'orlo del dissesto, c'erano preoccupazioni persino sul regolare pagamento degli stipendi ai dipendenti”. “I risultati del nostro lavoro – prosegue il governatore – sono sotto gli occhi di tutti. Grazie alla riduzione degli sprechi e a una programmazione finalmente corretta la Regione è uscita dal piano di rientro dai debiti, tornando così ad assumere e a investire nei nuovi ospedali. Nelle scorse settimane il Ministero della Salute ha messo il Piemonte al primo posto in Italia nella Griglia Lea, che misura il livello delle prestazioni erogate, e lo ha scelto come benchmark, ovvero modello di riferimento per altre Regioni per capacità di coniugare qualità ed efficienza”. “Siamo così riusciti - rimarcano - ad avviare un piano da 1,5 miliardi per la costruzione di nuovi ospedali e il completamento di strutture per cui la precedente amministrazione aveva cancellato i finanziamenti”.

print_icon