POLITICA & GIUSTIZIA

Rimborsopoli bis: Cirio è "salvo", 31 ex consiglieri verso il processo

Chiusa l'indagine sulle spese dei gruppi a Palazzo Lascaris nella VIII legislatura. L'accusa è peculato. Diciotto richieste di archiviazione, tra cui l'europarlamentare candidato in pectore del centrodestra per la presidenza della Regione. Fuori dai guai anche Gariglio, Laus e Leo

Trentuno ex consiglieri regionali del Piemonte rischiano un processo per peculato per la Rimborsopoli bis. Nelle prime ore della mattina sono stati notificati gli avvisi di chiusura indagine. Il procedimento riguarda il periodo compreso tra il gennaio 2008 e il febbraio 2010, scadenza naturale di una legislatura in cui a presiedere la giunta di centrosinistra era Mercedes Bresso, oggi europarlamentare Pd che non è fra gli indagati. L’indagine riguarda l’utilizzo irregolare dei fondi assegnati per il funzionamento dei gruppi consiliari rappresentati a Palazzo Lascaris. Si ipotizza il reato di peculato per un totale di un milione e ottocentomila euro. I 31 ex consiglieri regionali appartengono sia al centrodestra che al centrosinistra. Per altri 18 si profila invece una richiesta di archiviazione ed è quindi stato disposto uno stralcio.

Tra questi la posizione su cui si era maggiormentre concentrata l’attenzione riguarda quella di Alberto Cirio, europarlamentare di Forza Italia, la cui candidatura alla presidenza della Regione è stata congelata, in questi mesi, proprio per il suo coinvolgimento nell’indagine: a questo punto, almeno sul piano giudiziario non ci sono più ostacoli alla sua discesa in campo. Tra i “salvati” – su cui però dovrà dire l’ultima parola il gup – ci sono anche i parlamentari Pd Mauro Laus e Davide Gariglio; Giampiero Leo (all'epoca in Forza Italia) Deodato Scanderebech (Udc), i dem Marco Travaglini e Angela Motta; Juri Bossuto, Sergio Dalmasso e Alberto Deambrogio di Rifondazione Comunista.

Tra coloro che hanno ricevuto l'avviso ci sono molti ex capigruppo: Tino Rossi (Lega Nord), Angelo Burzi (Forza Italia), William Casoni (An), Michele Giovine (Pensionati), Maurizio Lupi (Verdi Verdi), Gian Piero Clement (Rifondazione Comunista), Rocchino Muliere (Ds poi Pd), Andrea Buquicchio (Italia dei valori), Mariano Turigliatto (Insieme per Bresso). Verso il processo anche Gian Luca Vignale (An), Roberto Boniperti (An), Claudio Dutto (Lega Nord), il parlamentare Stefano Lepri e Mariano Rabino della Margherita poi del Pd, Franco Guida (Udc) e Luca Robotti dei Comunisti Italiani, Mariacristina Spinosa (Idv), Luca Caramella, Mariangela Cotto, Caterina Ferrero, Lorenzo Leardi, Francesco Toselli di Forza Italia, i verdi Enrico Moriconi e Paola Barassi, i moderati Giuliano Manolino e Giovanni Pizzale, i socialisti Giovanni Caracciolo e Riccardo Nicotra, Piergiorgio Comella (Ds), Graziella Valloggia (Rifondazione).

Un ultimo indagato, Gianfranco Novero, Lega, difeso dall'avvocato Mauro Anetrini, aveva già predisposto di patteggiare nelle scorse settimane.

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