GRANDI OPERE

Un "rompicoglioni" al Terzo Valico

Così lo definì l'allora potente dirigente del Mit Incalza, ora Enry Del Greco è il favorito per la carica di commissario di governo. Il suo nome è sul tavolo di Toninelli, sponsor di peso l'asse ligure Toti-Rixi

Qualche anno fa aveva provato a scalzare il potentissimo Ercole Incalza e assumere la guida del dipartimento ministeriale con competenza sulle grandi opere. Allora Enry Del Greco - ingegnere civile, classe 1960 e una carriera nelle strutture territoriali del dicastero dei Trasporti – arrivò secondo al concorso. Adesso per lui potrebbe arrivare la rivincita: pare, infatti, essere il suo il nome sulla scrivania del ministro Danilo Toninelli da inserire nella casella del commissario governativo per il Terzo Valico, vuota dallo scorso 18 novembre quando Iolanda Romano rassegnò le sue dimissioni.

Attualmente in Lombardia, dove nelle articolazioni del ministero di piazza di Porta Pia si occupa a livello dirigenziale di trasporti fissi e dighe, Del Greco avrebbe dalla sua un apprezzamento bypartisan dai due partiti di governo. Innanzitutto dai Cinquestelle, la cui stima nel tecnico risale proprio alle vicende che videro protagonista Incalza. Quest’ultimo era già indagato quando venne confermato dall’allora ministro Maurizio Lupi in quell’incarico estremamente strategico e di indiscusso potere. “Un rompicoglioni come pochi”, lo definirà Incalza in un’intercettazione. Definizione presumibilmente legata a quell’opposizione attuata da Del Greco nei confronti di Incalza (che risolverà la questione come richiesto da Italfer) sulla questione di un tratto dell’Alta Velocità a Firenze che si temeva potesse danneggiare la Fortezza Da Basso.

Insomma se i nemici dei nemici dei grillini sono loro amici, è difficile pensare che il probabile futuro commissario per il Terzo Valico non lo sia. Forse non arriva all’amicizia, ma quella che nei palazzi della politica e del potere si sintetizza spesso nella formula “vicino a…” pare valga per Del Greco nei confronti di Paolo Emilio Signorini, presidente del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale.

Se così è, certo non guasta nella presentazione del successore della Romano un rapporto ancora più stretto con quel porto di Genova che il Terzo Valico deve collegare con la pianura padana. Come per la Tav, la linea ferroviaria per i grillini andava bloccata. Poi hanno dovuto digerire, anche per la posizione irremovibile della Lega con il sottosegretario ligure Edoardo Rixi, così come quelle del governatore della Liguria Giovanni Toti, in perfetta sintonia sul punto con il collega piemontese Sergio Chiamparino. Toninelli, ingoiato il rospo e pure l’analisi costi-benefici che indicava oltre un miliardo a sfavore, spiegò: “non può che andare avanti”.

E così è stato. A rimanere fermo nei cassetti per mesi è invece il dossier sulla nomina del commissario, invocata anche con una lettera degli undici sindaci dei comuni dell’Alessandrino interessati dal tracciato. “Abbiamo atteso fin troppo”, aveva detto nelle scorse settimane premette Rocchino Muliere, sindaco di Novi Ligure. Per lui e per gli altri sindaci “quello del commissario di Governo è un ruolo chiave di raccordo per noi amministratori locali con gli altri soggetti interessati all’opera, e non di meno con il Governo. Rimanerne privi in un momento in cui è necessario proseguire con il piano di sviluppo, avviato sotto il coordinamento della Romano, è fortemente penalizzante. Per questo chiediamo al ministro di farci sapere, almeno, quali siano le sue intenzioni”.

In ballo ci sono i 49 milioni da investire sul territorio piemontese interessato dall’opera e il commissario è la figura chiamata a mediare le varie istanze e condurre verso una sintesi. Per questa ragione nel profilo auspicato c’è la conoscenza del territorio e la capacità di interloquire con gli amministratori locali, nonché fare da collegamento tra questi ultimi, il general contractor Cociv e, soprattutto, il Governo.

Dal quale, nella figura di Toninelli,  non è arrivata risposta. Forse arriverà prima la nomina del dirigente del ministero, che si è occupato di motorizzazione civile, di dighe, ma anche di metropolitane. E con quella colorita e non positiva definizione data di lui da Incalza. Una medaglia per i grillini.

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