ANTISFASCISMO

Il passo di lato delle madamin, slitta la mobilitazione Sì Tav

Non sarà domenica ma il 6 aprile la terza manifestazione a favore dell'opera. Nasce una cabina di regia con le forze economiche e sociali piemontesi. Si avvicinano le elezioni e la piazza fa gola a molti. Il retroscena alla base della decisione

“Rimandiamo l'appuntamento in piazza al 6 aprile per rilanciare una grande manifestazione”. È lo stringato comunicato, firmato a nome del comitato Sì Torino va avanti e assieme all'Osservatorio 21, delle madamin Sì Tav dopo aver ricevuto da più parti l'invito a spostare la data dell'annunciata terza mobilitazione, in agenda per domenica prossima.“Vogliamo un Sì definitivo alla Tav, senza se e senza ma - affermano le cinque -. Vogliamo essere in tanti, tantissimi e coinvolgere cittadini, sindacati, associazioni produttive, organizzazioni politiche per dire sì alle infrastrutture, a partire dalla Tav. Vogliamo un futuro di sviluppo del Piemonte e dell’Italia. Vogliamo un Paese serio, affidabile, in Seria A su tutti i tavoli internazionali”. Quello che non dicono è che, nei fatti, sono state commissariate.

A dare voce alle richieste di maggiore coinvolgimento dei soggetti sociali – dalle organizzzazioni imprenditoriali ai sindacati, dagli ordini professionali all'associazionismo – è stata la Cisl che, pur ribadendo la condivisione della protesta, evidenzia la necessità di un “un processo concordato e condiviso”. Insomma, meno protagonismo delle frontwoman e più coivolgimento della realtà sociale ed economica del territorio.

“Riteniamo utile riflettere – scrivono in una nota i segretari torinese e piemontese della Cisl Domenico Lo Bianco e Alessio Ferraris – su una eventuale dilazione dell’iniziativa in modo da costruire un percorso condiviso e concordato liberamente tra tutti i soggetti sociali che intendono sostenere un processo di crescita e sviluppo del nostro territorio che passi anche attraverso la realizzazione delle infrastrutture necessarie all’economia globale. Se questo sarà possibile, la Cisl è disponibile a sostenere iniziative anche più ampie di una manifestazione, dentro una cabina di regia che coordini gli eventi”.

Alla base di questa decisione ci sarebbe anche un gustoso retroscena. Spifferi raccontano infatti che il cortocircuito sarebbe avvenuto venerdì scorso, il giorno successivo alla conferenza stampa del premier Giuseppe Conte, mentre due madamin (Adele Olivero e Patrizia Ghiazza) s’incontravano con Mino Giachino e due esponenti del mondo industriale per stabilire una strategia comune per nuove iniziative di lotta, tre di loro - Simonetta Carbone, Giovanna Giordano e Roberta Castellina - si recavano alla Stampa per annunciare la convocazione del 17 marzo, spiegando che in quella occasione avrebbero parlato i candidati alla presidenza della Regione. Un evidente assist per l’unico ufficialmente in campo, Sergio Chiamparino, visto il forfait certo del grillino Giorgio Bertola e l’impasse del centrodestra, ancora senza il proprio candidato. Mosse scomposte che hanno costretto la Lega a sconfessare l’iniziativa e hanno infastidito anche Giachino, protagonista assieme a loro delle precedenti manifestazioni. Per non dire dei rappresentanti delle 33 sigle del mondo economico piemontese, i quali in questi mesi si sono sobbarcati l’onere dell’organizzazione e della mobilitazione e che con l’esecutivo gialloverde non possono permettersi il lusso di interrompere i canali diplomatici. Il rischio che il fronte del Sì sbracasse era troppo alto, di qui la decisione di commissariare di fatto il gineceo e scendere direttamente in campo, innanzitutto individuando una nuova data.

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