CRIMINALITÀ ORGANIZZATA

Slot e droga tra gli affari del clan, sequestrati beni per 45 milioni

Maxi blitz contro la ‘ndrangheta: 15 arresti. Indagini tra Torino e la Calabria per sgominare un sodalizio criminale. Quattrocento militari coinvolti. Salvini: "Un altro successo, complimenti alle forze dell'ordine"

Dall’alba oltre 400 militari – Carabinieri del Ros e Finanzieri del comando provinciale di Torino e del servizio centrale Investigazione Criminalità Organizzata di Roma – sono impegnati in una vasta operazione nei confronti di un sodalizio di matrice ‘ndranghetista radicato in Piemonte. Le indagini sono estese alla provincia di Torino e di Vibo Valentia, l’operazione è coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo piemontese.

Sono 15 le persone finite in carcere. Quattordici di loro sono indagate per associazione a delinquere di stampa mafioso finalizzata alla produzione e al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, emissione di fatture per operazioni inesistenti e truffa. Secondo la Dda di Torino gli indagati sono legati alla ‘ndrina Bonavota, originaria della provincia di Vibo Valentia, ed erano attivi nell’area di Carmagnola. Il gruppo sarebbe guidato da tre capi: Salvatore Arone di 60 anni, Francesco Arone (58 anni) e Antonino Defina (53 anni). Due uomini sono accusati invece di concorso esterno in associazione mafiosa: tra questi c’è il proprietario di due concessionarie di automobili. Il valore dei sequestri di società, conti correnti e cassette di sicurezza supera i 45 milioni di euro.

I provvedimenti sono frutto di un’intensa attività investigativa avviata nel 2012 dal Ros e nel 2015 dalla Finanza che ha permesso di ricostruire l’attività criminale di un gruppo operante in Piemonte, con interessi ramificati in vari settori produttivi. Nell’ambito dell’operazione (denominata in codice “Carminius), in esecuzione a un provvedimento emesso dal Tribunale, la Dia torinese ha confiscato l’intero capitale di una società attiva nel settore del trasporto merci su gomma e numerosi altri beni mobili (tra cui semirimorchi, trattori e autovetture). Il provvedimento è scattato nell’ambito di un’indagine patrimoniale al fine di evidenziare il reinvestimento di denaro di provenienza illecita nel settore del trasporto merci.

C’era un patto tra ‘ndrangheta e Cosa Nostra nella gestione delle attività illecite tra la provincia di Torino e quella di Cuneo. Anche questo è emerso nel corso dell’indagine Carminius. Alcuni presunti esponenti legati alla ‘ndrina Bonavota e uomini della mala siciliana attivi a Carmagnola e in alcune zone del Cuneese si sono spartiti il traffico di stupefacenti, estorsioni e le videoslot con una “gestione non bellicosa”, come è stata definita dagli inquirenti.

A testimonianza della forza acquisita dal gruppo malavitoso ci sono le intimidazioni, minacce e attentati incendiari ai danni di amministratori comunali per impedire il varo di un regolamento più restrittivo sull’installazione delle slot machine nei locali pubblici. A essere preso di mira dalle cosche è stato, in particolare, il comune di Carmagnola: tra il 2014 e il 2018 sono state incendiate le auto del vicesindaco Vincenzo Inglese e dell’assessore Alessandro Cammarata.

Questo il commento del ministro dell’Interno Matteo Salvini: «Altro successo contro la ‘ndrangheta. Oltre 400 carabinieri e finanzieri, coordinati dalla Dda di Torino, stanno smantellando una rete piemontese dei clan. Droga, estorsioni, fatture false, affari con le slot machine e tanto altro. Sequestrati beni per 40 milioni di euro. Complimenti alle Forze dell’Ordine e agli inquirenti. Nessuna pietà per i criminali: la pacchia è finita».

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