VERSO IL VOTO

Il Pd ci ricasca: firme irregolari per le provinciali di Novara

L'Ufficio elettorale esclude "la Provincia in Comune" dalla competizione elettorale del prossimo 6 aprile. Il segretario De Stasio nella bufera. Si valuta il ricorso - LEGGI IL VERBALE

Errare è umano, ma questa volta c’è di mezzo la recidiva. Dopo il pasticcio sulle firme false alle regionali del 2014, che per poco non fa decadere Sergio Chiamparino, da Novara ecco, cotta a puntino, un’altra frittata che, salvo stravolgimenti dell’ultima ora, escluderà la lista del centrosinistra dalle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. “La consistenza e la gravità delle irregolarità rilevate nell’esame della documentazione è tale da determinare la ricusazione” si legge nel verbale con cui l’Ufficio elettorale, presieduto da Giacomo Rossi, ha disposto l’esclusione della lista “la Provincia in Comune” dalle elezioni in programma il 6 aprile. Così, dopo che nell’autunno scorso è stato eletto presidente il sindaco di Trecate Federico Binatti, espressione di Fratelli d’Italia, gli amministratori novaresi troveranno un’unica formazione presente sulla scheda, la lista Identità e Territorio di centrodestra: preludio di un inedito monocolore.

Tante e piuttosto marcate le irregolarità imputate ai presentatori della lista, il segretario del Pd novarese Sergio De Stasio ed Emanuela Allegra, attuale capogruppo della formazione di centrosinistra a Palazzo Natta. Manca il collegamento tra le sottoscrizioni e la lista la Provincia in Comune essendo su due fogli separati in cui compaiono nel primo tutti i candidati e nell’altro il primo sottoscrittore, seguito dagli altri. Basterebbe questo per escludere la lista, ma il collegio procede con l’analisi dei documenti consegnati. Diciannove firme, tra cui quella dell’ex sindaco di Novara Andrea Ballarè, “risultano autenticate su un foglio unito con semplice punto metallico senza apposizione di timbro di congiunzione al foglio principale”. Anche qui dunque manca il collegamento con i candidati. Dunque, qualora fossero ammesse tutte le altre, queste 19 firme comunque sarebbero da considerarsi nulle facendo “venire a mancare il numero minimo di sottoscrizioni necessarie per la presentazione della lista”. Tra i sottoscrittori compare anche Stefano Zanzola, che “in quanto candidato non avrebbe dovuto procedere alla sottoscrizione stessa”. (Leggi il verbale dell'ufficio elettorale)

Che le carte non fossero tutte perfettamente in regola doveva essere una preoccupazione ben radicata tra i presentatori, al punto che il giorno successivo alla consegna del faldone (il 16 marzo) tentano un’integrazione dei documenti in zona Cesarini. Ma non basta: troppe le irregolarità. In attesa di un probabile ricorso il centrosinistra sarà escluso dalla competizione elettorale e quindi dal Consiglio provinciale. Un’altra grana per il Pd e per il suo segretario, De Stasio, dopo il pasticcio sulle candidature in Regione e quell’improbabile quanto irrituale proposta di sottoporre i due uscenti, Augusto Ferrari e Domenico Rossi, a una consultazione tra gli iscritti. Ora c'è chi addirittura ipotizza il commissariamento della Federazione.

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