FINANZA & POTERI

Su Intesa c'è Profumo di bruciato

Salta l'accordo sulla lista per il rinnovo degli organi della banca. Il presidente della fondazione San Paolo nel mirino per la disponibilità a sacrificare due posti "torinesi" in cda. Ma in corso Vittorio crescono i malumori pure sulla gestione dell'ente

La fumata nera uscita dalle fondazioni azioniste di Intesa-Sanpaolo riunite nella sede romana dell’Acri per definire la lista dei 14 nomi per il consiglio del gruppo bancario sembra essere alimentata, soprattutto, da quel che cova sotto la cenere a Torino. Se i presidenti di Cariplo, Cariparo, Carifirenze, Carisbo e Compagnia di San Paolo non hanno trovato la quadra visto che alcuni di essi hanno ancora indicato i loro candidati, questo non solo accade nella fondazione torinese, ma è proprio qui che sembrano esservi le maggiori difficoltà. Nell’ente presieduto da Francesco Profumo, primo tra i soci istituzionali con il 6,79%, la tensione continua a salire e quelli che è difficile non classificare come scontri interni a ridosso della dead line dell’assemblea della banca che s terrà al 30 aprile a Torino, segnano questi giorni cruciali.

Un punto su cui si concentra più di un rilievo e di una critica nei confronti dell’ex ministro e già rettore del Politecnico riguarda la cessione di due consiglieri portando il peso di Torino a ridursi da 5 a 3 membri nel consiglio dell’istituto bancario. Un ridimensionamento che nella visione di Profumo sarebbe la contropartita per mantenere Gian Maria Gros-Pietro alla presidenza di Intesa-Sanpaolo, scongiurando il rischio di veder interrompere traumaticamente la regola non scritta che vuole un torinese al vertice della banca che ormai torinese e piemontese lo è sempre di meno.

Non tutti in Compagnia la pensano però in questo modo: non mancano, infatti, coloro che non ritengono quella riduzione del peso all’interno del consiglio della banca un elemento cruciale per mantenere Gros-Pietro al suo posto, giacché su questo punto non ci sarebbero ostacoli. Piuttosto ci sarebbe chi guarda a un’altra poltrona, legandola alla strategia di Profumo: quella della presidenza dell’Acri per la quale l’attuale numero uno Giuseppe Guzzetti ha indicato proprio l’ex ministro. Un’aria di fronda nei suoi confronti che vedrebbe in atteggiamento piuttosto critico le due donne componenti del Comitato di Gestione, ovvero Licia Mattioli e Anna Maria Poggi, ma anche alcuni componenti del Consiglio Generale, tra cui Vincenzo Ferrone e Pietro Rossi.

Da loro, così come da altri, sarebbero stati sollevati forti dubbi sulla reale necessità di sacrificare due membri del consiglio dell’istituto bancario a fronte della riconferma di Gros-Pietro, ormai fuori discussione. Un sacrificio ancor più pesante se, come pare, nell’intenzione del vertice della Compagnia ci sarebbe l’ingresso nella banca di Patrizia Poliotto, avvocato torinese, già in Intesa e con un passato nel Comitato di Gestione della Compagnia. A Profumo, inoltre, ancora non si perdona del tutto la complicata e tormentata gestione della successione a Pietro Gastaldo alla segreteria generale della fondazione che la lasciato strascichi non certo positivi nei rapporti tra il presidente e alcuni componenti del board.

Perplessità, quelle nei confronti dell’uomo proiettato verso la successione di Guzzetti nella potente poltrona di guida dell’associazione delle Casse di Risparmio e delle fondazioni di origine bancaria, che non si fermano al pur recente passato e non attengono solo (si fa per dire) al nodo del numero dei consiglieri espressi dalla Compagnia in seno all’istituto bancario. Dalla sede di corso Vittorio Emanuele filtrano rumors insistenti circa ulteriori dissapori su alcune cifre relative alla consistenza patrimoniale della Compagnia che non sarebbero state comunicate con la dovuta chiarezza ai consiglieri (chiedere a Carla Ferrari per conferma, dicono fonti interne). Insomma, un clima tutt’altro che sereno quello che accompagna verso l’appuntamento dell’assemblea e che potrebbero manifestarsi nella riunione del comitato di gestione di lunedì prossimo.

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