VERSO IL VOTO

Centrodestra al rush finale: "Candidato in settimana"

Incassato il successo in Basilicata, Salvini è pronto al dossier Piemonte: "Non importa a quale partito appartenga, l'importante è chiudere con il governo Chiamparino". I tre leader si sentono al telefono, ma in Forza Italia scintille Toti-Gelmini

Il centrodestra brinda alla conquista della Basilicata e ora finalmente guarda alla prossima sfida: il PiemonteSilvio Berlusconi, ha infatti telefonato a Giorgia Meloni e Matteo Salvini per festeggiare il “grande successo” della coalizione in una Regione “sottratta al dominio della sinistra dopo oltre venti anni”: una conversazione in cui, a quanto riferiscono fonti azzurre, si è deciso di imprimere accelerare i tempi per la scelta del candidato governatore del Piemonte. Un sollecito prontamente raccolto dal leader della Lega. “Prenderemo entro questa settimana tutte le decisioni legate alle liste e ai candidati per prossime elezioni in Piemonte”. Dopo tanto tergiversare Salvini prende il toro per le corna e annuncia l’imminente decisione. “Non mi importa di che partito sarà il candidato del centrodestra, ma che si ponga rimedio il prima possibile al governo di Sergio Chiamparino” prosegue il leader del Carroccio durante una conferenza stampa in via Bellerio. A chi gli chiedeva se ci fosse in programma un incontro con Berlusconi per discutere delle elezioni in Piemonte, Salvini ha risposto: “Se non ci vedremo ci sentiremo”.

Proprio da Torino, dove ha avviato la campagna elettorale di Fratelli d’Italia, la Meloni ha rivolto un appello alla coalizione per un incontro che possa definire la strategia proprio in vista delle regionali e delle amministrative del 26 maggio: “Vediamoci e risolviamo il tema della candidatura alla presidenza del Piemonte e anche quella dei tanti Comuni capoluogo, perché le nostre realtà hanno bisogno di fare campagna elettorale”, ha spiegato l’ex ministro. “Spero che riusciremo a vederci in questa settimana. Il Piemonte è una regione che si può vincere come abbiamo vinto finora Regioni che erano considerate molto più inespugnabili come la Basilicata. Però bisogna dare il tempo ai cittadini di conoscere la nostra proposta. Tutti i nomi che sono stati fatti sono dei nomi interessanti ma nessuno è stato mai formalizzato in un tavolo. Quindi aspettiamo un tavolo per poterne parlare formalmente”. Al momento, sul tavolo del centrodestra ci sono due nomi: l’europarlamentare azzurro Alberto Cirio, su cui Forza Italia tiene duro, rivendicando un antico patto con la Lega, e l’imprenditore delle acque minerali Paolo Damilano sul quale sta investendo Salvini.

Un clima da embrasse-nous che però non riesce a nascondere le fibrillazioni tra i berlusconiani. Ribattendo alle critiche espresse da Giovanni Toti – “Forza Italia è l’unico partito a perdere consenso”; solo “chi ha saputo interpretare un centrodestra nuovo e diverso viene premiato, chi ha scelto l’auto-conservazione è stato punito” – la capogruppo a Montecitorio Mariastella Gelmini ha bacchettato il governatore ligure: “Non credo che sia utile appiattirsi su posizioni di altri o sul sovranismo nazionale, perché il centrodestra, senza il contributo di una forza moderata e riformista come Forza Italia, non esiste”. Salvo poi, per ragioni che abbiamo già spiegato (e riconducibili al conflitto interno al gineceo di corte), ha nuovamente invitato all’unità sull’europarlamentare albese, ovvero l’azzurro “con il  cuore vicino a Salvini”.

Incrocia le dita, pur dichiarandosi “fiducioso” che alla fine la scelta ricada su Cirio (“perché credo abbia il profilo giusto e l’esperienza necessaria per fare il governatore”), il coordinatore regionale Paolo Zangrillo. Ammette che nelle ultime settimane il nome dell’imprenditore Damilano abbia preso quota: “Se n’è parlato – dice all’Ansa –, ma credo sarebbe una sconfitta della politica perché vorrebbe dire che la politica non è in grado di costruire una classe dirigente”, proprio lui che alla politica è arrivato per  cooptazione secondo logiche familistiche, in quanto fratello del medico personale del Cav.

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