POTERI FORTI

Acri, Profumo sfida Appendino

Il numero uno della Compagnia di San Paolo è stato eletto alla guida delle fondazioni. Una mossa per mettere in difficoltà la sindaca grillina, da cui dipende il rinnovo al vertice di corso Vittorio. Il nodo Cassa depositi e prestiti

Alla fine Francesco Profumo ha deciso di rischiare, sfidando la sorte, ma soprattutto gli assetti politici. Oggi il numero uno della Compagnia di Sanpaolo è stato eletto all’unanimità presidente dell’Acri, l’influente associazione di categoria delle fondazioni di origine bancaria, dall’assemblea che comprende 83 enti, 9 associazioni interregionali e 15 Casse di risparmio minori. “Sono molto orgoglioso dell’incarico affidatomi e ringrazio per la fiducia – ha dichiarato a caldo –. Un ringraziamento speciale va al presidente Giuseppe Guzzetti che con la sua guida lungimirante e sapiente ha diretto l’associazione in questo percorso di crescita e consolidamento nel corso degli ultimi venti anni. Sono convinto che quell’architrave su cui si è poggiato questo percorso virtuoso di sviluppo, sia estremamente solido e di grande visione e possa quindi continuare a sostenere il cammino che ci attende”. Un architrave che però è visibilmente pericolante sulla sua testa, giacché la durata del mandato alla guida delle fondazioni è strettamente legato dalla sua permanenza o meno al vertice della Compagnia di San Paolo. Cosa che, com’è noto, non dipende da lui, bensì da Chiara Appendino. Nominato in corso Vittorio Emanuele nel 2016 dal suo predecessore Piero Passino, la sindaca grillina pare non abbia alcuna intenzione di rinnovargli l’incarico. Difficile fare previsioni a un anno dalla scadenza e con un quadro politico in costante evoluzione, ma la mancata conferma è più che un’ipotesi. Al punto che, si mormora, lo statuto dell’Acri potrebbe essere modificato per tener conto di questo scenario. Rumor di manovre, politiche e non, fra Torino, Piemonte, Lombardia e Milano sono già cominciate con ampio anticipo e il “licenziamento” in tronco da Iren di Paolo Peveraro – altro grand commis designato dal centrosinistra poco prima della sconfitta – non è certamente di buon auspicio.

Certo, la poltrona è di quelle pesanti: l’Acri è azionista di Intesa Sanpaolo e Unicredit e detiene circa il 16% delle quote di Cassa Depositi e Prestiti, della quale indica la presidenza. Sono molte le partite che Profumo si troverà a gestire già dalle prossime settimane. La più delicata è proprio quella su Cdp, che il governo gialloverde tratta alla stregua di un proprio bancomat. Le indiscrezioni su una possibile uscita del presidente Massimo Tononi si stanno facendo sempre più insistenti. Con una maggioranza litigiosa e traballante che potrebbe arrivare tra pochi giorni, dopo la boa delle urne, alla resa dei conti tutti gli scenari restano aperti. Per questo Profumo, gran navigatore dei marosi dei poteri nostrani, ha accettato il rischio. Che sa anche di una vera e propria sfida alla stessa Appendino: vediamo tra pochi mesi se gli attuali equilibri consentiranno alla prima cittadina di Torino di fare ancora la voce grosse oppure se dovrà addivenire a più miti consigli. Chissà.

Profumo, savonese, classe 1953, laureato in ingegneria elettrotecnica, ha iniziato la carriera all’Ansaldo di Genova, per poi trasferirsi a Torino, dove nel 1955 è diventato professore ordinario al Politecnico. È stato preside della facoltà di Ingegneria dal 2003 al 2005, poi rettore fino al 2012. Nei consigli di amministrazione di alcune tra le più importanti realtà imprenditoriali italiane, tra cui Unicredit private banking, Fidia, Inwit, per poi passare alla presidenza del Cnr nel 2011 sotto il governo Berlusconi. Quando a quest’ultimo, nel 2011, è subentrato Mario Monti, Profumo venne nominato ministro dell’Istruzione nel governo tecnico durato fino al 2013. Conclusa l’esperienza politica, venne nominato presidente prima di Iren, poi della Compagnia di San Paolo. La ricompensa – riferiscono i maligni – per aver rinunciato a correre per la poltrona di sindaco di Torino lasciando campo libero a Fassino.

L’assemblea odierna oltre a nominare Profumo, ha eletto anche il nuovo consiglio, organo di governo dell’associazione, composto da 27 membri oltre al presidente. Nella nuova compagine c’è ancora una casella in bianco, quella del presidente della Cariplo in attesa di nomina del successore di Guzzetti. L’area geografica del Nord Ovest ha espresso i nomi di Federico Delfino (Fondazione Agostino De Mari), Franco Ferraris (Fondazione CR Biella), Giandomenico Genta (Fondazione CR Cuneo), Giovanni Quaglia (Fondazione CRT e presidente dell’associazione fondazioni del Piemonte), Mario Sacco (Fondazione CR Asti) e appunto la casella del prossimo presidente della Cariplo. 

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