AL VOTO

A chi affidiamo il Piemonte?

Chiamparino confida sul consenso personale e rivendica il merito di aver risanato la Regione. Cirio punta su "un'altra velocità" per riuscire a cogliere le sfide internazionali. Delusi M5s e il fattore Salvini

Finalmente. È terminata la campagna elettorale più difficile, verso la fine a quanto pare incerta, ma dall’inizio all’ultimo giorno tra le più mosce e soporifere che si ricordino. Anche in questa contraddizione – una rincorsa del centrosinistra per recuperare terreno su un centrodestra partito a dir poco favorito e, nel contempo, toni e messaggi tutt’altro che galvanizzanti – sta quel che di liberatorio portato dall’apertura dei seggi di questa mattina.

Oggi si vota, oltre che per l’Europa e per una discreta sfilza di Comuni, per decidere chi dovrà governare il Piemonte per i prossimi cinque anni. Confermare, dandole continuità pur con opportuni aggiustamenti, Sergio Chiamparino e la coalizione di centrosinistra oppure svoltare a destra (pur tenendo una ruota al centro con Forza Italia) scegliendo Alberto Cirio, candidato governatore azzurro della coalizione a trazione leghista: inutile quanto ipocrita sarebbe far finta, in ossequio a un trattamento equanime rispetto ad ogni aspirante presidente e ogni partito o rassemblement, che non sarà l’esito di questo duello ad accompagnare, sezione dopo sezione, l’attesa del risultato finale.

Senza nulla togliere all’aspirante presidente dei Cinquestelle Giorgio Bertola, così come a Valter Boero del Popolo della famiglia, e guardando anzi ai loro risultati come indicatori per nulla trascurabili dell’idea di Piemonte che una parte dei suoi abitanti ha o auspica, la realtà dei numeri racconta di un bivio. Come si sarà mossa, davanti ad esso, la maggioranza dei votanti lo si scoprirà solo domani e forse neppure troppo presto. Molto se non tutto dipenderà dalla velocità dello spoglio e dall’eventuale differenza tra un candidato e l’altro: maggiore si paleserà minore sarà il tempo necessario per capire se il Piemonte continuerà ad essere conservato, unica regione nel Nord, dal centrosinistra con un’innegabile sconfitta, soprattutto della Lega di governo, oppure passerà al centrodestra che a quel punto proprio nel Nord farà filotto e lascerà in questa parte del Paese, sostanzialmente, solo più il Comune di Milano a baluardo – considerando i grandi enti – di un Pd in cerca d’autore e di rinascita.

Poca verve, si diceva, in questa campagna elettorale dove paradossalmente al Piemonte è stata riservata minore o certo non superiore attenzione di quanto ne avevano avuto per le loro elezioni, l’Abruzzo e il Molise, solo per citarne un paio. Gli stessi leader nazionali che certo non sono arrivati a frotte, quando hanno parlato in Piemonte la citazione spesso è stata a corollario del voto europeo, come i ripetuti comizi di Matteo Salvini (ma non solo i suoi) attestano.

Compagna elettorale, per molti versi, strana e anomala: le dinamiche tra gli alleati di governo esplose in una crescente tensione non hanno potuto che influenzare la chiamata al voto regionale, ma quanto questo potrà valere su giudizi e auspici dei piemontesi su temi a loro più vicini: dallo sviluppo economico alla sanità passando per i trasporti e non ultimo il lavoro?

Ogni candidato ha fatto leva su questi temi, spesso gli stessi. Per Chiamparino "fondamentali per far crescere il Piemonte sono le infrastrutture strategiche, come la Tav e il Terzo Valico”, ma anche “la cultura e il turismo, che in questi anni si sono rivelati una leva essenziale. Bisogna poi proseguire il grande lavoro fatto in questi anni sulla sanità – ha ribadito negli ultimi messaggi il presidente uscente – e continuare a investire in ricerca perché é l'unico modo per rendere competitiva la nostra manifattura, per far crescere il lavoro bisogna attrarre investimenti".

Il suo avversario Cirio punta invece ad un Piemonte con maggiore autonomia, “più fondi europei e meno burocrazia. Due sono le strade per avere più risorse in Piemonte – l’opinione dell’europarlamentare indicato da Berlusconi quale futuro governatore – quella dell'autonomia, ricontrattando con Roma le materie e le risorse da gestire direttamente per il Piemonte. E poi i fondi europei, che oggi usiamo poco e con troppa lentezza e su cui metterò a frutto tutta l'esperienza maturata in questi miei ultimi cinque anni a Bruxelles, al Parlamento europeo. E poi ci vuole meno burocrazia e meno leggi per una Regione che non sia di ostacolo, ma amica e al servizio di cittadini, imprese ed enti locali”.

“Investire sulle opere veramente utili”, quindi a suo avviso non certo la Tav, è l’obiettivo del grillino Bertola. Il quale ha puntato l’indice sulla sanità promettendo di “azzerare le liste d'attesa introducendo prenotazioni con un click, un sms o una telefonata” e poi il trasporto pubblico locale “riaprendo le linee ferroviarie chiuse” e ancora, la “tutela delle famiglie attraverso politiche di sostegno al reddito e delle imprese che fanno innovazione e investono sul made in Piemonte creando lavoro, per migliorare la qualità della vita”.

Boero, come recita il brand della sua formazione, si è presentato agli elettori con un programma "incentrato sulla famiglia. Vogliamo mettere al centro la donna, in particolare la donna che genera figli, perché questa é la chiave per ripartire. Bisogna far ripartire il Piemonte partendo dai bambini, per questo il reddito di maternità proposto dal nostro movimento è fondamentale. Le famiglie non avevano una rappresentanza in Consiglio regionale, con noi – annuncia - ce l'avranno".

Dei possibili travasi di voti, del peso delle tensioni sul piano nazionale così come delle forchette che si sono avvicinate, di distanze ora lunghe ora brevi tra un candidato e l’altro, abbiamo detto molto in questi giorni, in queste settimane. Adesso è arrivato il momento in cui la parola passa a chi andrà a votare. Nel 2014 l’affluenza ai seggi era stata del 66,43%, mentre alle ultime politiche era salita al 74,77%. Ecco, già questo primo dato  potrà essere di non poco interesse, nell’attesa di sapere chi governerà il Piemonte per i prossimi cinque anni.

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