GIUSTIZIA

Corsa "domestica" per la Procura

Il favorito, l'attuale procuratore di Reggio Calabria Petralia, rinuncia a Torino e apre la competizione tra i "figli" di Maddalena. Quattro gli aspiranti alla successione di Spataro: Borgna, Viglione, Loreto e Ferrando. Con il "foresto" Vitello di Pisa

Sulla carta era dato per favorito, ora con la rinuncia di Bernardo Petralia, attuale procuratore generale di Reggio Calabria, la corsa alla successione di Armando Spataro è quasi tutta interna, torinese. Cinque sono gli aspiranti, tutti con lunghi trascorsi professionali sotto la Mole: Paolo Borgna, attuale reggente, Gabriella Viglione, aggiunto a Cuneo, Anna Maria Loreto, coordinatrice della Dda, Giuseppe Ferrando, numero uno dei pm di Ivrea e il “foresto” Salvatore Vitello di Pisa.

Petralia, 66 anni, in occasione di un convegno a Settimo Torinese, aveva spiegato di considerare il capoluogo piemontese la sua aspirazione finale, la città in cui concludere la sua carriera di magistrato. “Per me è la capitale d’Italia – aveva affermato in quell’occasione –. Sono venuto qui più volte senza toga, la considero di una bellezza strepitosa, nascosta, austera, soprattutto colta”. Una dichiarazione di ammirazione anche professionale: “Non dimentico quando da giovane magistrato utilizzai l’aula bunker per seguire alcune indagini sulla mafia siciliana trovando appunti dei colleghi sui processi alle famiglie criminali catanesi”. Era il suo curriculum a risultare tra i bookmaker di vicende giudiziarie il papabile, per anzianità e per esperienza, a partire dall’incarico di procuratore capo a Sciacca a 43 anni, il più giovane d’Italia.

A questo punto la competizione è tutta “locale”, tra colleghi che hanno in comune l’anagrafe – tutti sono pressappoco coetanei – e la medesima “scuola”, quella dell’ex procuratore capo Marcello Maddalena. A dar retta ai rumors, un leggero vantaggio potrebbe avere Borgna, che da circa sei mesi ha retto la sede dopo il pensionamento di Spataro. Non ha presentato domanda il procuratore generale di Torino Francesco Saluzzo, che già una volta, nel 2014, aveva provato a gareggiare per la poltrona di procuratore capo e aveva perso proprio contro Spataro e che a questo giro era considerato nella rosa dei possibili candidati.

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