LA SACRA RUOTA

Fca fa la solita ammuina, ma convince Cirio e Appendino

Incontro di cortesia tra Gorlier e le istituzioni piemontesi. Il manager rivende la trita mercanzia, solo spostando più in là le date: piena occupazione nel 2022. Tutto il mondo, eccetto Palazzo civico, sa che si sta riaprendo la trattativa con Renault

Giurin giurello. Conferma del piano da 5 miliardi di investimenti per gli stabilimenti italiani del gruppo Fca con il raggiungimento della piena occupazione nel 2022 e l’intenzione di sviluppare nuove soluzioni dedicate alla mobilità elettrica a sostegno della produzione e della commercializzazione dei modelli elettrificati del gruppo, su tutti i principali mercati europei. A ribadirlo è il chief operative officer di Fca per la regione Emea, Pietro Gorlier nell’incontro, questa sera a Palazzo Civico, con la sindaca di Torino, Chiara Appendino e il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio. Il top manager ha, quindi, invitato entrambi  a visitare nelle prossime settimane a Mirafiori lo stato di avanzamento dei lavori della piattaforma base per la produzione della nuova 500 full electric, in occasione dell’80° compleanno del sito torinese. “L’incontro – ha commentato Appendino – è stato molto positivo per la conferma del piano d’investimenti, dell’impegno per la mobilità elettrica e per lo sviluppo della guida autonoma”. Dello stesso tenore il giudizio del dirimpettaio di piazza Castello: “È stato un incontro estremamente importante e concreto – ha aggiunto Cirio – ci è stata garantita la piena occupazione di tutti gli stabilimenti e una serie di interventi sul piano finanziario che confermano come la volontà di continuare  a investire in Italia e in Piemonte sia reale”.

Nel corso dell’incontro si è parlato della vicenda Fca-Renault. “In particolare ci è stato spiegato che Fca avrebbe voluto l’accordo che avrebbe creato il primo gruppo di costruttori al mondo, accordo che ha trovato in Francia ostacoli più politici che industriali. Ad oggi non ci sono più le condizioni per procedere, quindi la situazione al momento è completamente ferma”, ha rivelato il governatore. “Ci è stato confermato che l’accordo con Renault al momento è sostanzialmente saltato – ha detto Appendino – non ci sono orizzonti e se mai dovesse succedere qualcosa saremo informati”. Meno male, ora siamo più tranquilli.

Il problema è che, per l’ennesima volta, il gruppo Agnelli-Elkann ha preso per il naso le istituzioni che si sono accontentate della versione ufficiale. Anzitutto, la trattativa non è affatto tramontata, almeno a dar retta alle autorevoli fonti giornalistiche e del settore. Secondo quanto scrive infatti il Wall Street Journal, Nissan e Renault hanno risolto la situazione di stallo sulla governance societaria del gruppo giapponese che metteva a rischio l’alleanza. In questo modo si allenterebbero le tensioni che hanno contribuito ad affondare le trattative per la fusione tra Renault e Fiat Chrysler Automobiles. “Un accordo sulla governance – scrive oggi anche il Financial Times – è visto come vitale per l’alleanza e in prospettiva del riavvio dei colloqui con Fca”.

I dirigenti della Renault vorrebbero infatti riavviare la trattativa con Fca prima che le condizioni di mercato cambino. Aspetto su cui anche a Torino visti i pessimi dati sulle immatricolazioni in Europa a maggio che in un mercato delle quattro ruote che è tornato stabile ha visto Fca, trainata al ribasso dal marchio Alfa, perdere ancora quota, sono molto attenti. Come impietosamente rileva Gianni Gallina su Lettera43Fiat si regge su modelli stagionati: la famiglia 500 e la Panda; Alfa Romeo: una scuderia scarna e caratterizzata dal fiato corto; Lancia: doppiamente single, un solo prodotto, la Ypsilon, venduto in un solo mercato, l’Italia, che per cause soprannaturali continua a incrementare le vendite; Maserati: altra scuderia scarna con modelli stagionati e quello meno vecchio acquistato da una sempre più ristretta cerchia di clienti; Fiat Professional: il marchio dei furgoni, assediati da vivaci concorrenti; Abarth e Srt: rare versioni sportive; Chrysler: altra scuderia scarna con un modello, la 300, che risale ai tempi di Daimler mentre il minivan Pacifica è essenzialmente un brand monocliente, Waymo; Dodge: solo modelli dell’era Zetsche-Daimler; Mopar, ovvero Fiat RicambiInfine, Jeep: l’unico brand beneficiato da investimenti che sembra avere già toccato l’apice delle vendite; e Ram Trucks: i pickup amati dagli americani e basta.

Del resto che gli stessi impianti torinesi siano in affanno, registrando un calo significativo della produzione, lo confermano i dati recentemente presentati dalla Fim-Cisl, sindacato non ostile al gruppo del Lingotto: nel 2018 a Mirafiori sono state prodotte quasi 29mila vetture, ovvero il 40% in meno dell’anno precedente, mentre a Grugliasco il calo è stato del 30%, per un totale di 14.171 vetture. Non segnano una controtendenza i primi sei mesi dell’anno corrente che presentano volumi analoghi a quelli del primo trimestre 2018: 6.300 vetture Maserati Levante uscite dallo stabilimento di Mirafiori, 4.400 tra Ghibli e Quattroporte prodotte nel plant di Grugliasco. Questioni che manco sono state sfiorate nel vertice odierno. Fca continua a perdere quote di mercato e, fatto non proprio marginale, è priva di tecnologie per competere sia nell’elettrico sia nell’ibrido. Fa ammuina e – per convenienza, insipienza o raison d’Etat – alle istituzioni conviene dar credito. Ma fino a quando?

Gorlier ha invitato ufficialmente Cirio e Appendino all’evento per presentare la piattaforma base per la nuova 500 elettrica in fase di installazione a Mirafiori, che si terrà a luglio all’interno della fabbrica in occasione dell’ottantesimo compleanno dello stabilimento. Nell’impianto di Grugliasco sono previste le nuove versioni di Maserati, mentre a Verrone dove nascono i cambi per una vasta gamma di modelli è in programma un aumento di produzione per l’adozione sui veicoli commerciali leggeri di un cambio realizzato nello stabilimento biellese. L’ex stabilimento di Rivalta si sta trasformando in uno dei centri globali di distribuzione ricambi del brand Mopar al servizio dell’area Enea e di altri mercati mondiali. Fca ha già aderito alla proposta del Politecnico per la costituzione di un centro di competenza tecnologica manifatturiera a Torino. Sia detto con rispetto, nulla che possa essere considerato davvero strategico per il futuro del gruppo.

Ma tanto è bastato a rassicurare i vertici di Regione e Comune. “Abbiamo avuto un’impressione positiva. L’impegno di pieno occupazione entro il 2022 in tutti gli stabilimenti sarà mantenuto e sono previsti importanti interventi sul piano finanziario che testimoniano come la volontà di continuare a investire in Piemonte è reale”, dixit Cirio. “Dovremo continuare a confrontarci per verificare che questo avvenga. La priorità per noi è che venga mantenuta l’occupazione, ma è importante anche il coinvolgimento sull’elettrico perché' si inserisce nelle politiche della città attente all’ambiente”. Un tempo, almeno, a parlare con i politici era direttamente Sergio Marchionne e qualcuno ci giocava pure a carte o avrebbe steso volentieri tappettini rossi. I tempi sono cambiati, gli attori pure. L’ultimo spenga la luce.

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