CINQUE CERCHI

Olimpiadi a Milano-Cortina, Appendino si complimenta

La sindaca di Torino fa le congratulazioni ai due suoi colleghi. E ora dopo l'occasione persa del tridente c'è chi lavora per rientrare in qualche modo in gioco, ospitando qualche gara. Il governatore Cirio: "Domani inviamo il nostro dossier". Mercoledì vertice in Regione

Tra chi si lecca le ferite e chi prova in zona Cesarini a rientrare dalla finestra, ha il sapore dell’occasione sprecata l’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 a Milano e Cortina, che hanno prevalso sulla candidatura di Stoccolma-Aare. Poteva esserci anche Torino che invece subisce “una sconfitta maturata per meri interessi di bottega politica di una parte del Movimento Cinque Stelle cittadino, regionale e nazionale, che ha preferito opporsi ad una opportunità incredibile per la nostra Città e farsi dettare la linea da comitati e coordinamenti capaci di portare in piazza ben ventiquattro manifestanti a bruciare un dossier olimpico contro l’ottanta per cento dei torinesi favorevoli all’evento”. Lo sfogo è di Marco Chessa, tra i pochi consiglieri comunali pentastellati favorevole all’evento, mentre il resto della maggioranza ha costretto di fatto Chiara Appendino a tirarsi indietro da una ipotesi di tridente con le due città risultate vincitrici, Milano e Cortina, appunto. “Di Maio – prosegue Chessa – si fece garante che il Governo avrebbe sostenuto politicamente ed economicamente solamente la nostra candidatura in quanto era l’unica che aveva i requisiti tecnici, ambientali ed economici in linea con il nuovo corso politico: vedere il premier Conte con esponenti del M5s a Losanna ed il supporto economico del Governo nella misura di oltre quattrocento milioni di euro per i costi relativi alla sicurezza ed altre voci accessorie sono stati dei colpi bassissimi che hanno minato la mia fiducia nei confronti di chi aveva dato la propria parola”.

Da parte della sindaca Appendino arrivano via social le congratulazioni per l’assegnazione dei Giochi “a tutte le persone coinvolte e, in particolare, ai colleghi sindaci Sala e Ghedina”. Parole secche, senza nessun riferimento alle discussioni che un anno fa la portarono prima a minacciare le dimissioni poi a rifiutare una candidatura con Milano e Cortina senza quelle assicurazionisulle coperturefinanziarieda parte del governo che oggi sono invece arrivate. “Vincono l’Italia, il futuro e lo sport: grazie a chi ci ha creduto fin da subito, soprattutto nei Comuni e nelle Regioni, e peccato per chi ha rinunciato”, sono le dichiarazioni sibilline del vicepremier leghista Matteo Salvini, mentre i pentastellati tornano a dividersi.

Insomma, un anno dopo il no tra le polemiche alla candidatura olimpica di Torino, l’assegnazione dei Giochi invernali del 2026 al tandem lombardo-veneto lascia un po’ d’amaro in bocca a chi in città sognava il bis del 2006. La sindaca dopo aver ceduto alla sua maggioranza grillina, composta soprattutto da consiglieri appartenenti all’ala dura e radicale del Movimento 5 Stelle, aveva gettato la spugna ed ora è costretta ad abbozzare.

A Losanna, tra chi festeggia, c’è anche Evelina Christillin, la signora degli A(g)nelli, pronta, secondo alcuni, per un ruolo da protagonista anche nell’evento meneghino. Salta, esulta, s’abbraccia con il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore del Veneto Luca Zaia, nella città Svizzera sede del Cio, assieme alla folta delegazione italiana. Chissà che non possa essere lei a creare le condizioni per far rientrare le montagne olimpiche, protagoniste di Torino 2006, nella grande kermesse a Cinque Cerchi.

“È una meraviglia, una nuova candidatura vinta per l’Italia dopo 20 anni – afferma a caldo Christillin –. Non ci avrei mai creduto. È troppo bello, mi viene da piangere”. E non è la sola. Ma a Torino si piangono lacrime amare, non di gioia. La sindaca grillina per il momento si limita a cinguettare i suoi serafici complimenti "a tutte le persone coinvolte".  Il capogruppo Pd in Sala Rossa, Stefano Lo Russo, alza il tiro: “Da torinese sono davvero dispiaciuto che la nostra città sia tagliata fuori a causa di una miopia suicida del M5s e a causa della debolezza di Appendino che non ha saputo gestire un dossier così importante”.

Il governatore del Piemonte Alberto Cirio, come d’altronde ha fatto il suo predecessore, prova a inserirsi in una partita che sa essere ancora lunga. “L’assegnazione a Milano e Cortina delle Olimpiadi invernali del 2026 è una bellissima notizia per l’Italia” dice Cirio che si complimenta “con le istituzioni e tutti coloro che hanno lavorato per questo importante risultato”. Poi tende la mano: “Il Piemonte è pronto fin da subito a mettersi a disposizione con i propri impianti per contribuire alla realizzazione del più grande evento che un territorio possa ospitare. Torino e le sue montagne custodiscono un patrimonio di infrastrutture sportive che vale più di mezzo miliardo di euro. Un’eredità olimpica che, insieme all’esperienza maturata, siamo felici di poter mettere immediatamente a disposizione di Lombardia e Veneto. Credo che collaborare sia un’opportunità importante non solo nell’ottica della sostenibilità economica di una manifestazione che richiede impianti estremamente costosi, ma anche come esempio di valorizzazione e riuso di quelli che esistono già sulle vette alpine. Impianti di alto livello nati nel 2006 per accogliere quei Giochi che adesso, a distanza di 20 anni, il nostro Paese tornerà a ospitare. Già domattina invieremo il nostro dossier. Siamo pronti fin da subito a dare il nostro contributo e a lavorare in squadra”. Il governatore ha le idee chiare e, a quanto pare pure qualche rassicurazione (data direttamente da Giovanni Malagò): mercoledì ha convocato un vertice in Regione con la sindaca Appendino cui chiederà di sottoscrivere la disponibilità formale a utilizzare strutture e fornire sostegno anche gestionale (leggi, finanziario) nell’organizzazione. In ballo ci sarebbe l’Oval e l’impianto del bob di Cesana, ma non sarebbero del tutto escluse qualche gara, non certo di cartello, di discesa al Sestriere. Se ci siano o meno margini per Torino e le sue montagne si saprà nei prossimi mesi, di certo il ruolo che si staglia per chi ha ospitato i Giochi del 2006 sarà, nel migliore dei casi, di comprimario, del tutto marginale. Un vero peccato.

I NUMERI DELLE OLIMPIADI – L’edizione 2026, in linea con i dettami della Carta olimpica, sarà all’insegna del rispetto della politica ambientale e dello sviluppo sostenibile. E su quest’ultimo fronte ci sarà un saldo economico chiaramente positivo per lo Stato. Almeno stando allo Studio sull’analisi di impatto economico-finanziario commissionato lo scorso inverno dal governo all'Università La Sapienza, secondo cui “i Giochi invernali contribuiranno positivamente alla crescita dell’economia: gli incrementi del Pil tra il 2020 e il 2028 vanno da 93 a 81 milioni di euro annui. La crescita cumulata del prodotto raggiunge un massimo di circa 2,3 miliardi nel 2028”. Lo studio ha “ampiamente verificato che le uscite dell’Amministrazione Centrale per finanziare i Giochi 2026 sarebbero compensate dagli introiti diretti e indiretti connessi alle attività sviluppate attorno ai Giochi nel periodo 2020/2028”. Nello specifico, “i Giochi invernali contribuiranno positivamente alla crescita dell' economia nel suo complesso. Rispetto agli andamenti tendenziali, la maggiore crescita è concentrata negli anni 2024 e 2026 e tende ad esaurirsi nel 2028. Tra il 2020 e il 2028, si rilevano variazioni positive sostanziali dell'occupazione (il picco massimo si registra alla fine del 2026 con un aumento di oltre 8.500 unità di lavoro a tempo pieno”. Ancora, “l’aumento cumulato delle entrate fiscali prodotto dall'evento, dovrebbe essere pari a circa 600 milioni di euro. Gli investimenti previsti sono pari a circa 346 milioni per la realizzazione dei villaggi olimpici e dei media center, nonche' per gli interventi specifici su impianti sportivi esistenti e la realizzazione di nuovi impianti. I costi di gestione previsti per la realizzazione dell'evento sono pari a 1.170 milioni. Il costo contabilizzato per le Olimpiadi invernali organizzate a Torino nel 2006 era stato di 1.229 milioni. Ai costi di gestione vanno sommati 415 milioni a carico dell'amministrazione centrale, di cui 402 milioni per le spese in materia di sicurezza. Già a partire dal 2020 si registrano aumenti significativi del prodotto e dell'occupazione. Il picco in termini di Pil si registra nel biennio 2025-2026, con un aumento medio pari a 350 milioni annuali. Al 2028, il Pil cumulato aggiuntivo prodotto dall'evento risulta pari a circa 2.300 milioni di euro. Rispetto al tendenziale, l'organizzazione delle Olimpiadi produce un aumento medio di circa 5.500 unità di lavoro equivalenti a tempo pieno, con un picco nel 2026 pari ad oltre 8.500 unità. Le entrate fiscali connesse all’organizzazione dei Giochi olimpici sono superiori alle spese negli anni precedenti all'evento e poco al di sotto del totale delle somme stanziate dopo due anni dall'evento. In particolare, la stima delle entrate fiscali cumulate nel 2028 è pari a 601,9 milioni, mentre il totale delle spese previste per le amministrazioni centrali e' pari a 415 milioni, con un saldo positivo pari a 186,8 milioni.

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